Capitolo 1

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Una settimana dopo...

Ero in macchina insieme a mia madre,non potevo scacciare via la paura che giaceva dentro di me per le auto, cerco di regolare il respiro e mi sistemo sul sedile.

Il silenzio incombe nella piccola auto di mia madre mentre quest'ultima mi fa un sorriso rassicurante. Quando arriviamo non posso fare a meno di notare il grande e meraviglioso albero, faccio un sorriso ed entro.

Mia madre dice qualcosa alla proprietaria prima di venire nella mia direzione

"Sono le 3:00 tesoro, verrò a prenderti alle 5:30" annuisco e mi da un bacio. Mi sento in qualche modo rassicurata da mia madre. Quando mio padre è morto ed io non ho spiccicato più parola ha cercato in tutti i modi di farmi sorridere...e di non farmi sentire in colpa. In meno di un mese si era creata una maschera,nonostante la notte la sentivo piangere. Non posso fare a meno di pensare che sia tutta colpa mia...non era necessario,lui non doveva accompagnarmi all'audizione,potevo prendere un autobus, io..

I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno che mi sfiora la guancia.

"Le tue lacrime non stanno bene con questi meravigliosi occhi azzurri." Guardo il ragazzo,i suoi occhi caramello mi attraggano per qualche strana ragione. Le sue labbra sono piene e rosee e , Dio se è bello.

Mi mordo il labbro imbarazzata e lui le guarda prima di parlare.

"Sono il tuo tutore,vieni con me." Mi porge la mano e l'afferro. Le sue dita sono ruvide, in contrasto con la pelle morbida del suo palmo. Non posso fare a meno di guardarlo affascinata, mentre lui ridacchia. Se ne accorto? Sento la mia pelle accaldata e ciò lo fa ridere ancora di più.

"Sei adorabile quando arrossisci" . Entriamo in una stanza, vedo molte ragazze e ragazzi, addirittura bambini. Alcuni sulla sedia a rotelle, altri con qualche disturbo..Dio,come ci sono finita qui dentro?

"Non dovresti piangere,sai?" Mi chiede,faccio spallucce. Nota la mia espressione corrugata e continua. "Devo pur trovare un modo per farti parlare no?" Mette in mostra i suoi denti ed io ricambio prima di coprirmi la bocca con la mano.

"Hai un sorriso fantastico,non dovresti nasconderlo." arrossisco mentre la sua risata fa il suo ingresso. "Arrossisci spesso? Ti imbarazzo?" Si avvicina terribilmente a me e , giuro, credo di svenire.

Sembro quasi il centro della sua barzelletta, sa già il modo in cui reagisco quando mi fa complimenti, e questo lo fa ridere. Amo la sua risata, ma non voglio che la causa sia io. Mi fa sentire stupida. Gesticolo con le mani e spero mi capisca.

"Non ridere di me. Come ti chiami?" Muovo le mani.

"Perchè invece di usare il linguaggio muto non parli? Provaci,sono sicuro che la tua voce sia bellissima,proprio come te. Mi chiamo Justin comunque, Justin Drew Bieber." Mi dice. Il suo nome è stupendo,proprio come lui.

"Vuoi fare una passeggiata?" Annuisco e mi prende la mano. Non posso non notare come le nostre mani stiano così bene insieme. Spingo i pensieri nel retro della mia mente e continuo a camminare.

L'aria fresca e il leggero bruscio degli alberi mi rilassa quando usciamo fuori. Ci sediamo intorno alla media e rotonda fontana,metto una mano all'interno e sorrido.

Con la coda dell'occhio vedo Justin guardarmi ma non ci do molto peso.

Mi giro verso di lui, non ha vergogna mentre mi fa,praticamente, la radiografia mordendosi il labbro. Il cuore mi cade sullo stomaco mentre cerco di distogliere lo sguardo. Cerco di dirgli cosa sta cercando di fare, ma mentre apro la bocca sento come sempre quel familiare nodo sulla gola.

"Cosa? Che stavi per dire Jàsmine?" Mi guarda. Come sa il mio nome? Glielo detto?

"Non riesco." Gesticolo ancora.

"Oh" e la sua unica risposta.

La due ore e mezza finiscono così,con Justin che cerca di farmi ridere e parlare con scarso risultato.

Quando entriamo in casa, mamma mi prepara qualcosa da mangiare prima che vada a letto.

Mi stendo e cado quasi subito nelle braccia di morfeo. È stata una lunga giornata.

*

Mi sveglio grazie alla luce del sole che attraversa la grande finestra.

Mi alzo e cammino con i piedi scalzi fino alla porta del bagno. Quando entro nella doccia l'acqua tiepida mi fa rabbrividire. I miei muscoli si rilassano e comincio ad insaponarmi. Dopo aver finito scendo di sotto con solo l'asciugamano. Vedo mia madre cucinare delle omlette e le do un bacio.

"Jas, ho chiesto al tuo tutore se poteva venirti a prendere, io devo andare di corsa al lavoro, sarà qui a breve" dice, e il mio cuore affonda.

Perchè mai ha chiamato il mio tutore? ...non ho tempo di pensare o salire le scale che il campanello suona. Mamma dice di aprire e così faccio. Justin alza lo sguardo verso di me, fa un sorriso e alza gli occhiali per guardarmi meglio.

"Wow" lo sento mormorare. Cosa?

Lo guardo tra le ciglia e lui si morde il labbro. "Dio, non guardarmi in quel modo piccola. Mi fai entrare?" Come mi ha appena chiamata? Mi sposto e lo faccio passare.

"Ciao Justin" Lo saluta mia madre. "Tesoro io adesso devo andare, vi ho preparato la colazione comunque." mi da un bacio,prende la borsa ed esce. Io mi siedo e cerco di tenere ben fitto l'asciugamano intorno al mio piccolo corpo.

Posso vedere sul suo viso l'ombra di un sorriso. Alzo gli occhi al cielo e cominciamo a mangiare.

Sarà una lunga giornata pure questa.

Always [Justin Bieber]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora