La vita, a Como, non era molto male, c'era sempre qualcosa da fare assieme alla zia. Le giornate passavano veloci, tra giochi alla wii, centri commerciali, mc donald's, shopping, film horror e amiche. Si, amiche. Veronica aveva conosciuto una bambina, di nome Nathalie, svizzera, che viveva lì con la madre e la sua passione era andare a cavallo. Era una bambina molto bella, alta, bionda e di carnagione bianca, come il latte, ed era anche molto simpatica e divertente, ma viziata. Insieme passavano tanto tempo, soprattutto a casa sua, che era molto grande e ben arredata. Giocavano, parlavano di ragazzi e ridevano molto.
Ma il venerdì arrivò molto velocemente, la partenza fu molto frettolosa, e il ritorno a Verona faceva paura a Veronica. In quella settimana, aveva chattato con Matteo e parlato con Kevin quasi per la maggior parte del tempo, e non sapeva cosa aspettarsi, una volta arrivata. Nei confronti di Matteo stava iniziando a cambiare parere, il suo carattere le piaceva molto, fu soprattutto quello che le rimase dentro, per il resto non le importava, e non le importavano nemmeno i giudizi altrui.
Quando arrivò a Verona, erano ormai le 21, ma comunque voleva uscire e andare a salutare i suoi amici, sopratutto il suo migliore amico. Appena si videro, Veronica gli saltò in braccio e lo abbracció fino a fargli perdere il fiato. Iniziarono subito a parlare e farsi domande, quando furono interrotti da qualcuno, un ragazzo. Riconosceva perfettamente la voce, ma avrebbe preferito non sentirla così presto. Era Matteo.
" Non mi saluti?" Le disse.
Lei era molto timida, quindi si avvicinò lentamente e lo salutò con due bacetti sulle guance. Lui, invece, la abbracció, talmente forte, che sentì il mondo tremare sotto di lei. Non se lo aspettava, era ancora molto confusa su di lui, non sapeva se era la cosa giusta. Ma quella sera voleva solo vedere tutti, e andare a dormire. Così, cercò di divertirsi un po', sorridere e crollare nel suo letto. Ah, amava il suo letto, le era così familiare, lo sentiva così suo, aveva il suo profumo, ormai.
Il giorno seguente, aveva in programma di uscire con le sue amiche, tra cui Arianna.
Arianna aveva la sua stessa età, ma era più alta e più snella, con i capelli corti neri e un carattere molto forte e deciso. La sua passione erano i cavalli, aveva un maneggio in mezzo alle colline e ci andava spesso, per cavalcare un po'. Le raccontava che, quando andava a cavallo, ogni pensiero spariva, il suono degli zoccoli contro il terreno erano la sua musica preferita e la sua aria era composta dall'odore del fieno. Si vedeva che era una passione molto forte in lei, e Veronica la ammirava molto per tutto quello che era in grado di fare.
Appena si videró, si strinsero come due innamorati.
" Mi sei mancata Vevi" così la chiamava lei.
" Tu di più Ari"
Iniziarono a parlare del più e del meno, quando entrarono in discorsi che, a Veronica, interessarono molto. Venne a sapere che Arianna era (come) la 'migliore amica' di Oscar.
" Mi ha detto che ti ha lasciata perché non sei esperta nel sesso, cioè, non ti sei mai spinta oltre il bacio... Sai cosa intendo.. "
Veronica sapeva esattamente cosa intendeva, ma cosa puoi pretendere da una bambina di appena tredici anni? Quel discorso la ferì molto, era arrabbiata come una furia con lui, ma pensò che il silenzio nei suoi confronti era molto di più di una vendetta personale. Ma allo stesso tempo voleva essere come le sue amiche, non voleva essere esclusa dai ragazzi. Perciò, chiese alla sua amica Ari, di darle qualche dritta, in fatto di parole, quali termini su usano, quali no, quale significato hanno. Ne uscì molto più saggia da quella esperienza, e sapeva che Oscar ormai lo aveva cancellato dai suoi pensieri.
In appena un mese mi ha deluso due volte, non è possibile, pensò Veronica.
Scacció subito quel pensiero maligno, e attese con ansia la domenica, per vedere Matteo, e scoprire cosa sarebbe successo. La domenica arrivò portando con se buoni propositi, ma anche tutti i parenti. Veronica amava le domeniche, soprattutto quelle a cui era abituata, a quelle in cui la nonna cucina i piatti tradizionali del luogo, e tutti si riuniscono per parlare e ritrovarsi. La sua famiglia purtroppo era divisa in due, da una parte la famiglia di mamma, dall'altra quella di papà. Lei voleva bene a tutti egualmente, non faceva nessuna differenza, ma avrebbe preferito vedere i suoi genitori volersi bene, piuttosto che farsi la guerra ogni due ore. La sua situazione familiare era difficile, per questo non ne parlava con nessuno, e nemmeno le andava di farlo.
Il pranzo passò, tra scherzi, dibattiti e dolcetti. Veronica, non vedeva l'ora di uscire, era molto ansiosa, e, come sempre, non sapeva che cosa indossare. Scelse sicuramente le sue nuove Nike bianche, dei pantaloncini in jeans ed una maglietta. Salutò tutti e si incamminó verso la piazza, dove incontrò Matteo seduto sul muretto. Si salutarono da buoni amici, lui era accompagnato dalla sua musica e dal suo borsellino, che conteneva tabacco, cartine e filtrini. Iniziarono a raccontarsi le cose più intime, lui la toccava, le sfiorava il braccio, le guance ed il collo, ma lei rimase impassibile, quasi le dava fastidio. Sentì una strana sensazione allo stomaco, le gambe le tremavano e il suo cuore accellerava i battiti.
Saranno le farfalle nello stomaco, scherzó nei suoi pensieri.
Insieme, stavano molto bene, si piacevano molto, i loro occhi non riuscivano a staccarsi, erano come paralizzati sull'altro. Veronica, lasciò da parte ogni pregiudizio, ogni difetto che aveva, ogni carenza che le avrebbe potuto creare, e lo bació.
Si buttò nelle sue labbra come per dire salvami tu, perché io da sola non riesco , per la prima volta bació un fumatore, e per lei non fu per niente strano, anzi, le piaceva quel retrogusto amarognolo. Rimasero entrambi immobili per un po', allibiti, ma felicissimi. In quel momento, avrebbe potuto fare i salti di gioia, Veronica, pensava di aver trovato l'uomo della sua vita, la sua esatta metà. Probabilmente poteva funzionare fra di loro, avevano poco o niente in comune, ma non importava. Lui amava distinguersi dalla massa con la sua Graziella blu e i fari a led, lei amava distinguere la massa dal suo mondo e chiuderlo a chiave fuori. Ancora non erano una coppia, ma si vedeva che quei due erano pazzi l'uno dell'altra, si mangiavano con gli occhi. Però, forse, è vero, il primo amore non si scorda mai, non si scorda nemmeno se ti perdi negli occhi di altri uomini, non scappi da quel sentimento, quello ti uccide dentro, se non lo uccidi tu.
STAI LEGGENDO
Se te ne vai, ti aspetto.
RandomSe due persone sono destinate a stare insieme, un giorno si troveranno, e vivranno felici. v. o.