Ci fermammo davanti a una palazzina.
"Siamo arrivati." Mio padre ci guardò e sorrise. "Prendete le valigie e saliamo, non vedo l'ora di farvi vedere la nuova casa."
Quando mi dissero due settimane fa che dovevamo trasferirci a Roma ero felice, insomma Roma è una città bellissima e non si poteva paragonare a Bologna. A Bologna non avevo molti amici, la mia vita lì non era un granché. Però arrivati a Roma capii finalmente che la mia vita stava cambiando e io non ero abituata ai cambiamenti. "Dovrò solo abituarmi." Pensai.La nostra nuova casa era al terzo piano.
Era già ammobiliata perché i miei genitori avevano fatto portare le cose in anticipo.
"Che ve ne pare ragazze?" Chiese mia madre guardando me e mia sorella più grande. Beh, era un appartamento normale, spazioso. Carino, niente di speciale.Passammo la giornata a sistemare i nostri vestiti, per fortuna non avevo la stanza in comune con mia sorella. Non l'avrei sopportata. Mia sorella ha quasi tre anni più di me. Siamo simili, lei è solo una versione cresciuta di me. Nonostante tutto, siamo molto legate. La mia vita con lei però non è del tutto piacevole. Sono sempre vissuta nella sua ombra; quando io facevo una cosa, lei la faceva miglio. Era lei che dava le più grandi soddisfazioni, vinceva premi ed era amata da tutti. Io ero solo sua sorella e non facevo niente di speciale. Nelle mie orecchie quando qualcuno diceva "Siete proprio delle belle ragazze" io sentivo solo "Tu sei bella, sì; però tua sorella è più bella di te."
A cena mia madre mi disse la strada che dovevo fare il giorno seguente per andare a scuola, non era molto lunga per fortuna. Il giorno dopo avrei iniziato il terzo anno del liceo linguistico e mia sorella l'università.
Il giorno dopo
"Linda, tesoro svegliati." Quel giorno mia madre non doveva andare a lavoro quindi mi svegliò lei.
Ero agitata per il primo giorno nella nuova scuola, dovevo dare una buona impressione ai professori e cercare di trovare qualche amica. Feci la doccia, aggiustai i capelli biondi con la piastra, e mi truccai leggermente. Indossai uno skinny nero strappato sulle ginocchia e una maglietta a maniche corte azzurrina con le strisce in fondo bianche e come scarpe le converse nere. Presi lo zaino, salutai mia madre ed uscii con mia sorella. Lei andò in macchina ed io a piedi. "Ciao Linda, mi raccomando." Mi salutò mia sorella e mi diede un bacio sulla guancia. "Ciao Ev, a dopo." Mi piaceva chiamarla Ev, anche se si chiamava Evita.Arrivai nella mia nuova scuola ed entrai qualche minuto prima per cercare la classe. Mi sedetti al terzo posto e quando la campanella suonò arrivarono gli ultimi ragazzi ed un ragazzo si sedette accanto a me. Lo guardai senza farmi notare; era alto poco più di me, portava gli occhiali ed aveva occhi e capelli marroncini. La giornata passò in fretta, passammo molto tempo a parlare, i ragazzi della classe volevano conoscermi e a me faceva piacere, non mi sentivo in imbarazzo. La prof di spagnolo mi fece i complimenti per il nome e per la mia alta capacità a parlare la lingua che insegnava. "Sono italo-spagnola." Spiegai. All'uscita mi si avvicinò una ragazza di nome Clarissa e il mio compagno di banco Thomas. Erano fidanzati ed erano molto carini, mi fecero compagnia e parlammo del più e del meno.
Quando tornai a casa, bussai alla porta ma nessuno venne ad aprire, stavo morendo di fame e chiamai mia madre al telefono. "Tesoro scusa, pensavo avessi le chiavi, sono uscita per fare alcune commissioni, dovrei tornare tra un'ora." Si giustificò.
"Fantastico." Pensai. Non avevo abbastanza soldi per mangiare fuori quindi dovevo aspettare lì per un'ora. Poco tempo dopo venne una signora sui cinquant'anni, sembrava simpatica; aveva le chiavi in mano ed una busta. Notò che ero seduta davanti la mia porta e si avvicinò.
"Ciao, tu dovresti essere Linda, sono Virginia, abito qui affianco. Ho conosciuto tua madre oggi, siamo state tutta la mattinata insieme, è una donna fantastica!" Mi sorrise e mi alzai per stringerle la mano. "Perché sei qui fuori? Sei rimasta senza chiavi?" Mi chiese in modo informale è molto gentile. "Si, sto aspettando mia madre che tornerà tra un'ora." Dissi educatamente. "Oh ma tesoro, non potrai mica aspettare qui fuori! Vieni a casa mia, per tua madre non ci saranno problemi, ti presento mio figlio; si chiama Matteo ed ha qualche anno in più di te." Mi disse entusiasta mentre apriva la porta, okay ero imbarazzata. "Signora, non vorrei disturbare, non si preoccupi." Dissi mentre ero ancora fuori dalla porta. "Sciocchezze, sei un tesoro entra ed aspettami un attimo qui." Mi fermai all'ingresso guardandomi attorno, era una casa carina, normale come la mia. La signora era andata in un'altra stanza lasciando le sue cose all'ingresso su un mobiletto. Sentivo le voci in sottofondo ma non capivo cosa stessero dicendo a parte un "mettiti dei pantaloni e vieni di là a conoscerla, è adorabile." Capendo che stavano parlando di me mi sentii molto in imbarazzo e pensavo seriamente di andarmene ma poi avrei fatto brutta figura. Arrivò Virginia dal corridoio con un ragazzo alle sue spalle. Era Matteo Tiberia.--------
Ciao a tutti!
È la prima storia che pubblico, spero vi piaccia. Mi scuso se ci sono errori di qualsiasi tipo. Lasciate una stellina per favore💖✨
Al prossimo capitolo!🎈
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Happy Place.||TheCrookids.
Fanfiction"Tu sei il mio posto felice." "Cosa intendi dire?" Chiese confuso. "Hai presente quando sei in un posto bellissimo, dove ti tornano in mente tanti bei ricordi; e ci sei tu, con i tuoi amici e con una persona speciale, magari c'è anche un'alba o un t...