Una vecchia canzone diceva: "Tu sai tutto sulla realtà del mercato e qui io ammetto di essere negato.
Ma a inventare quel che non c'è io forse son più bravo di te... Tu hai i soldi, io la fortuna di trovar fiori nella spazzatura. Perché a trovare quel che non c'è io forse son più bravo di te."
E allora lascia perdere i conti e le cifre.
Sai dire quanto amore hai dentro? Un chilo? Un litro?
Non lo sai, eh?
E allora lascia perdere la matematica.
Inventa quello che non c'è. Perché quello che c'è è di tutti.
Ma se riesci a trovare quello che non c'è, be', allora hai qualcosa di solo tuo. E se qualcun altro vede quello che vedi tu, be', allora hai trovato qualcuno che ti vive.
Non lasciarlo fuggire. Fermalo! Vivilo! Scrivilo!
Le storie sono come le persone.
Non sono fatte per stare sole.
Da qualche parte nel mondo c'è qualcuno che vive una storia che si specchia nella tua.
Guardati intorno! Quel qualcuno non è tanto lontano da te.
È l'altra metà del libro.
Non perdere tempo a scrivere altre pagine...
Cercalo!
Il resto lo scriverete insieme.
Perché non c'è niente di più riuscito di due storie che s'intrecciano.
Ma le stelle quante sono – Giulia Carcasi
III
Salgono velocemente le scale che portano all'appartamento di Louis, ridendo ed inciampando ad ogni gradino mentre Harry continua a sorridere, come ormai fa da un po' di tempo a questa parte, o almeno da quando ha incontrato il ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli color caramello.
Louis lo trascina per il polso eccessivamente magro finchè non arrivano sul pianerottolo di casa sua tutti trafelati e con il respiro accelerato.
"Ma non staranno dormendo nel palazzo? Sveglieremo tutti se continui a urlare idiota!"
Il castano è tutto sudato ma zittisce Harry portando un dito sulle sue labbra rosse e sottili, poi sorride di nuovo mentre infila la chiave nella serratura e gli fa segno di seguirlo dentro con una mano.
"Ah sarei io ad urlare? Tu non preoccuparti Haz, vieni dai."
Harry entra in casa in punta di piedi, Louis invece corre e si sbarazza delle vans con poca grazia, lanciandole in due punti diversi della piccola stanza, sembrano ubriachi ma a nessuno dei due sembra importare granchè.
Il riccio si ferma e rimane in piedi, poi richiude la porta alle sue spalle e si guarda intorno curioso ma le sue gambe non sembrano voler avanzare nell'abitacolo.
Quando Louis se ne accorge si volta verso di lui: "Guarda che non mordo mica Harold, non ci sono trappole nascoste, a parte qualche calzino puzzolente ma basta tapparsi il naso, no?"
Harry copre una risata con il dorso della mano e "Qui è davvero carino, e ti rappresenta tanto."
"Già! Mi arrangio come posso. Questo è l'affitto più basso che ho trovato in zona, e dividere con Niall non mi sembrava proprio il caso, dal momento che è un terremoto vivente e svuota il frigorifero con una velocità da paura, e poi vuole il monopolio sul televisore." – Louis continua a toccarsi i capelli mentre il riccio sta girando in tondo senza sosta.
"Cavolo, chi l'avrebbe detto, sembra così carino e simpatico."
"Appunto, sembra. Non lasciarti ingannare da quegli occhioni azzurri e malefici Harold."
Passano pochi secondi e l'aria all'improvviso diventa pesante, la tensione aumenta perché cala il silenzio.
Harry lancia delle occhiate languide e furtive a Louis che continua a muoversi inquieto per l'abitacolo, quasi non fosse la sua stanza e non sapesse dove mettere i piedi.
Si disfa della camicia di jeans e si sposta verso la finestra aperta: ha improvvisamente bisogno d'aria, la sfacciataggine di prima è ormai sparita.
Harry si guarda nuovamente intorno e lo segue silenziosamente verso la finestra mentre si libera delle converse bianche in un maldestro tentativo di sembrare sciolto e disinvolto.
"Ti prego, non ucciderti."
Louis lo sbeffeggia ma Harry si avvicina tirandogli un piccolo pugno sulla spalla, poi arrossisce.
I loro fianchi ora sono vicinissimi, le loro spalle si toccano ed innumerevoli brividi attraversano i loro corpi accaldati mentre guardano fuori dalla piccola finestra della camera, la luce dei lampioni li colpisce in pieno volto.
"Mmh, metti un po' di musica, si? Ti va?"
Harry avanza una richiesta strana ma Louis è radioso, ed è assolutamente d'accordo: musica! Perché non ci ha pensato prima?
Il riccio continua a guardarsi intorno: l'appartamento è piccolo ma accogliente, tipico di Louis. Ci sono foto appese alle pareti, due skate abbandonati in un angolo e tante camicie di jeans insieme a qualche felpa colorata. E anche vans, tantissime vans dalle più diverse trame, addirittura con i fumetti e gli scacchi bianchi e neri, anche questo è tipico di Louis Harry ha imparato. E non può che sorridere mentre scopre le abitudini del ragazzo dagli occhi azzurri. C'è una tazza di the sul comodino, ed un ipod di fianco.
"Ti piacciono i tatuaggi Haz?"
La sua osservazione e il suo flusso di pensieri vengono interrotti dalla voce dolce e acuta del ragazzo.
"Pensavo l'avessi capito, dopo aver visto gli uccelli che ho tatuati sul petto, e anche quelli sul braccio, sai."
Harry ride e Louis fa lo stesso mentre il riccio finalmente inserisce un CD che ha preso nel mucchio nel lettore.
"Beh, si. Abbiamo qualcosa in comune in effetti."
La musica parte nel momento esatto in cui Harry lo guarda di nuovo sollevando lo sguardo.
Una canzone sconosciuta si diffonde nella stanza ed Harry si rilassa, Louis si avvicina lentamente a lui, prende la sua mano sollevandola a mezz'aria e intreccia le sue dita con quelle sottili e piene di anelli di Harry: il mondo si ferma per un attimo insieme ai loro respiri che pian piano diventano lenti e sono così silenziosi.
Il riccio si stringe al più grande, posa il capo sulla sua spalla e porta un braccio sulla vita di Louis. Non stanno propriamente ballando un lento ma i piedi si muovono lenti e stanno ondeggiando l'uno appoggiato all'altro intorno alla stanza. Le dita libere di Harry si posano sul viso dell'altro e si guardano negli occhi, poi le lascia scorrere sull'accenno di barba e si avvicina lentamente alla bocca accarezzandola dolcemente con prima con l'indice, poi con il medio, l'anulare e il mignolo. Una ventaglio che accarezza dolcemente quella linea sottile.
Louis rabbrividisce, sente gli anelli freddi mentre lo sfiorano, non si sottrae a quell'impercettibile tocco, non si sottrae ad Harry.
Si studiano attentamente mentre la musica continua la sua corsa sinfonica.
Le mani grandi del riccio fanno un lungo giro fino a posarsi sui fianchi torniti del maggiore che "Fermati Harry, perché io... non lo farò."
"Perché dovrei fermarmi? Mmh?"
"Perché.. Sei pronto a lasciarti andare? A vivere davvero per una volta nella tua vita?"
Harry si blocca un momento, tutto trema, anche la sua vita trema, e sbatte le ciglia più volte senza accorgersene fissando intensamente Louis e quel mare in tempesta che sono i suoi occhi chiari.
"Sei tu, sei sempre tu, in ogni momento, in ogni brivido che sento correre lungo la schiena. E se sei tu, io sono pronto, davvero."
Louis sorride ma poi torna indietro ed afferra un pezzo di liquirizia abbandonato sul bancone della cucina, perché la sua stanza è uno spazio aperto e puoi trovare qualsiasi cosa, in qualunque posto.
Porta il bastoncino nero elastico alle labbra e ne morde un pezzo, osserva Harry che ride mentre lo fissa a sua volta con un cipiglio strano in volto: anche nei momenti più impensabili, Louis deve fare qualcosa di sorprendentemente ridicolo che lo porta ugualmente a sospirare felice.
"Fai mai il serio, Lou?"
Il castano scrolla le spalle e si avvicina nuovamente all'altro afferrandogli un lembo della camicia, si ferma a pochi centimetri dalle labbra di Harry, posiziona l'altra estremità della liquirizia tra le labbra ciliegia e lo guarda attentamente con un ghigno, lo sfida solo con lo sguardo come fa sempre con Harry.
Al riccio manca di nuovo il fiato per quanto sono vicini, troppo vicini, pericolosamente vicini.
Louis soffia il suo respiro caldo in quello di Harry mentre avvicina ancora le labbra e mastica la liquirizia fino ad unirle con quelle di Harry. Un sapore strano e dolce nella bocca di entrambi, è mescolato alla saliva e al sapore della libertà tanto agognata.
Il bacio che si scambiano ha un nuovo sapore, le mani piccole di Louis scivolano veloci ed esperte, modellano il corpo statuario e longilineo di Harry, si annodano tra i ricci soffici e profumati di shampoo alla fragola e Louis è troppo basso, tanto basso da essere costretto a sollevarsi sulle punte per catturare di nuovo quelle labbra rosse ed invitanti, lo fa con fatica così ogni tanto Harry lo aiuta.
Poi ride e lo afferra per i fianchi, sollevandolo letteralmente. Louis intreccia le caviglie al busto del riccio e si lascia posizionare sul bancone della piccola cucina.
Louis posa una mano sullo stomaco di Harry per allontanarlo e spingerlo di nuovo verso di se, ancora più stretto, i loro petti cozzano e i primi timidi gemiti riempiono la stanza.
Harry si lascia guidare ma allo stesso tempo si muove sicuro trascinato dall'entusiasmo di Louis che continua a lasciargli baci leggeri e languidi su ogni parte del corpo, un altro ansito ed Harry sente di avere così tanto dentro, così tanti sentimenti, così tanta voglia, da poter esplodere da un momento all'altro, da non riuscire a contenere tutto.
Louis lascia scivolare la camicia dell'altro dalla spalla, bacia il braccio di Harry, facendolo rabbrividire, poi la mascella e l'orecchio.
Lentamente passa al collo niveo ed infine alle scapole incavate e tatuate, perché, dopo aver scoperto che Harry è pieno di tatuaggi Louis ha rischiato di impazzire sul serio, ed ora si diverte a tracciarne i contorni in modo alternativo. Risale di nuovo, si avvicina alle labbra sottili di Harry per soffiarci dentro il suo respiro profumato alla liquirizia ma il riccio lo afferra per la nuca e lo bacia ancora, in modo più approfondito: rimangono senza fiato per un istante per poi ridere l'uno nella bocca dell'altro, e non riescono a smettere, i baci sono fatti di saliva e lingue colorate di nero che si rincorrono senza sosta, senza freni ed inibizioni.
Le mani di Harry, piene di anelli, vanno ad insinuarsi sotto la maglietta bianca di Louis che sobbalza per il tocco freddo ed improvviso del riccio.
"Rilassati." Glielo sussurra direttamente nell'orecchio con voce roca e sensuale.
Louis ride ma "Cazzo se sei congelato."
"Si?"
Le sue mani salgono, accarezzano il collo di Louis e poi si piega verso il suo orecchio di nuovo, mordendogli il lobo, Louis si dimena sotto di lui.
"Conosci un modo per riscaldarmi?" dice tra una risata e l'altra.
Le pupille di Harry sono dilatate all'inverosimile e l'erezione di Louis è sempre più dura tra le sue gambe.
Non è sicuro di riuscire a resistere ancora a lungo, non se Harry continua a provocarlo in quel modo ed a pronunciare certe frasi nel suo orecchio, con quella voce calda e cadenzata, decisamente erotica.
Dove è stato nascosto per tutto questo tempo?
E rischia di venire solo mentre il riccio pronuncia il suo nome storpiandolo in Loueh.
"Ho qualche idea, una più efficace dell'altra ma. Andiamo in camera, si? Per cominciare."
Harry lo solleva di peso e ridacchia, Louis emette un urlo non proprio virile ma il riccio non riesce a non ridere allegro: quella notte vuole lasciarsi andare, amare Louis come non ha mai amato nessuno in vita sua.
Si è sempre chiesto se l'amore fosse davvero come lo descrivono nelle canzoni, probabilmente non avrà mai una risposta abbastanza esaustiva, una che lo soddisfi a pieno perché diavolo, è sicuro di non essere mai stato amato come Louis sta facendo in quell'istante, e non solo con il corpo.
Però ha intenzione di dare una chance all'amore, quella notte, ed anche quelle a seguire, e forse ne darà volentieri anche una a Louis.
Lo fa stendere dolcemente sul letto piccolo ma solo perché Louis si sta facendo manipolare a suo piacimento, forse ha paura di spaventare il ricco ma anche lui si rilassa sopra senza pesargli troppo addosso.
Louis gli sposta i ricci dal viso e si guardano ancora negli occhi mentre un'altra canzone parte nel lettore ormai dimenticato.
Louis tira di nuovo indietro i ricci dell'altro in modo quasi spasmodico, ma è tutto inutile perché gli ricadono in continuazione sul volto angelico facendolo ridere.
Harry sorride e si sente quasi male quando Louis "Sei così bello" dice.
"E sei carino quando arrossisci."
Harry avvampa ma Louis continua a sorridergli.
"E sei terribilmente goffo a volte."
"Sapevi di dover prendere tutto il pacchetto, io ti avevo avvertito quella notte, nel vicolo. Mi dispiace."
"A me no."
Si rotolano tra le coperte bianche e Louis finalmente prende il controllo della situazione, è stanco di giocare a rincorrersi e di far comandare l'altro, non è così che è abituato a fare.
Inverte le posizioni e si sporge per prendere qualcosa dal vecchio cassetto di legno del comodino, Harry ridacchia perché ha capito che Louis non è un tipo da poter comandare a bacchetta, non lo è per niente, ma va benissimo così.
Lo guarda mentre armeggia con il lubrificante ed un preservativo nuovo, si passa una mano tra i ricci ed è un po' nervoso.
A Louis invece tremano le mani anche se cerca di non farsi vedere e non lo sa il perché, in fondo non è la prima volta per lui e non è la prima volta neppure per Harry, ma forse sa che è come se in realtà lo fosse.
Si volta verso Harry e si piega per baciarlo. Il ragazzo sotto di lui è immobile, porta le braccia al collo per stringerlo ed a Louis sembra così fragile, ha quasi paura di romperlo.
"Tutto ok, Lou?"
Due fossette fanno la loro comparsa e il maggiore si rilassa: Harry si fida di lui, si fida sempre, di lui.
"Ok, sì. Tutto ok, è perfetto."
Gli sorride di rimando mentre cosparge il liquido sulle sue dita e si muove per preparare Harry al meglio. Non ha intenzione di sbagliare niente, tantomeno di fargli del male, quindi lascia scivolare le dita dentro di lui con attenzione, non forzando niente, stando attento ad ogni espressione che traspare dal suo volto.
Passano pochi minuti, ma poi Harry si avvicina e lo bacia dolcemente posando una mano sulla sua guancia, lo afferra da dietro la schiena e lo avvicina verso di lui con urgenza.
Allontana la mano che ancora si muove dentro di lui per chiedere silenziosamente di sostituirla con qualcos'altro: Louis capisce che quello è il suo modo per fargli capire che è pronto, che non serve nient'altro, non più.
Harry stringe il lenzuolo ed inarca la schiena quando Louis estrae le dita per sostituirle con il suo sesso, si lascia andare con la testa sul corpo del maggiore e gli stringe i capelli.
Sussurra imprecazioni nel suo orecchio ma non lascia andare la presa sull'altro, se possibile lo stringe ancora di più, inglobandolo del tutto tra le sue braccia lunghe e graffiando la schiena con urgenza e bisogno.
Sono passati solo pochi minuti.
"Credo di.. essere già al limite. Sto tipo, prendendo fuoco? È possibile, Loueh? Credi sia possibile?"
Louis ride ma trema ancora, è una risata incerta, mentre sente l'aria mancare nel petto. Un po' come quando balla, e sarà anche un paragone stupido ma è così che si sente: il terrore di sbagliare qualcosa, ma la tremenda voglia di farlo.
E lui vuole Harry, lo vuole davvero.
Inizia a muoversi dentro di lui sempre più velocemente, perché non riesce a controllarsi, il viso di Harry si piega in una smorfia di puro piacere e Louis è sicuro di poter impazzire mentre lo guarda ed allarga a sua volta la bocca per lasciare uscire un gemito trattenuto troppo a lungo.
"S-sembri fatto."
Scivola lentamente verso la sua apertura ancora una volta ma finalmente lo fa del tutto, e nel momento in cui i loro corpi si uniscono sono entrambi senza fiato di nuovo, Harry si lascia finalmente andare, nonostante la resistenza iniziale, poi Louis inizia a muoversi ancora più velocemente ed è quasi come se avessero ricominciato a respirare di nuovo, dopo ore di apnea.
"Forse lo siamo entrambi, fatti intendo."
Harry ride perché Louis parla davvero tanto e la stanza si riempie di ansiti e gemiti incontrollati e quasi disumani mentre Louis si spinge dentro di lui con un ritmo cadenzato e per niente rilassante, riesce a muoversi liberamente ora ed il dolore iniziale che ha scorto nel volto di Harry è presto scomparso, è stato del tutto sostituito dal piacere.
Ciò che sente ora il più grande è solo una litania di LouisLouisLouis.
Nel momento esatto in cui colpisce quel punto, Harry sente di poter andare letteralmente a fuoco, gli gira la testa e davvero si rende conto che non riuscirà a contenere tutto quanto, è davvero troppo.
Avvolge le braccia al collo di Louis e lo bacia a bocca aperta, seguono una serie di imprecazioni da entrambe le parti, i loro corpi non si distinguono più dal momento che sono un'accozzaglia di colori diversi, le braccia e le gambe intrecciate, il sudore che cola lungo la schiena di entrambi, i ricci scomposti e le mani che volano ovunque.
La mano di Louis raggiunge i capelli umidi di Harry, si tuffa tra i ricci e glieli tira amorevolmente indietro mentre quello chiude gli occhi e trema sotto di lui, gli graffia la schiena e lo bacia ancora mentre il calore familiare si concentra nel basso ventre dove lui ha iniziato a stimolarsi con l'aiuto di Louis.
Accarezza il suo corpo con gli occhi languidi: le gambe infinite e le mani ricoperte di anelli, lo trova più bello delle sculture greche che un tempo studiava sui libri di scuola, lo guarda negli occhi mentre si trascina su di lui e continua a spingere senza voler smettere per le ultime volte.
"Mmh."
Harry non riesce a formulare frasi di senso compiuto, e Louis non sembra farci molto caso perché continua a spingersi dentro di lui ancora e ancora, affonda tra quelle membra delicate, finché entrambi non raggiungono insieme l'orgasmo.
Si accascia su Harry ma non esce da lui se non pochi minuti dopo.
Crede di non sapere esattamente dove si trovi e crede di aver perso il senso del tempo, troppo amore.
Non si addormenta, non ancora perché sta così bene in quella posizione.
Il riccio si lascia andare sulle lenzuola ormai sporche del loro amore e si trascina meglio Louis sul petto ampio e macchiato d'inchiostro.
Quello gli accarezza i tatuaggi per poi avvicinarsi al collo. Lo morde lentamente per lasciargli un segno violaceo ben visibile. Mugola, lo ammira e pensa mio, mio, solo mio.
"Hey, sei un animale!"
"Scusa, altrimenti non si vede."
Entrambi ridono, poi Louis si sdraia al suo fianco dandogli la schiena: è un tenero invito a lasciarsi abbracciare dal riccio che non rifiuta di certo, non è mica stupido lui.
Il suo petto ampio riscalda la schiena piccola e fredda di Louis, avvicina le labbra al suo orecchio per soffiarci dentro un 'Ora dormi, pulce' e lo ingloba tra le sue braccia amorevoli.
Louis gli tira una leggera gomitata nelle costole nel sentire il vezzeggiativo che Harry utilizza, poi si trascina addosso le coperte per coprire entrambi con il piumino. Lui una pulce? Sul serio?
Si addormenta velocemente Louis, cullato dalle carezze dell'altro ragazzo che non riesce a credere di aver finalmente rotto le catene che lo tenevano così legato al mondo reale ed al dovere, alla realtà triste e vuota che lo circondava, quella clessidra vuota che era diventata la sua vita, fatta solo di tante bugie.
Quando Louis sta per lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo Harry sussurra un flebile 'grazie'.
Pensa di averlo sentito solo lui, e Louis glielo lascia credere mentre un sorriso spunta sulle sue labbra ancora calde e gonfie per i troppi baci che si sono scambiati in quella meravigliosa notte.
I raggi del sole sferzano l'aria della stanza e filtrano dalla finestra aperta che hanno lasciato così la sera prima; la brezza mattutina accarezza i contorni dei loro corpi avvinghiati l'uno all'altro, tanti piccoli brividi attraversano la schiena due ragazzi, ancora nudi in quel piccolo letto.
Il castano si risveglia nella stessa posizione in cui si era addormentato e inevitabilmente sorride, al nulla, forse solo a se stesso.
Si volta lentamente nell'abbraccio di Harry per poterlo guardare meglio in viso stando attento a non urtarlo e a non svegliarlo: i lineamenti del viso del riccio sono quelli di un bambino innocente, e nonostante la notte che hanno appena trascorso, Louis si sente in dovere di proteggerlo dai mille pericoli del mondo esterno, e sono tanti, pensa.
Per cominciare, non se la sente di svegliarlo così presto, molto meglio continuare ad osservalo dormire ed accarezzargli i capelli ancora arruffati ma sempre morbidi e profumati di fragola come la sera prima. Sembra che gli uccelli ci abbiano fatto dentro un nido, ma Harry è comunque bellissimo.
Sono così vicini che gli basta soffiare sulle labbra dell'altro per sentire a sua volta il respiro caldo di Harry che sembra ancora sapere di liquirizia dolce. Louis sa che non è possibile ma poco importa.
Disegna cerchi immaginari sul suo petto ampio, lo carezza lentamente e quello all'improvviso storce il naso: Louis sogghigna mentre gli passa una mano sul ventre piatto sotto le coperte.
Lascia scivolare i polpastrelli sulla pelle e gli sembra quasi di percepire l'enorme farfalla che decora lo stomaco del riccio, si appunta di chiedergli il significato del soggetto, più tardi.
Accarezza un punto imprecisato dello stomaco e poi sale a sfiorargli il collo gentilmente, Harry non accenna a svegliarsi quindi lo afferra per i fianchi e se lo tira addosso, più vicino, sempre più vicino, fino al cuore.
Passa ancora le piccole dita nei suoi capelli ricci e poi: "Ciao, pulce."
Finalmente il riccio apre i suoi occhioni verdi e Louis non può che restarne affascinato ed incantato, come sempre, sorride per il nomignolo che ormai è diventato routine.
"Ciao."
"Cosa fai, Lou?"
"Le coccole, non vuoi le coccole?"
"Voglio le coccole, e voglio svegliarmi così tutti i giorni."
"Nessuno te lo impedisce, casa mia è abbastanza grande per entrambi."
Negli occhi di Harry compare un velo di tristezza, ma poi torna a sorridere.
"Me lo impediscono tante cose in realtà, e la tua casa non è abbastanza grande."
Harry si lascia accarezzare e stringere, si accoccola ancora di più al petto di Louis e gli sussurra parole dolci all'orecchio mentre inserisce il viso nell'incavo del suo collo.
"Ad esempio?"
"Ad esempio la scuola di danza, il mio appartamento che pago per metà con mio padre, e poi non posso trasferirmi qui all'improvviso perché lui mi ucciderebbe, cambierei il tuo modo di vivere e.."
"Shhh, quanto parli Styles, e dici tante di quelle cazzate."
Louis gli tira indietro il ciuffo, poi inizia ad intrecciare una parte di capelli.
"Saresti carino con una treccina laterale, sai?"
Il riccio sorride e gli si illuminano gli occhi, adora le treccine, e Louis vuole fargliene una, è tenero.
"Sii serio, Lou. Ti prego."
"Lo sono. E da persona seria ti sto chiedendo di trasferirti da me quando vorrai, anche se l'appartamento è piccolo, sì."
Il castano si morde la lingua mentre si concentra sui capelli ed Harry vorrebbe piangere, perché è tutto così bello che non si ricorda l'ultima volta in cui è stato così felice e spensierato e oddio, vuole lasciare la Juilliard. Lo realizza in quell'istante, e vuole vivere con Louis. Ed è tutto assurdo, ma seriamente assurdo, perché non può buttare all'aria tutto, non può buttare all'aria un posto nella scuola di danza più esclusiva di New York, tanti ragazzi avrebbero voluto entrarci, quel giorno c'era la fila e semplicemente non è giusto, davvero.
Ma ora si trova nel letto con la creatura più bella del mondo che gli sta facendo una treccina, con cui ha appena fatto l'amore, e con cui spera di passare molto tempo ancora, e gli sembra tutto possibile, dio.
"Voglio lasciare la Juilliard Louis. Pensi, pensi che io sia un egoista?"
Louis ride in modo cristallino ed Harry mette il broncio. La treccia però è quasi pronta.
"Egoista Haz? Seriamente credi di essere egoista? Tu? Questa è probabilmente la prima decisione che ti sento prendere solo ed esclusivamente per te. Cazzo, era ora, non sei egoista se non hai mai pensato a te fino a questo momento."
Harry ride perché sì, è vero. Lui non ha mai pensato a se stesso.
Sente che Louis lo aiuterà a spiccare il volo una volta per tutte, e non può che esserne felice, finalmente.
E se per esserlo davvero deve lasciare la scuola di danza, lo farà senza rimpianti, ognuno la sua strada.
Suo padre se ne farà una ragione, o almeno così spera.
Due ore di coccole dopo, mentre legge l'indirizzo che Louis gli ha segnato sulla mano destra la sera prima, sorride involontariamente.
"Lou, perché mi hai segnato l'indirizzo sulla mano se siamo qui insieme, dopo aver trascorso la notte in un letto piccolo ma comodo?"
Si gratta il retro del collo mentre inarca un sopracciglio.
"E chi lo immaginava che saremmo finiti a rotolarci tra le coperte, dolcezza."
"Ma smettila, idiota."
Harry lo indica mentre si infila una maglietta bianca larga che probabilmente Louis non usa più da tempo, si sente terribilmente in imbarazzo mentre Louis è così sicuro di se stesso che si stiracchia e sorride leggermente dal letto, ed è ancora nudo maledizione.
Poi si alza e si dirige verso l'armadio dov'è ancora adagiata la maglia enorme di Harry, la indossa con così tanta nonchalance perchè quella ha ancora il suo profumo addosso e perché è di Harry ovviamente.
"Allora, facciamo così Styles: tu ora vai a compilare quello che devi per lasciare la scuola, o comunque quello che devi fare per annullare il tutto, insomma hai capito, magari dillo a Lou. Io vado allo skatepark e tu mi raggiungi lì, tanto ho delle cose da fare per la battle dance."
Harry sorride e trascina Louis contro il suo petto, stringendolo e scoccandogli un bacio sulle labbra.
"Ok, farò questa cosa. E poi ti raggiungo qui."
Solleva il palmo della mano per fargli vedere l'indirizzo.
"Sto bene?"
"Sei bellissimo, e la mia maglia ti dona."
"Anche a te dona la mia, anche se è un po' stretta."
"Oh chi se ne importa."
Si baciano ancora in modo approfondito, poi entrambi si dividono per qualche ora.
*
Harry sta per avere la sua prima lezione di skateboard, ed è entusiasta, la stanchezza proprio non la sente anche se continua a non mangiare e ad inciampare spesso nei suoi piedi.
Non conosce assolutamente il posto in questione ma chiedendo un po' in giro è riuscito ad arrivare a destinazione prima dell'orario prestabilito, inoltre lui odia essere in ritardo e non vede l'ora di abbracciare il suo Louis di nuovo.
Forse tutto questo non è propriamente normale, anzi è decisamente da pazzi lasciare la Juilliard per ballare hip hop improvvisato, imparare ad andare su uno skate quando si è scoordinati di natura.
Sì, è assolutamente assurdo e li si ritorcerà contro, lo sa.
E sì, sarà anche da pazzi, ma ad Harry piace un casino.
Alle sedici e quattro minuti a pochi passi da lui c'è un enorme skatepark pieno zeppo di graffiti e murales, ogni angolo è dipinto, le rampe ripide e gli skaters che si muovono agili in ogni direzione compiendo acrobazie da mozzare il fiato, qualche writers sta imbrattando una nuova superficie bianca e tutto questo fa sorridere Harry che sembra un bambino al parco giochi.
Volano alto gli skaters e quasi toccano il cielo, tutto grazie a quelle tavole di legno variopinte che sembrano essere personalizzate per ognuno.
Mentre una foglia ormai secca e gialla si stacca da un albero secolare, Harry si addentra nell'enorme parco tra tanti alberi e tanti ragazzi che molto probabilmente hanno la sua età; sono dei tipi strani, pieni di piercing e magliette larghe, ma Harry li trova originali e coraggiosi. Decisamente coraggiosi, perchè lanciarsi giù da quelle rampe è seriamente da pazzi e lui non lo farà di certo.
Rimane affascinato dalla velocità d'esecuzione dei tric più disparati, le sue iridi verdi brillano d'eccitazione ed ammirazione: è troppo tardi infatti quando si accorge di essere troppo vicino ad una rampa e qualcuno gli sfreccia davanti spaventandolo a morte.
Il riccio cade col sedere a terra spaesato ma ridacchia, è troppo euforico per arrabbiarsi davvero.
Lui nella vita ha sempre e solo ballato ed ora sta per imparare qualcosa di diverso da una noiosa piroette, chi non sarebbe elettrizzato, anche col culo per terra?
Il ragazzo gli chiede scusa ma per la seconda volta mentre sta per tirarsi su, qualcuno lo urta ed Harry quasi non perde l'equilibrio di nuovo, non è decisamente la sua giornata, maledizione.
"Harry?"
"Niall?"
"Hey! Che fai qui?"
Il biondo scende dal suo skate grattandosi la nuca con sguardo interrogativo, di solito chi frequenta il parco sono sempre i soliti, nessuno conosce bene il posto e quindi vedere Harry lo sorprende ma allunga comunque una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Niall porta una polo azzurra ed un cappellino con visiera rosso dal quale fuoriescono i ciuffi tinti di biondo, ha una chitarra a tracolla dietro le spalle ed Harry vorrebbe dirgli che così rischia di romperla, o di ammazzarsi. Ma comunque sta zitto.
"Sto cercando Louis, lezione di skateboard!"
"Oh, davvero? Ma è fantastico! Guarda, è laggiù che sta dando lezioni a Perrie, la bionda. Poverina è una frana ma lo sai, le donne sono testarde e finchè Louis non si incazza è ok."
"Per questo mi piacciono i maschi. Allora lo raggiungo, grazie mille."
Niall ridacchia ma poi "Figurati. Non dimenticare le protezioni, qualcosa mi dice che ti farai molto male riccio."
Il volto di Harry si oscura improvvisamente ma il biondo ride dandogli una leggera pacca sulla spalla prima di sfrecciare verso un muretto dove Liam lo sta aspettando ed è intento a mangiare un panino.
Harry si affretta a raggiungere Louis anche se non riesce a non essere geloso non appena vede la ragazza bionda di cui parlava Niall: Louis, il suo Louis ha le mani sui fianchi di Perrie, mentre l'aiuta a raddrizzarsi da terra. Il sorriso che di solito rivolge a lui splende sul suo viso ma è indirizzato a qualcun altro in quel momento. Cerca di ignorare il tutto e sbuffa mentre si avvicinava furtivamente ai due: è un po' imbarazzato e teso adesso ma decide comunque di non preoccuparsi troppo. Lui non è il tipo da scenate.
"Haz! Ce l'hai fatta a trovare il posto, non ci speravo più."
La ragazza si volta verso Harry e gli sorrise salutandolo con la mano, ha un rossetto rosso che le dona. Il riccio si intenerisce e dal momento che non è neanche lontanamente una cattiva persona, non riesce ad essere cattivo neanche con lei, nonostante la gelosia ricambia il saluto con un sorriso tutto fossette.
Inoltre Louis gli corre incontro baciandolo sulle labbra senza preavviso mentre le sue gambe corte si allacciano intorno ai suoi fianchi magri, ed Harry lo solleva per le natiche stringendoselo addosso.
Il cuore gli batte all'impazzata.
Ridono nel bacio e quando si staccano Perrie gli sorride sollevando il pollice, poi torna a concentrarsi sul suo skate stando attenta a non cadere di nuovo mentre si morde la lingua con i denti per la troppa concentrazione.
"Continuo da sola, Louis. Posso farcela, assolutamente!"
"Perrie è senza speranza, - Louis scrolla le spalle rassegnato mentre scende da Harry – confido in te mi raccomando, non deludermi o potrei suicidarmi."
Gli scompiglia i ricci ed Harry gli fa la linguaccia mentre gli sfila lo skate da sotto il braccio.
"Andrò alla grande pulce."
Poi inizia a correre.
Harry perde l'equilibrio più volte in poche ore, spesso s'incanta a guardare i murales che adornano le pareti, e puntualmente scivola col sedere a terra facendo allarmare Louis che prontamente lo aiuta a rialzarsi dopo avergli controllato anche dentro le mutande se ci sia qualcosa di rotto, per non rischiare.
"Non credo sia il caso di continuare Haz, ti sei slogato una caviglia, un polso, come farai a ballare dato che hai da lavorare più di tutti noi?"
Harry gonfia le guance lanciando un'occhiataccia al castano che non riesce a non pensare a quanto sia infantile il riccio in alcuni momenti. Però lo trova così adorabile.
"Vorrà dire che non ballerò. Voglio fare lo skater, da oggi. Insegnami Lou!"
"Ma smettila, se non ti reggi in piedi neppure sulle tue gambe."
Louis ride mentre lo aiuta a sollevarsi per l'ennesima volta.
Harry è il doppio di lui e non è dello stesso avviso, quindi lo tira per il braccio facendolo atterrare rovinosamente sul suo ventre piatto in mezzo alle rampe, entrambi scoppiano a ridere ma pochi istanti dopo Louis si perde a guardarlo.
Cala il silenzio e gli sposta delicatamente una ciocca di capelli ricci ribelli dietro l'orecchio, Harry sospira contento.
"Sai Lou, ti dirò un segreto. – gli occhi del più grande s'illuminano – Quando sono con te, respiro."
"Ah si? Il resto dei giorni stai in apnea?"
"Idiota."
Harry lo spintona leggermente, ma poi sorride, e non importa se qualche skater potrebbe investirli da un momento all'altro, tanto vale rischiare.
"Voglio dire, tu mi stai regalando la libertà che cerco da tutta una vita. Il tuo modo di fare, il tuo modo di essere, sei fantastico. Mi sento bene ora, con te, e sento di poter essere chiunque io voglia, sento di poter arrivare dovunque io voglia. Niente catene, solo ali. E tanto amore che non ho mai provato, e ti prego non ridere di me."
Gli occhi di Louis brillano per l'emozione, e perché anche lui con Harry si sente così, non gliel'ha ancora detto ma sa che lo farà prima o poi. Louis non riderebbe mai di lui.
"Posso darti una cosa?"
Infila una mano nella sua felpa nera per afferrare qualcosa dal collo ed Harry lo fissa quando estrae un oggetto.
"Cos'è?"
Louis si è sfilato una collana con un ciondolo, glielo porge.
"Un anello."
"Non siamo troppo giovani per questo?"
Harry solleva il piccolo oggetto di metallo in aria vicino alla testa di Louis: i raggi del sole lo colpiscono illuminandolo, ed Harry resta incantato.
"Non è proprio un anello, è una collana, guarda c'è la catenella. Il cerchio rappresenta un ciclo che non si chiude mai, che gira un po' all'infinito, che ricomincia. Ce l'ho da quando sono piccolo ma ne ho pienamente compreso il significato solo adesso: ho imparato a vivere tutto giorno per giorno, ogni emozione, ogni attimo, senza rimpiangere niente. Voglio che lo tenga tu Haz, che impari a viverti ogni istante per quello che è, e che ogni volta che qualcosa va storto voglio che tu capisca che si può ricominciare, si ricomincia sempre in qualche modo. E può essere migliore."
"Io davvero.. Non so che dire."
"Non dire niente."
La mano piccola di Louis accarezza la guancia di Harry mentre gli sfila la collana dalle mani per legargliela al collo.
"Prendila e basta."
Poi si baciano, perché Louis si ricorda di averne bisogno come l'aria, ed Harry non si tira indietro, perché ha appena deciso di viversi ogni attimo.
"Va bene, ora ti faccio vedere io come si vola su uno skate."
Niall e Liam raggiungono i due ragazzi e Louis afferra il suo amico fidato scivolandoci sopra con maestria.
Harry raggiunge l'irlandese e tutti e tre osservano il castano sfrecciare sulla rampa.
"Tommo! Non atteggiarti troppo a diva, mi raccomando!"
"Fanculo Horan, sei solo geloso!"
Louis è veloce ed esperto, scivola da una rampa all'altra, i suoi piedi si staccano momentaneamente dallo skate mentre fa una giravolta in aria ed atterra di nuovo sulla tavola di legno prima di toccare terra. Risale abilmente la rampa e si blocca in cima per poi scendere di nuovo giù ed eseguire altro.
Il suo ciuffo di capelli è bloccato dal cappellino rosso, non rallenta la sua corsa ed Harry batte le mani lasciandosi andare sotto lo sguardo disgustato di Liam e Niall che ora lo fissano orripilati.
"Smettila, non ha bisogno di essere assecondato, Haz."
"Ma è bravo! Guardate quanto è bravo! Voi lo sapevate?"
"Sì, purtroppo."
Liam sbuffa ed il riccio lo indica mentre volteggia e fa lo slalom tra le aste di metallo ancorate nel terreno, poi salta sulla ringhiera e scivola velocemente fino a raggiungere i tre ragazzi.
Harry applaude e gli lascia un bacio veloce sulla guancia mentre Louis si sistema i pantaloni che gli sono scivolati via.
"Sei strabiliante Lou."
"Grazie dolcezza, lo so."
Louis fa finta di guardarsi le unghie che non ha mentre Niall e Liam scuotono una mano nella sua direzione per poi tornare al muretto dove li aspettano gli altri. Borbottano un pallone gonfiato, e Louis li sente ma l'unica cosa che conta in quel momento sono le labbra di Harry appoggiate sulle sue.
*
"Faremo una torre umana."
Le parole di Lou, la bionda coreografa, suonano come una minaccia. I giorni stanno passando troppo in fretta ed il gruppo di ballerini non ha ancora una coreografia degna di essere chiamata tale.
L'improvvisazione non li salverà da una colossale figura di merda: Niall continua a ripeterlo, così decidono di giocarsi il tutto per tutto nei giorni che restano e Louise li prende in parola, forse troppo in parola dal momento che sta progettando un suicidio di massa.
Harry ha imparato molti passi, ha ricominciato a mangiare e si sente finalmente bene, niente più attacchi di panico in piena notte ed ora passa più tempo da Louis che a casa sua.
Le sue magliette spariscono e casualmente ricompaiono addosso al più grande, ma va bene così perché è tutto fantastico, e poi stanno meglio al ragazzo dagli occhi azzurri.
"Una.. cosa?"
Liam e Zayn ancora non si parlano ma le occhiate omicide si sono attenuate, Liam vive la sua vita cercando di non interferire con quella di Zayn che ora sta seguendo un corso di fumetti a pochi isolati da dove lavora, sorridono di più e questo è ciò che conta, inoltre Liam è tornato a lavoro ed Harry è di nuovo disoccupato ma non si butta giù.
Finalmente Zayn sente di essere vicino a realizzare qualcosa che lo rende felice, e non ha intenzione di rinunciarci. Forse Liam lo aspetterà, come d'altronde ha sempre fatto.
"Piramide, non si discute. Volete vincere o no?"
Harry è seduto sul divano, ha un braccio incastrato in quello di Louis che l'ha congiunto con l'altra mano in una sorta di catena umana, fa scivolare la punta del naso dolcemente sulla guancia del riccio quando nota che ha due occhiaie pronunciate sicuramente a causa degli allenamenti più duri che deve affrontare per stare al passo.
"Hey, stai bene? Sei stanco?"
Gli rivolge un sorriso dolce ed Harry annuisce, vuole partecipare alla gara e se non si da' una mossa non riuscirà mai ad imparare bene i passi; non che gli altri siano messi meglio ma non praticavano danza classica, e non sono scoordinati di natura.
Dopo aver dato indicazioni e dopo aver eseguito riscaldamenti vari, la crew si dispone agli angoli della sala, i passi non sono difficili ed Harry grazie all'aiuto di Louis riesce ad eseguirli tutti.
Quando arriva il momento di provare la torre umana, il panico attraversa il volto di tutti i presenti che si guardano e si lanciano occhiate.
Il primo a posizionarsi alla base è Liam, Zayn lo affianca e con lui Ed, il resto si posiziona mediano, devono essere veloci a realizzarla per poi scivolare lateralmente e riprendere a ballare il resto della coreografia.
La provano prima senza musica, Ed scivola un paio di volte, lo stesso Niall, ma quello che se la passa peggio è Harry che, anche se mediano cade spesso e a causa di una manovra errata di Liam finisce per investire Michaele e battere la testa.
"Vaffanculo Michael, mi hai spinto mentre scendevo! Harry come stai?"
Liam lo aiuta a rialzarsi ma Louis è più veloce e gli si affianca preoccupato.
"Sto bene, tranquilli."
"Cazzo, hai battuto la testa."
"Non è niente Lou, sono abituato a cose peggiori, credimi le punte classiche fanno danni più gravi ai piedi."
Il riccio ridacchia e nonostante l'allarmismo di Liam e Louis, gli allenamenti continuano incessanti fino a sera quando ormai tutti decidono che è arrivato il momento di tornare a casa.
La torre umana è riuscita meglio del previsto, potranno sfruttarla per le selezioni ma anche se passeranno.
Prima di uscire Louis trascina Harry nei bagni dell'edificio che Lou ha messo a disposizione per provare, si tratta di un vecchio palazzo che però dispone di tutta l'attrezzatura che serve.
A fatica riescono a trovare qualcosa per passare del ghiaccio sulla botta che ha preso Harry.
Dal momento che Louis lo sta rendendo un affare di stato ed il riccio non ne può più di ascoltarlo, lascia fare Louis che libera il suo spirito da crocerossina.
Si sistema sul bancone dell'enorme bagno, le gambe divaricate a penzoloni per permettere all'altro di posizionarsi lì in mezzo e tamponarlo con la busta ghiacciata.
"Potevi romperti l'osso del collo lo sai? Non possiamo fare quella coreografia."
"E' riuscita piuttosto bene Lou, smettila di preoccuparti. E gli altri hanno cercato di aiutarmi con i passi."
Louis si è avvicinato, passa il sacchetto sul lato della fronte di Harry che effettivamente è un po' gonfia in quel punto e il più piccolo ne approfitta per portare le mani sotto la maglia rossa di Louis ed accarezzarlo nel frattempo.
"Sei carino quando ti preoccupi per me."
"Smettila, sono serio Harry."
"Non si farà male nessuno Lou, se vogliamo passare dobbiamo impressionare la giuria, no? Anche se ballo di merda, voi potete farcela."
Louis sbuffa rassegnato continuando a tamponare, il suo cuore fa una capriola quando si allontana ed Harry si avvicina e lo tira a se per baciargli il collo attirandolo sempre di più verso il suo petto.
"H-Harry?"
"Che c'è?"
Il riccio continua a lasciare baci e segni lungo il collo, e se un succhiotto appare all'angolo del colletto della maglia nessuno deve saperlo, o forse si.
"Ora sei diventato intraprendente? Guarda che hai fatto."
Si sfiora il collo mentre sorride felice e rabbrividisce.
"Carino vero?"
Il riccio sorride a sua volta e le fossette fanno la loro comparsa, Louis non può fare a meno di ricambiare perché quei segni che lascia sonodavvero, davvero tanto carini, come può anche solo pensare il contrario.
Passerebbe tutta la vita a baciare Harry, così posa delicatamente le labbra sulle sue e si baciano per pochi minuti fin quando qualcuno non decide di bussare alla porta ricordandogli che è arrivato il momento di sloggiare perché è davvero, davvero tardi.
Louis sbuffa ed Harry ridacchia. Addio sogni erotici.
"Nel bel mezzo dell'inverno ho infine imparato che vi era in me un'invincibile estate."
IV
Niall Horan è appollaiato sul divano di casa di Harry Styles e sta suonando qualcosa alla chitarra.
Quel luogo è diventato il loro covo, e dal momento che loro cinque: Zayn, Liam, Niall, Harry e Louis, passano più tempo insieme che con il resto del gruppo, hanno deciso di dare un nuovo nome alla crew.
"I fantastici cinque! I ragazzi pazzi!"
"Che GRAN cacata, Horan."
"E trovalo tu un nome, Tomlinson."
"Che ne dite di five direction?"
Liam alza le mani, per rendere meglio che idea lo sa solo lui, Zayn scuote il capo rassegnato ma Harry interviene per salvare la situazione.
"Io direi più One Direction, andiamo tutti verso la stessa direzione no? E poi suona bene."
Niall porta due mani ai lati della bocca ed imita l'altoparlante inneggiando il nome: suona bene, sì.
"Ma non è il nome del locale in cui ci siamo incontrati tutti quella notte?"
Gli sguardi si concentrano tutti su Liam e poi quattro teste annuiscono in contemporanea.
"Non ci avevo pensato! Beh, a maggior ragione, One direction sia!"
*
Ottobre arriva in fretta, le prove sono finalmente terminate e gli One Direction non solo passano le selezioni sorprendendo Louise e soprattutto la giuria, ma avanzano anche nel girone arrivando tra le tre squadre finaliste. Harry si sente sempre più vicino a quella libertà che ha sempre cercato.
Adesso che nella sua vita c'è Louis, riesce a sentirsi meno in gabbia di prima fino a quando, una domenica di dicembre, mentre è sdraiato sul letto del suo grande appartamento, ripensa alla danza classica e alla promessa che aveva fatto a sua madre.
Le scarpette sono diventate un oggetto che non fa più parte della sua vita, man mano che la finale della battle dance si avvicina, Harry si rende conto di voler essere indipendente e di ballare solo per il piacere di farlo.
Che poi sia l'hip hop la sua strada o qualcos'altro, lo scoprirà col tempo, per ora è felice così e non ha bisogno d'altro.
Il suo equilibrio interiore si rompe quando qualcuno bussa alla porta di casa in modo abbastanza insistente, quasi la sente cedere sotto il pugno pesante ed insistente di chi si trova dall'altra parte.
"Arrivo! Cazzo così sfondi la porta."
La persona che si trova davanti quando apre non è esattamente quella che si sarebbe aspettato, o che avrebbe voluto vedere: suo padre lo sposta di forza con il solo braccio per poi entrare nell'appartamento. Lo sguardo che Harry intravede nei suoi occhi castani non può assolutamente voler dire niente di buono.
Questa è quindi la resa dei conti, Harry pensa che faccia schifo, soprattutto se si tratta di suo padre.
"Così è questo che fai tutto il giorno, mh? Te ne stai sdraiato sul letto che sono io a pagarti, ad oziare?"
Des allarga le braccia poi si passa due dita sul ponte del naso.
"Ciao eh. Tu che ci fai qui, papà?"
"Hai lasciato la scuola Harry?"
"Senti.."
Harry inizia a tremare, sapeva che prima o poi sarebbero arrivati inevitabilmente a questo punto, solo pensava di ritardarlo ancora un po', o magari se le cose fossero andate meglio, sperava di non dover affrontare mai questa situazione di merda, perché non vuole soffrire e litigare con suo padre, non ora che ha trovato il suo equilibrio, non ora che non ha più un lavoro e non saprebbe come mantenersi.
Des è più alto di Harry, lo vede assottigliare lo sguardo rivolgendosi nuovamente a lui.
"La domanda è semplice: hai lasciato o no la scuola di danza?"
"Bene, ti darò una risposta altrettanto semplice allora. Sì, ho lasciato la scuola, perché non era il posto in cui volevo stare papà. E mi dispiace ma finalmente mi sono fatto degli amici, mi diverto di nuovo, e non ho intenzione di rinunciare a tutto questo, ti prego."
"I patti non erano questi Harry. Ti avrei mantenuto qui, avrei pagato la Juilliard, ma tu dovevi studiare."
Quando suo padre alza la voce, Harry a stento riesce a trattenersi dal piangere. Non vorrebbe farlo, non davanti a lui ma si sente soffocare ed è sicuro che avrà presto un nuovo attacco di panico.
"Non è la mia strada papà, non era il mio sogno, non voglio fare danza classica."
"Ma questo non è quello che voleva tua madre, e non ho intenzione di lasciarti stare in questa casa se non hai intenzione di frequentare le lezioni come avevamo deciso."
Le lacrime di Harry sgorgano copiose e rigano il viso da bambino, il riccio sobbalza quando si rende conto che sta davvero piangendo davanti all'uomo, non è riuscito a trattenersi maledizione.
Tenta di asciugare in fretta le lacrime con la manica della felpa ma suo padre continua ad urlargli contro e lui proprio non ce la fa, perché lo sa che sta tradendo sua madre, che così romperà la promessa che le ha fatto anni addietro.
"Ma papà, io.."
"Prendi le tue cose e vattene, domani non voglio trovarti qui. Mi hai preso in giro tutti questi mesi, mentre io pagavo l'affitto e tu te la spassavi con qualche... ragazzo, o solo dio sa con chi."
"Allora è questo il problema. Il fatto che io me la spassi con qualche ragazzo? La banalità fatta a persona, papà. Ancora non ti va a genio il fatto che io sia gay? Davvero? Beh, è un tuo problema questo, non mio."
"Ne abbiamo già parlato, Harry."
"Però tu lo tiri sempre in mezzo. Lascia da parte la mamma e non usarla come scusa quando quello che vorresti dirmi è altro."
Il senso di colpa lo sta divorando ma non vuole tornare indietro, non può distruggere tutto quello che con fatica sta costruendo grazie anche all'aiuto di Louis, lui non ha colpe ed Harry lo sa che suo padre ce l'ha con lui solo perché nei suoi occhi vede quelli della sua defunta moglie, e naturalmente perché il suo unico figlio maschio è gay.
"Devi andartene."
Harry stringe i pugni lungo i fianchi, le lacrime scendono ancora ed ancora.
"Senti, i-io n-non so dove andare."
"Mi dispiace, rivolgiti ai tuoi nuovi amici allora."
Des sbatte la porta dopo aver indugiato cinque minuti sulla soglia del pianerottolo, ma non guarda Harry che continua silenziosamente a piangere: è difficile schivare i colpi che la libertà lascia esplodere.
Quella notte Harry – zaino in spalla – si precipita nel solo posto in cui si sente veramente a casa da un po' di mesi a questa parte. Ha uno skate tutto suo adesso, glielo ha regalato Louis insieme a Zayn, ha imparato ad usarlo anche se cade ancora spesso, ed è anche personalizzato.
Si muove lungo le strade buia di New York fino a fermarsi di fronte al familiare palazzo grigio.
"Haz? Haz, che cazzo succede?"
Louis, incredulo sulla porta di casa, lo guarda fisso.
"Ciao?"
Trascina dentro Harry mentre gli sfila il borsone dal braccio.
Quello cade a peso morto su di lui iniziando a piangere di nuovo e anche se vorrebbe controllarsi non ci riesce più, non davanti a Louis.
"Che succede? Cos'hai? Parlami ti prego."
Harry inizia a tremare, sente che qualcosa non va nel suo corpo ed anche Louis sembra accorgersene così il più grande lo stringe a se e gli sussurra nell'orecchio parole dolci e rassicuranti.
"Shh, ci sono io Haz. Stai avendo un attacco di panico, vero? Tranquillo, respira."
Non sa come comportarsi, continua a trascinarlo per l'abitacolo ma Louis non ha mai avuto a che fare con qualcuno così spaventato e scosso, ed Harry sta per avere un attacco di panico in piena regola. Dio.
"Respira Haz, puoi superarlo, andiamo."
Il riccio ansima ma sembra rilassarsi leggermente sotto il tocco dolce di Louis che gli accarezza i capelli.
Il battito sembra stabilizzarsi e Louis lo trascina con se, si lasciano andare contro il muro e si siedono sul pavimento freddo della stanza sperando di dare sollievo ad Harry.
Quello si lascia trascinare inerme mentre stancamente si accoccola tra le braccia del più grande che gli sbottona con attenzione la camicia già abbastanza aperta, spera che così respiri meglio, poi torna ad accarezzargli gentilmente i ricci arruffati cercando di calmarlo del tutto.
"Vuoi dirmi che è successo?"
Il riccio stringe la felpa di Louis fino a farsi sbiancare le nocche e l'altro non insiste.
"Va bene, tranquillo. Rilassati e respira."
Harry si calma dopo una mezz'oretta di silenzio, poi gli racconta tutto.
"Io.. io ho tradito la promessa fatta a mia madre Lou, non capisci. E mio padre mio odia perché sono gay, mi è rimasto solo lui, mia sorella non so più neppure dove sia."
"Tu non hai tradito nessuna promessa, Harry. Stai solo facendo quello che è meglio per te. E se vuoi il mio parere, tua madre sarebbe fiera di cosa sei diventato. Senti, non era una promessa quella di studiare danza classica per il resto della tua vita, perché è di questo che si tratta, no? Tua madre voleva semplicemente che tu fossi felice, e pensava fosse la danza la tua strada. In fondo non aveva tutti i torti."
Louis sorride maliziosamente mentre Harry volta il capo per guardarlo negli occhi e sorridere.
"Ma le cose cambiano ricordi? Lei è morta ora, e tu devi andare avanti. Lascia stare tuo padre che scusa ma è una cazzone stratosferico. Indovina un po', anche se tu sei gay il mondo va avanti!"
Harry lo guarda e lo trova bello da togliere il fiato, i suoi occhi azzurri lo scrutano e il suo sorriso è disarmante. Si asciuga le lacrime e Louis lo stringe di più mentre fa intrecciare le loro dita e le solleva insieme per contemplarle. Gli anelli freddi di Harry sono una bella sensazione che scorre sulla pelle.
"E tuo padre è davvero uno stronzo a cacciarti di casa."
Harry ridacchia, in fondo lo capisce suo padre. Forse gli manca Anne, tanto quanto manca a lui.
"Gli manca la mamma Lou, tutto qui."
"Questo non gli da' il diritto di trattarti di merda."
Harry abbassa lo sguardo e Louis lo stringe.
"Grazie Lou, se tu non ci fossi non saprei cosa farei."
"Non ringraziarmi. Ci sono perché voglio esserci Haz, è così che funziona. Puoi stare qui quanto vuoi."
Il riccio si rigira in ginocchio tra le sue gambe per afferrargli il viso e baciarlo. Louis tocca a tentoni il muro per sollevarsi e portare Harry con se. Si toccano, si baciano, è uno scambio di saliva e un toccarsi continuo senza tregua, quasi non avessero tempo. Si spostano sul letto e si lasciano andare entrambi sulle coperte pesanti.
Louis allarga le braccia ed Harry si avvicina per sistemarsi. Si addormentano così, sapendo di esserci l'uno per l'altro.
*
Il 2 dicembre Harry chiede a Louis di accompagnarlo dal suo tatuatore di fiducia per aggiungere un nuovo marchio alla sua collezione. Il ballerino di hip hop è felice di seguirlo, così si ritrovano in una vecchia via di New York con le pareti costellate di graffiti e murales e vecchi cassonetti pieni di immondizia.
Qualche graffito porta addirittura la firma di Zayn, che ormai imprime le sue creazioni ovunque nella grande mela. Louis si guarda intorno spaesato perché non è mai stato da quelle parti, ma si fida ciecamente del riccio.
"Allora, cosa fai, hai già deciso?"
"Lo vedrai Lou, è una sorpresa."
"Che palle. Allora entriamo che sono curioso."
Quando Harry si siede sul lettino e allunga il polso verso il ragazzo pieno di piercing, Louis lo osserva lavorare affascinato, la curiosità lo sta divorando ed il più piccolo continua ad essere criptico anche con il tatuatore che però sembra intendere cosa Harry voglia: stupidi tatuatori di fiducia.
Dopo un'ora e mezza di attesa snervante, un'ancora fa la sua comparsa sul polso asciutto di Harry, che ora è raggiante come un bambino.
"Perché?" Louis chiede mentre il tatuatore sta preparando un altro ragazzo nella sala opposta alla loro.
"Perché l'ancora? vedi, mi sono sempre sentito una nave in balia delle onde per tanto tempo da quando è morta mia madre – Harry indica il veliero sul suo braccio, percorrendone i contorni ed i ricordi – E poi sono arrivato qui e ti ho incontrato, e sarà stupido, banale, sdolcinato da dire, ma sei stato la mia ancora di salvezza Louis Tomlinson, e quindi boh, ho deciso così. Ora non ridere di me, ti prego."
A quelle parole, il cuore di Louis fa tre capriole ed una quarta a fatica, perché Harry è così tenero quando lo guarda e gli dice che è la sua ancora di salvezza, con un'innocenza da far venire i brividi.
Una lampadina si accende nella testa di Louis che non riesce a trattenersi e ghigna in direzione dell'altro.
"Io ho in mente qualcosa di meglio."
Louis fa una pazzia, ed Harry glielo ripete anche quando sono fuori dallo studio perché: "Louuuu, sei pazzo! Un tatuaggio complementare al mio? Hai tatuato una bussola così, senza pensarci! Oddio, sei pazzo!"
E sarà banale, scontato, stupido e sdolcinato da dire ma si, Louis è pazzo di Harry, e non gli dispiace essere la bussola che gli indica la strada. Ed ora ridete pure di lui, se volete.
Quello stesso pomeriggio fa davvero tanto freddo a New York. Le strade sono piene di neve e gli enormi grattacieli sembrano colline imbiancate a festa.
La pioggia incessante cade da due giorni ormai, il natale è sempre più vicino e sono tutti elettrizzati per la finale della battle dance. Dal momento che la coreografia è quasi pronta e la crew è abbastanza soddisfatta, tutti ne approfittano per rilassarsi un po' e godersi qualche vacanza.
Zayn, Liam, Niall e Louis decidono di incontrarsi a casa del castano per un torneo di Fifa, e per passare una piacevole serata di gruppo in stile One Direction.
"Pensi che dovrei chiamarlo?"
Il biondo irlandese è stravaccato sul divano dell'appartamento, i piedi penzoloni e una busta di patatine alla cipolla in mano. Liam continua a lanciargli occhiatacce intimidatorie dal momento che ha monopolizzato l'xbox da quasi venti minuti e quelle dannate patatine puzzano come i calzini di Louis.
Harry al contrario, continua a mordersi un labbro preoccupato ed a lanciare occhiate alla porta in legno.
"Tranquillo Haz, sarà colpa di Zayn, era sempre in ritardo quando... Beh, quando stavamo insieme."
"Ma fuori c'è un tempaccio e sono in ritardo di quasi un'ora, Liam. Louis doveva solo andarlo a prendere al lavoro."
Harry si stringe nelle spalle, guarda fuori dalla finestra quando due minuti dopo il campanello di casa suona e lui si tranquillizza.
"Finalmente!"
"Niall, maledizione, dammi quel joystick!"
Il riccio si precipita ad aprire la porta e quando si trova davanti Louis gli si getta letteralmente tra le braccia entusiasta.
"Wuoooo tizio, frena!"
"Lou pensavo vi fosse successo qualcosa, c'era tanta neve fuori e volevo chiamarvi..."
"Le metropolitane erano intasate, e Louis non voleva entrare perché gli mancava l'aria, così abbiamo dovuto aspettare tre fermate. TRE."
Zayn entra con nonchalance nell'abitacolo superando i due e scrollandosi la neve di dosso.
Si va a sedere sul pavimento vicino a Liam. Quello lo guarda perplesso e un po' schivo ma poi si rilassa, le cose tra loro sono un'altalena continua di sentimenti contrastanti.
"Ohhh eri preoccupato, tenero piccolo Hazza."
Louis, ancora sul pianerottolo, afferra le guance di Harry sorridendogli, quello gli afferra i polsi e lo trascina dentro, tutto rosso in viso, dovrebbe seriamente smetterla di arrossire.
"Vieni dentro o ti ammalerai."
"Allora, abbiamo qualche canna per rilassarci?"
"Zayn! Abbi almeno la decenza di aspettare il secondo padrone di casa."
Harry ormai vive lì, quindi è ufficialmente il secondo padrone di casa che non contribuisce a pagare l'affitto perché non ha ancora un lavoro, ma ci sta lavorando.
"Ci sono, ero andato a prendere i tramezzini."
"Hai anche cucinato Harry? Ma non ce n'era bisogno."
"Sempre così educato Payne. Lascialo perdere amore mio, io ne prendo tre volentieri."
Louis, seduto sul divano insieme a Niall si gira tirandosi dietro il riccio che inciampa e gli finisce addosso stando attento a non schiacciarlo.
Harry è sicuro di essere arrossito ancora ma a Louis non sembra importare cosi gli si accoccola tra le braccia indisturbato.
"Eh no Niall, quello con la salsa barbecue è mio, Harry lo ha fatto per me, vero tesoro che è mio?"
"Non ho visto il tuo nome sopra Lou... Liam, cazzo!"
Mentre Niall afferra il panino di Louis che si sporge per afferrarlo a sua volta, Liam ne approfitta per prendere il secondo joystick tra le gambe del biondo, e la terza guerra mondiale scoppia.
"Voi due, smettetela, posso farne un altro!"
Il riccio si passa una mano tra i capelli, preso dal panico, mentre Zayn mangia tranquillamente il suo panino sdraiato sul tappeto a godersi la scena. Sarà un lungo pomeriggio.
Infatti, dopo una lunga serie di partite, balletti improvvisati, sessione di karaoke in cui hanno scoperto di sapersi armonizzare bene e aver deciso di partecipare ad xfactor l'anno prossimo, sono esausti e sdraiati a terra e sul divano.
E' quasi mezzanotte e Liam è troppo vicino a Zayn che si è quasi addormentato sul suo braccio, Niall sonnecchia sul tappeto spaventato da un'imminente fine del mondo ed Harry sta lavando i piatti mentre Louis lo guarda.
Il tempo è terribile ma almeno ha smesso di nevicare.
"Harry, Lou? Noi approfittiamo di questo momento di tregua per andare via, le metro saranno ancora aperte. Vero ragazzi?"
Si rivolge a Niall e Zayn lanciandogli un'occhiata.
"Si, andiamo."
"Ma potete restare qui. La casa è grande abbastanza per tutti."
"No, tranquillo, ci vediamo domani alle prove."
Raccolgono le loro cose e si dirigono alla porta, il riccio li scorta da bravo padrone di casa e quando ormai gli altri sono andati via, e la neve ricomincia a cadere, quella casa un tempo troppo piccola per Louis diventa perfetta grazie alla presenza di Harry.
*
Alla fine il giorno della competizione arriva.
Harry è agitato all'inverosimile, l'adrenalina scorre nelle vene e raggiunge ogni terminazione nervosa, allo stesso modo Louis continua a portarsi una mano sul petto e ad intonare canzoni che conosce solo lui: Harry ha provato a fermarlo, Niall a dirgli che è stonato quanto una campana anche se non è assolutamente vero, ma Louis ha deciso che quel genere di distrazione funziona e quindi canta perché gli va, come ha sempre fatto nella sua vita.
Allo stesso tempo è stato costretto a posare, perché il suo ragazzo continua a scattare foto da pubblicare su instagram ed è tutto un "Lou, vieni qui!" "Lou, una foto soltanto daiii! Ci ricorderemo di questo giorno!".
Ormai stanno sempre insieme, ed è impressionante come le cose cambino in così pochi mesi.
Zayn e Liam sono più amici di prima, si sono lasciati alle spalle la loro storia, Niall è ancora single ma è felice perché finalmente stanno portando a termine un progetto iniziato quasi per gioco, e invece ora sono in finale, cazzo.
Ed infine Harry, che non ha più attacchi di panico, che non ce l'ha più con Dio perché ha capito che non è con lui che deve prendersela se le cose vanno male, ma con se stesso. Perché al mondo ci sono tanti motivi per essere tristi ma starsene in un angolo a commiserarsi non diminuirà i problemi così come non gli restituirà sua madre o la felicità. Meglio andarsela a prendere, la felicità.
Circondarsi di persone che gli vogliono bene, provare a rischiare, sorridere per le piccole cose, tutto questo lo rende vivo, ed ora c'è anche Louis nella sua vita, Louis che gli ha mostrato come si fa.
Quando quello sorride guardandolo, il riccio pensa di provare così tanto amore da poterne morire.
La collana è ancora al suo collo, a ricordagli che il tempo distrugge e crea, che creare dei legami solidi nella vita è importante, è lui spera di averne creato uno indistruttibile con quella meraviglia di ragazzo che ora è al suo fianco e si sistema le vans nere e consumate mentre scuote le braccia e piega il collo.
"Che hai da guardare?"
"Niente, sei carino."
Niall ride, perché Louis gonfia le guance quando Harry lo definisce carino ma poi finalmente annunciano i nomi delle tre squadre che gareggeranno per il premio in palio, e quindi anche il nome degli One Direction si sente dall'altoparlante.
"L'avevo detto io che suonava bene!"
Louis stringe impercettibilmente la mano di Harry sfiorandola poi con le dita, si avvicina al suo orecchio per accarezzarlo con le labbra sottili e sussurrargli incoraggiamenti che è consapevole serviranno un po' anche a lui.
"Andrà bene, Lou?"
Gli occhi verdi di Harry catturano quelli azzurri di Louis, anche Niall si affianca a loro e lo stesso fanno Zayn e Liam seguiti dal resto della crew subito dietro di loro, in posizione.
"Scherzi? Saremo i migliori."
Harry si passa nervosamente una mano nei capelli, in quegli abiti larghi che hanno deciso di mettere per la coreografia finale ispirata allo skatepark, fatica a riconoscersi.
Ma li ha scelti Louis per lui, quindi è ok. Si avvicinano verso il luogo in cui balleranno e si guardano intorno: ol resto delle squadre fa la loro comparsa subito dopo, ci sono strette di mano e sorrisi d'incoraggiamento, ma anche occhiatacce e spintoni. Naturalmente tutti vogliono vincere.
"Quindi ci siamo, è questo il posto?"
Domanda inutile dal momento che tutti si stanno allenando in ogni piccolo angolo disponibile, ma Louis annuisce: parliamo delle domande inutili di Niall Horan, che oggi non ha portato con se la chitarra.
"Ci alleniamo anche noi, che dite? Proviamo qualche passo."
Zayn si rivolge al resto legandosi una bandana rossa al polso, Liam annuisce e Louis prende a muovere freneticamente una gamba portando tutti all'esasperazione.
"Seriamente Louis, se non la smetti di questo passo ti verrà un infarto."
Harry strattona il castano che sta tremando per l'agitazione.
La canzone che hanno scelto è 'If we ever meet again' e la torre umana è stata inserita, il resto dei passi verrà da se, probabilmente anche l'improvvisazione farà la sua parte.
Provano qualche passo ridacchiando e nelle pause guardano le altre due esibizioni, anche gli altri sono bravi.
Un'altra crew viene da New York ed è palesemente più precisa di loro nei passi.
Qualche ora dopo, quando il loro turno è vicino, Niall fa il suo ingresso trionfale alzando le braccia al cielo, ha il volto allarmato e Louis non riesce a non ridere di lui.
"Non trovo Zayn e Liam."
"Che ne so, saranno in bagno Niall."
"Non è divertente Lou. E tu – il biondo indica Harry con un dito – sai i passi vero? Te li ricordi? Non fare una piroette perché non è danza classica, Harry."
"S-sicuro."
"Smettila di farlo agitare, lo è già di suo, e lo sono anch'io."
"Scusate. – il biondo china il capo rassegnato – Ma ragazzi, non siamo mai arrivati così in alto. Sono le cazzo di finali!"
Una voce metallica annuncia che i prossimi ad esibirsi saranno proprio gli One Direction, e Niall salta sul posto sorpreso ed agitato.
"Cazzo, cazzo. Di già? Dove sono quei due!"
"Tranquillo amico, andremo alla grande!"
Louis sorride ad Harry ed entrambi sentono di poter vincere qualunque cosa perché sono insieme.
Zayn e Liam arrivano giusto in tempo ed il resto della crew fa il suo ingresso in campo.
Si posizionano ai lati della pedana rossa attenti a non commettere qualche infrazione, Harry e Louis si scambiano uno sguardo d'intesa mentre la musica inizia a diffondersi nella sala amplificata grazie alle enormi casse.
Ci sono oggetti sparsi ovunque nel caso servano per le esibizioni ma i ragazzi decidono di utilizzare il proprio corpo e le loro abilità.
Si muovono bene, sentono molti applausi scroscianti provenire dal pubblico che è giunto lì per guardare la competizione finale. L'emozione è palpabile nell'aria.
Niall nota la giuria segnare qualcosa sulle cartelle ogni volta che Zayn scivola, quindi gli suggerisce di stare più attento ed il moro lo fa, continuando comunque a sorridere e ad eseguire al meglio i passi.
La coreografia riesce bene, e pochi minuti dopo sono al centro della stanza che si abbracciano ed urlano contenti.
Non passa molto prima che annuncino i nomi dei vincitori ma gli One Direction arrivano terzi. Già.
Nella vita non sempre si vince e i ragazzi lo sanno.
Harry quasi non si mette a piangere quando annunciano il primo posto e realizza che non sono loro ma che a vincere è stata una crew con un nome ridicolo e delle divise orribili.
Niall si attacca la collo di Louis inzuppandogli la maglietta e farneticando cose senza senso come 'L'avevo detto io di cambiare la coreografia!'
Louis e Liam sono affranti ma si trattengono, confortati da Ed e dagli altri ugualmente tristi.
Stanno tornando indietro, le spalle ricurve e il morale a terra ma poi Louise, che è particolarmente bella quel giorno e che li ha guardati per tutta l'esibizione con le lacrime agli occhi corre verso di loro e li abbraccia tutti, uno per uno, sommergendoli di baci e carezze.
"Sono fiera di voi ragazzi!"
Gli dice quanto sono maturati in questi mesi e gli comunica che i soldi che riceveranno per il terzo posto non sono neppure così pochi come pensano, quindi c'è da festeggiare.
In più, quando Harry apre il suo profilo twitter per leggere le news sulla battle dance, nota con stupore che quello è invaso di notifiche.
Anche se non capisce subito il perché di tanto movimento.
"Ragazzi, guardate qui."
Si getta sugli altri e mostra a tutti l'hashtag che ha appena digitato: #onedirectionbattledance, scorre con il dito velocemente, mentre gli si illuminano gli occhi per lo stupore.
Ci sono un sacco di dediche da parte di fans che li hanno seguiti e li hanno visti gareggiare in streaming o sui social, hanno votato per loro nella finale, ci sono messaggi di incoraggiamento, e promesse in cui dicono che li seguiranno anche in capo al mondo se continueranno a ballare ed a partecipare ai contest con la semplicità con cui lo hanno fatto fin ora.
Louis salta e ride, abbraccia Harry, mentre a Niall si illuminano gli occhi di nuovo.
Il biondo entra con il suo profilo e decide di ringraziarli tutti per averli sostenuti, Zayn gli dice di aggiungere 'Sentirete ancora parlare degli One Direction'.
Scrive un tweet comune alla fine, ma va bene così perché le risposte sono tantissime, sembra essersi creata una catena di fans che hanno deciso di pubblicizzarli in giro, è fantastico.
E non avranno vinto il primo posto, ma possono continuare a ballare, sono una crew adesso, hanno stretto legami d'amicizia veri, possono contare l'uno sull'altro, e sono finalmente liberi.
E la libertà in fondo è relativa: può essere qualunque cosa, può essere diversa per ognuno, ma finchè potranno esprimere loro stessi, sarà per loro una grande conquista, un gran bel terzo posto.
Quando il caos si calma – relativamente dal momento che Niall sta lanciando patatine ad Ed che sta improvvisando una serenata con la sua chitarra – Louis si avvicina al riccio seduto sul gradino esterno in disparte, gli circonda le spalle con le braccia piccole e si accovaccia sulla sua schiena: è una bella sensazione, ed Harry è sempre una stufetta umana.
"Haz, mi dispiace che non abbiamo vinto, te lo avevo promesso."
Harry sorride anche se Louis non può vederlo da quella posizione.
"Ma io ho vinto qualcosa di più di una battle dance, Lou. Una cosa molto più preziosa."
Il ricco lo guarda negli occhi voltandosi verso di lui e Louis capisce.
Si baciano, le mani del più grande si poggiano sulle guance arrossate di Harry ed entrambi sorridono l'uno sulle labbra dell'altro con il fiatone: è tutto perfetto adesso.
Il riccio mostra le fossette e mentre gli occhi verdi s'illuminano per l'emozione pensa che sì – avere Louis al suo fianco, poterlo stringere e baciare ogni volta che vuole, viversi ogni attimo, ed avere il coraggio di essere felice – è la liberta che ha sempre cercato.
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Jump and touch the sky
FanficHarry si sente nudo di fronte a quel ragazzo dagli occhi azzurri, si sente spogliato di ogni certezza e quello sguardo di ghiaccio sembra bruciargli dentro, quindi si volta e se ne va. Perché un'anima libera la riconosci quando la vedi, e ti basta s...