Cadute e scuse

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HARRY'S POV

Margot è seduta nel terzo banco della fila destra, accanto alla finestra.
Si tiene la faccia con entrambe le mani sulle guance, facendola sembrare un innocente scoiattolo e non una stronza di prima categoria.
Uno scoiattolo bello.

Credo di sorridere, perché quando mi nota si drizza immediatamente  e tira fuori i libri.
Ha le guance leggermente arrossate dal proprio tocco e gli occhi sono aperti attentamente e guardando qualcosa che non sono io.

"Styles, gentilmente si accomoderebbe accanto a Milthon?"

Ah, è il professore che l'ha fatta muovere. Sbuffo deluso e mi siedo accanto al ragazzo indicato dall'insegnante. In fondo che mi aspetto? Che mi sorrida, che mi saluti, dopo quello che le ho fatto?
Passo l'ora a guardarla annoiarsi e pentirmi sempre di più di aver detto no a Zayn, di non averla presa come ragazza dell'anno, di non averla presa come la nostra vittima annuale.
Quando l'insegnante ci libera, Margot si alza immediatamente insieme agli altri e cammina verso la porta. Verso. Perché non ci arriva.

MARGOT'S POV

Scivolo. Cazzo se scivolo.
Le mie converse bordeaux spariscono dalla mia visuale nel momento in cui parto in caduta libera e sbatto contro lo spigolo di un fottuto banco.

Non. Voglio. Alzarmi. Sicuramente sono abbastanza comica da far ridere tutta la classe.
Infatti.
Mi siedo stordita. Dio, che dolore. Volevo solo scappare dagli occhi di Harry.
"Ah..." Sussurrò. Appoggio la mano sul banco e mi tiro su a fatica, chiudendo gli occhi e stringendo le labbra quando un'altra scarica di dolore parte dalla caviglia destra.
Provo a fare due o tre passi zoppicanti in mezzo alle risate  che diminuiscono.
Ahahaha, che ridere. Coglioni, mi sono fatta male veramente. Ahaha.
Quando perdo la mia battaglia e sto per ricadere a terra, un braccio forte avvolge il mio fianco dolorante, alzandomi leggermente da terra.
Mi appoggio totalmente sulla spalla del soccorritore e circondo la sua vita con il braccio. Guardo la classe e mi scontro con le facce sorprese e allarmate della gente.
Punto un dito medio generale a tutti mentre una risata troppo familiare echeggia nel mio orecchio.
Alzo la testa e vengo travolta da una tempesta di capelli ricci.
È lui. È Harry. Harry che ride.
Mi trascina verso la porta sotto ad un mormorio generale. Il suo odore è strano e bello, come quello che ti aspetta quando torni a casa dopo anni. O sei a casa per la prima volta. Sento i suoi muscoli contrarsi ad ogni passo mentre mi porta fuori dall'aula semivuota.
"Grazie. Lasciami. Riesco da sola." Sputo. Non posso dimenticare i precedenti con Harry caro.
"Capisco perché la gente crede che tu sia caduta dalle scale" Sorride divertito.
Come cazzo si permette?
"Coglione, ti sembra divertente?"
Lascio un forte sospiro di sorpresa quando mi stringe ancora più forte quando inizia a camminare lentamente trascinando poi zoppicante con lui.
Metto le mani sulla sua spalla e provo a togliere la sua mano dal mio fianco. Prendo il suo polso ma non si muove minimamente mentre con la gamba sana lo spingo via grugnendo
"La-scia-mi" lo sforzo è evidente nella mia voce.
"No, Casanova, tu vieni in infermeria, io ti accompagno, mio padre lo viene a sapere, pensa che sono bravo ragazzo, fine della storia. Vivremo tutti felici e contenti"
La sua voce è bassa e roca nel mio orecchio e un brivido mi passa su per la spina dorsale.
Sbatto un paio di volte gli occhi prima di rendermi conto di cosa ha detto.
"Gentile da parte tua, eh"
"Lo so" dice guardandomi dall'alto e sorridendo.
È un angelo?
Ammiro le sue fossette fino a quando non inciampo sul mio piede fuori uso.
"Cazzo" impreco silenziosamente sbarrando gli occhi e aprendo la bocca provando a respirare normalmente.
"Dai, non ti sei mai rotta qualcosa in vita tua?"
"Si" rispondo. Sto già sorridendo.
"Cosa?"
"I coglioni"
Ci mettiamo a rider nel corridoio vuoto e le nostre risate echeggiano sui muri. Harry sta quasi piangendo e mi piace, il che mi fa ridere ancora di più.
"Infermeria" dice ancora ridendo, aprendo la porta.
"Ok, grazie, ora vai a lezione" dico sorridendo e sedendomi su una sedia.
"Ok..." Sembra deluso. Che si aspettava?

È già fuori dalla porta, ma si gira velocemente.
"Margot"
"Si?" I suoi occhi sono incerti.
"Scusa" sussurra e chiude velocemente la porta.

Ecco il capitolo e grazie a tutte quelle che stanno leggendo la storia! Proverò ad aggiornare ancora oggi.
Consigli?
Grazie ancora e ciao

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