"Veronicaa! Dai su, alzati! "
Continuava a ripeterle sua nonna, irrompendo in camera, munita di aspirapolvere e voce stridula, intenta a buttarla giù dal suo dolce letto.
"Ora mi alzo! Uff!" , sbuffava Veronica, arrabbiata. Non riusciva a capire perché, pur essendo piena estate, dovesse alzarsi così tragicamente ogni mattina, senza riuscire a godersi i suoi momenti post-sonno.
Veronica, si alzò, ancora addormentata, prese il suo smartphone mezzo distrutto e andò a fare colazione in cucina, pur di stare lontana dal brontolio di sua nonna. Sapeva che non poteva (ma sopratutto, non voleva lamentarsi) di tutto il casino mattutino che faceva. Così, decise di mangiare una brioche, vestirsi e andare in piazza con la sorella. Veronica, è una ragazzina molto indecisa ed insicura, anche se ha solo tredici anni, quasi. Lei, non era molto alta ma fin da piccola sapeva che nella botte piccola c'è il vino buono, con un fisico nella norma ma dalle curve formose, i cappelli castani e gli occhi marroni, che si adagiavano perfettamente al colorito della sua pelle, chiaro e soave. Ama i tramonti e l'alba, ama i messaggi lunghi e sdolcinati alle due di notte, come per dire ho sonno, ma ti penso. Ama la cioccolata anche calda, le feste e il divertimento, la musica di ogni genere, che riesca a trasmetterle brividi ed emozioni, come il Rap, il Reagge e il casual. Ma sopratutto, amava le persone che la facevano stare bene, che la facevano ridere e spensierare, che riuscivano ad arrivarle al cuore, all' anima. Così, optò per dei leggins neri, e una camiciona a quadri verdi, che non rendevano per niente giustizia al suo fisico e la ammazzavano dal caldo. Cercò anche di truccarsi, giusto un po' di fondotinta e un velo di mascara nero, per allungare le sue ciglia folte ma perfette, come le aveva insegnato la sua mamma. Non si sentiva per niente bella, anzi, le sembrava di essere ancora più ingombrante e grossa, ma non le importava un granché del suo aspetto. Così, prese sua sorella, Claudia, che aveva due anni in meno di lei, ma era già più alta di qualche centimetro, ed era esattamente l'opposto. Capelli chiari con sfumature dorate, pelle ambrata e scura pure in pieno inverno. Andarono a sedersi sulle sedie del bar della piazzetta del suo quartiere, ma data l'ora era tutto deserto. Non c'era un'anima viva, nemmeno un po' di venticello, a parte tre ragazzi sulle loro bmx, ma non ci fece molto caso, in fondo, non li conosceva e nemmeno voleva conoscerli. Ma, fortuna -o sfortuna?- volle che uno di loro si avvicinò.
" Ciao! Mi chiamo Matteo, vedi, laggiù ci sono i miei amici, e dicono che non riuscirò mai ad avere il tuo numero. Tu che dici? "
Lei, era pienamente consapevole del fatto che aveva le guance rosse come due ciliegie, e la faccia che le andava a fuoco. Si sentiva in imbarazzo, ma, con le mani tremanti e il cuore che ormai stava per uscirle dal petto, prese lo smartphone del ragazzo e gli scrisse il suo numero del cellulare.
" Ah, grazie. Ehm, come ti chiami? "
" Veronica. "
Disse, con l'unico filo di voce che aveva e la testa bassa per la vergogna, mentre sua sorella rideva, come un pagliaccio ride delle sue battute. I due si salutarono, impacciati. E lo guardò andarsene, lo guardò allontanarsi, senza sapere cosa la avrebbe aspettata da quel momento in poi.
Decise che era, irrimediabilmente, il momento di rientrare a casa e non pensare all'accaduto. Lei, pensava che doveva assolutamente trattarsi di una beffa, di una burla. Ma allo stesso tempo si sentiva felice, almeno un po', e si sentiva bella, voluta. Come avrebbe potuto un ragazzo chiedere il numero ad una come lei? Brutta, insicura, e timida?
" Ciao, cosa c'è di buono per pranzo? " chiese Veronica.
Si sedette a tavola, senza smettere di controllare ogni due secondi lo schermo del telefono. Aveva lo stomaco chiuso per la troppa emozione, le mani ancora bloccate e il sorriso stampato in faccia, sembrando un'ebete. Dopo pranzo, andò in camera, si sdraió e iniziò a guardare la televisione. Il suo canale preferito era Top Crime o Giallo, che per una bambina, non era esattamente il massimo vedere omicidi e avvocati.
Poi, una vibrazione, anzi no, due. Oddio, addirittura tre. Si precipitò a guardare il cellulare : TRE NUOVI MESSAGGI. Lì aprì subuto, con la foga e l'ansia di un bimbo che apre i regali di Natale sotto l'albero. Ogni ragazzo le aveva mandato un sms in cui c'era scritto come si chiamava, e iniziò subito a massaggiare con ognuno di loro, gli faceva domande, e loro le facevano a lei.
" Ma tu quale sei dei due che non si sono presentati? "
Ovviamente, quello che più la aveva colpita era Matteo, ma le sembrò troppo grande e troppo poco razionale, nel continuo. Poi, c'era un altro, che si chiamava Kevin, ma le sembrò una persona troppo dolce, ed empatica, perciò lo vide subito come un fratello. E poi, poi c'era l'ultimo dei tre, Oscar. E le sembrò subito perfetto, in tutto, in ogni singola parola che diceva, che scriveva, in ogni sua singola chiamata anche la sua voce era perfetta quando quella di ogni essere umano faceva pena, ogni suo singolo gesto, era armonioso. Iniziarono a vedersi, sempre più spesso, sempre più volte al giorno. Si incontravano soprattutto sotto un vecchio albero, al centro della piazza. E lì restavano per ore, a parlare di tutto, a parlare di niente, a volte, si ascoltavano i respiri, si scrutavano nel silenzio. A volte, passeggiavano, quando faceva poco caldo, correvano, sorridevano, si volevano bene. E anche in quei momenti, lui era bellissimo, e lei si sentiva bellissima grazie a lui.
Veronica, ora, riceveva messaggi in continuazione da lui, e da Kevin. Con Kevin, nacque un rapporto complicato. Iniziarono ad instaurare un rapporto di amicizia in cui lui c'era sempre per lei, ma lei non c'era quasi mai per ascoltarlo. Eppure, si chiamavano sempre, ad ogni ora, e nascevano dubbi, domande, paure. Lui, la metteva in guardia, le faceva un po' da papà, la voleva avere sotto la sua ala, e ci riuscì, lei si lasciò andare a quella libertà, mai provata prima. Era al settimo cielo, come si suol dire, stava iniziando un nuovo capitolo della sua vita e si sentì parte di esso.
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Se te ne vai, ti aspetto.
RastgeleSe due persone sono destinate a stare insieme, un giorno si troveranno, e vivranno felici. v. o.