"buongiorno tesoro, non pensi che oggi sia una bellissima giornata?"
Ammetto che svegliarsi con un bacio di Benjamin Paul Bruce non è niente male, davvero niente male. Soprattutto se è il Ben Bruce sorridente di cui ho sempre avuto una 'piccola' cotta.
" Ben, mi fa piacere tu sia felice, ma gli altri conoscono già il tuo gran cuore. Non c'è bisogno che tu gli faccia vedere anche il tuo pene piccolo!"
Ed è così, che dopo nemmeno dieci minuti che ero sveglio,un cuscino colpì in pieno la mia faccia.
Certo, ora stava uscendo dalla mia camera- indossando le mutande,grazie al cielo- con uno splendido faccino imbronciato, ma questa mattina sta bene , ed è quello che più mi rende felice.
Erano le mattine che più mi piacevano: passavo la serata con i ragazzi, la notte la passavo con Ben e la mattina ci svegliavamo senza preoccuparci dei miei genitori che spesso erano fuori casa per giorni. Tutto ciò sempre e solo se Ben stava bene.
Quando,finalmente,entrai in cucina i tre ragazzi con cui da oramai un paio di anni condividevo tutto stavano ridendo amabilmente con il mio ragazzo.
"Ehi Denis, cos'è successo a Ben? per aver un faccino così imbronciato devi averlo lasciato in bianco questa notte!"
Alle parole di Sam scoppiammo tutti a ridere, beh... tutti tranne Ben, lui borbottò un "non faceva ridere" che ci fece ridere ancor più forte.
" Suvvia Ben, tu lo sai bene che questa notte non sei andato in bianco" sussurrai al suo orecchio dopo essermi avvicinato a lui e averlo abbracciato.
Sul suo viso comparve immediatamente un sorriso da ' neanche immaginate ciò che è successo questa notte in camera, stronzi'.
Passammo il resto della mattina a fare stupide sfide con il cibo ( mai mangiare i cracker con la salsa piccante. mai.) e a ridere seduti,un po' per terra, un po' sui divani,alle varie battute che non ci facevamo mai mancare.
Il pomeriggio lo passai, invece, solo con Ben.
Eravamo accoccolati sul divano in una coperta a guardare un qualsiasi film alla televisione, quando lui iniziò a lasciarmi leggeri baci:prima alla base del collo, poi sempre più su fino alla bocca.
"possiamo uscire?"
Quando stava bene, non era più bello solo perché era felice, ma anche perché diventava adorabile: mi riempiva di coccole e ne aveva costantemente voglia, si impuntava come un bambino, ma mi faceva sentire il suo piccolo.
Era davvero bello averlo così e ogni secondo sapevo che da un momento all'altro tutto sarebbe potuto andare male.
" amore, sta diluviando" Sapevo che non serviva a nulla dirglielo, già ero sul punto di alzarmi e portarlo fuori a fare un giro.
"per favore?!" Il tempo di spegnere la televisione che lui già aveva in mano l'ombrello,pronto per uscire.
"ti porto in un posto" Un altro aspetto positivo era il suo impormi le cose senza cattiveria, solo con tanto amore nella voce.
Il sentiero in cui mi stava portando, pieno di fango, correva tra le varie buche del campo da golf della nostra città fino a stringersi sempre di più e a fiancheggiare l'autostrada.
Una panchina era proprio lì, in mezzo al nulla, con tanto di minuscola tettoia.
"era una vecchia fermata. Ci vengo da quando mi hanno fatto la diagnosi. nei momenti in cui sto meglio ovviamente"
Una triste e lieve risata lasciò le sue labbra e io non seppi far altro che stringerlo a me.
"Qui la morte è così vicina. Un passo troppo in là e una macchina ti spazza via"