Comitive

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Un passo dopo l'altro, mi avvio verso la classe di scienze. Ho gli occhi sulle mie converse consunte. qualche volta alzo lo sguardo, e vedo gruppi di ragazzi e ragazze che scherzano. Come dicono qua? Ah, si ecco: "Comitive" .

"Tu in che comitiva sei?"  Comitiva un bel cazzo.

Era già tanto se qua trovavo qualcuno che mi aiutava a trovare la mia aula.

Mi scontro contro qualcuno, per fortuna i libri sono nella borsa. Non alzo lo sguardo, vedo solo dei jeans neri stretti e degli stivali abbinati.

"Potresti stare più attenta a dove metti i piedi, bellezza"

"Ma vaffanculo" Lo supero.

Non riesco a fare tre passi prima di essere tirata da un braccio e buttata contro un armadio. Mi ritrovo faccia a faccia con "jeans e stivaletti" . Sono immobilizzata nei suoi occhi verdi freddi e arrabbiati. Ha una criniera riccioluta.

"Puttana" Mi spinge più forte contro l'armadietto. "Provaci un'altra volta e ti ritrovi all'ospedale, mi hai capito?" Ha gli occhi in fiamme e la fronte corrucciata. Sembra un bambino capriccioso e viziato. Mi metto a ridere.

"Ma chi sei? Ricordati che sei in una scuola e prima che tu riesca a mandarmi in ospedale sono già in presidenza"

Il ragazzo mi guarda in maniera smarrita prima di rispondere. Forse non è abituato a sentirsi rispondere, ma comunque le sue labbra si piegano in un sorriso che di vero non ha niente.

"Il preside, se non lo sai, è mio padre"

Ok, adesso forse sono un po' impaurita.

"Ah, il solito figlio di papà. Dovevo pensare che anche qua ce ne era uno...sai una cosa?" Alzo velocemente il ginocchio che va finire proprio dove voglio.
"Jeans e stivaletti" si piega in due dal dolore e io sfrutto il momento per andarmene, non prima di essermi piegata ed avergli detto.

"Ehi, non ti pensavo così fragile"

Lo sentii farfugliare qualche bella parole in mio onore.

Raggiungo velocemente la stanza di scienze. È il secondo giorno e già mi tocca picchiare la gente.

La lezione passa velocemente mentre il genio accanto a me prova a fare conversazione anche se non gli do proprio retta.

Uscendo da scuola, molto interessata alle mie scarpe, alzo lo sguardo e noto il gruppetto ragazzifighidellascuola. Indovina indovina, il simpaticone è nel bel mezzo della ciurma, tra un ragazzo dalla cresta bionda ed un altro abbronzato. Proprio come pensavo. Il solito ragazzo viziatello e sonofigosoloio.
Ritorno a guardare il cemento del cortile mentre passo davanti al gruppetto ma non riesco a resistere. Alzo lo sguardo e lui mi sta fissando. Ho paura che potrebbe veramente uccidere.

"Harry, allora stasera ci sei? Ce ne faremo qualcuna!"

Distoglie lo sguardo e gli sento dire: "certo, perché no."
•••
Il pomeriggio è monotono.
Compiti.
Leggere.
Cucinare.
Aspettare papà.
Anche qua niente è cambiato. Sicuramente tornerà a casa con una nuova, le prometterà di sposarla e poi se la porterà a letto. È il bello dell'essere belli, è il suo motto.
Mi metto sul divano dopo aver cucinato una pasta e ricomincio a leggere IT.
Ha 1400 pagine, sono un po' scoraggiata. Ma continuo lo stesso perché è Stephen King. Perché è il re dell'horror.
Sono già le nove e mezza e niente. Decido di salire in camera.
Alle dieci e mezza, 30 minuti dopo aver iniziato a vedere stupidi video su YouTube di gente che cade dalla bici, sento delle voci, anzi, più schiocchi che voci. Un'altra. Chiudo a chiave la porta e dopo mezzo minuto sento un corpo sbattere sulla mia porta.
"Sei bellissima"
Le dice mio padre continuando a baciarla
"Tu sexy"
"Anche tu"
"Shhh"
Adesso si sono spostati.
Sento la porta della stanza di mio padre e mia madre chiudersi.
Sento fino all'una gemiti e urla che mi fanno venire dissenteria.

Finalmente, alle due si può dormire.
___________
Spero che vi sia piaciuto.
Secondo capitolo stasera. Spero di riuscirci 8-D
Vi lascio prima di dire cavolate.
Cavolate come... VOTATE

I KNOW-- h.s. X e.w.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora