#RON'S POV#
Non posso alzarmi dal letto. Mi sento impotente. È una cosa che odio. Vorrei poter spiegare ad Hermione quello che è successo, vorrei che lei potesse spiegarmi cosa cercava di dire Malfoy, invece devo restare qui. Cosa che non mi disturba, per quanto riguarda le lezioni, ma lei... Sono solo. Sono due ore che sto qui ed Harry e Ginny se ne sono andati. Confesso che all'inizio la loro relazione mi metteva a disagio. Ma meglio che stia con Harry che con Dean o altri. Nulla da togliere a loro, ma è mia sorella.
Spero che venga qualcuno a trovarmi. Qualcuno con cui poter parlare è quello che mi ci vuole, mq non penso che Harry tornerà subito e nemmeno mia sorella. Ed oltre loro non ci sono molte persone che farebbero la fila per vedere "quello che ha picchiato la sua fidanzata" quindi immagino che resterò solo almeno fino a domani.
Vorrei tanto che lei venisse.. Senza di lei mi sento una candela spenta, una lampadina fulminata... Mi sento un albero senza ne rami ne foglie... Ma allora, sono ancora un'albero? Mi si può definire così?#GEORGE'S POV#
La vita è dura ora. Tutti hanno perso la paura, sono andati avanti nonostante la perdita. Ma io? Ho il negozio, certo, ma è difficile farlo funzionare, creare nuovi scherzi, far quadrare i conti... Senza Fred è duro anche respirare. L'aria è pesante, e io mi sento schiacciato. Io e lui sembravamo una cosa unica. Quando parlano di trovare l'anima gemealla penso a lui. Ora mi sento la metà di un cuore spezzato. Mi sento solo. Nessuno mi capisce come Fred faceva. Nessuno può. Ma devo andare avanti per la mamma, il papà, i miei fratelli e mia sorella. Tutti stanno male e a volte mamma mi chiama Fred. Quando mi guardano vedo la speranza che poi viene sostituita dal ricordo, dalla memoria della perdita. Ma io voglio dimostrare a tutti loro che si può andare avanti. È per questo che il nostro, anzi, il mio negozio è ancora aperto.#DRACO'S POV#
Nel sogno vedo Voldemort che mi intima di uccidere Silente o la mia famiglia sarà sterminata. Io non voglio. Ogni cellula di me lo urla. Sento l'impotenza scorrere nel mio sangue. Vorrei gridare. Urlare che non sono un codardo, ma nemmeno un assassino vile. Sono un mago, non un seguace di Voldemort. Vorrei urlare che quella non è la mia battaglia, che Voldemort è solo un bambino insicuro, come i suoi occhi malefici mostrano. Non è un assassino, è un uomo cresciuto troppo in fretta che lotta per la sua vendetta. Ma lo fa con le persone sbagliate. Perché tutte le pedine che sta muovendo sono sbagliate. Perché lui non sa quali muovere. Non sa cosa fa. Ma la voce non esce. Resta incastrata nella mia gola, come se non osasse disturbare il rimbombante frastuono del silenzio. È insoddisfatto e io sono impotente. Il mondo ruota intorno a questi sentimenti. Ma non è colpa di nessuno. È colpa dell'aria e della sua pesantezza. L'aria è pesante e le persone più delicate, rotte e sensibili ne sono schiacciate. È questo. È la pesantezza dell'aria.