MIDNIGHT DARKNESS
Dopo essersi congedata, la professoressa Duncan ci aveva lasciati soli. Eravamo le uniche anime presDopo essersi congedata, la professoressa Duncan ci aveva lasciati soli. Eravamo le uniche anime presenti in quell'atrio vuoto.
«Vieni» mi incitò Louis.
Mossi il capo dall'alto al basso svariate volte, per poi rivolgermi nella direzione del ragazzo accanto a me. Trovavo così strani i modi di fare di Louis: era come se stesse cambiando idea da un momento all'altro; si passava da un comportamento pseudo-gentile ad uno rozzo e maleducato.
Non sarei mai riuscita a comprenderlo. Avevo gettato la spugna sin dalle prime conversazioni che avevamo avuto.
Camminavamo lenti sul marciapiede ed io tenevo lo sguardo basso, come Louis, che di tanto in tanto mi dava un'occhiata per assicurarsi che fossi ancora lì.
Stavo per imboccare la strada per andare a casa mia, quando notai che il ragazzo rimaneva fermo accanto alla fermata dell'autobus.
«Casa mia è per di là» lo informai, mentre con la testa indicavo la parte opposta alla sua posizione.
«So benissimo dov'è casa tua, Peg» ribatté il moro.
«Ma vorrei fare quel giro per Doncaster una volta per tutte» disse tirando fuori dalle tasche due biglietti argentati per il pullman.
Lo guardai perplessa per poi avviarmi verso il posto in cui i suoi piedi calpestavano nervosamente il cemento grigio.
«Andiamo. Che ti costa».
Il modo in cui Louis cercava di convincermi era a dir poco goffo e buffo. L'espressione corrugata si arricciava tutt'intorno al suo naso piccolo e rosso, colore dovuto probabilmente al gelo di quel pomeriggio.
Non riuscii a trattenere una risatina, cosa che stupì Louis e me, dato che era la prima volta che mi veniva strappato un sorriso proprio da lui.
«Dovrò farti da guida turistica?» domandai sarcasticamente, avvicinandomi.
Louis si irrigidì per un istante. Era evidente che non si aspettasse la mia improvvisa domanda.
«Solo se vorrai».
Il suo sguardo tornò a bruciarmi la pelle, ma questa volta mi sembrò più intenso e profondo di quanto non fosse mai stato.
Lo osservavo timidamente, con le guance tinte di un rosso maestoso ed i riccioli messi intenzionalmente sul viso per coprire la vivacità del colore.
I suoi atteggiamenti, prima rudi e poi quasi gentili, mi confondevano ogni giorno di più, come se fossi stata in un labirinto.
Era strano, come il sole a mezzanotte, o la neve nelle calde giornate di Luglio.
«Strano» mormorai, ignara del fatto che Louis stesse studiando i miei comportamenti ed ascoltando il mio silenzio.
«Cos'è che è strano?»
Feci finta di non aver sentito la sua domanda, regalando tutta la mia attenzione al freddo lancinante che avvolgeva il mio bozzolo di vestiti caldi.
«Peggie» continuò. «Ti prego»
«Tu, Louis. T-Tu sei strano».
Lo sentii ridacchiare quando spostai lo sguardo e scossi il capo, come se avessi voluto rimuovere la presenza di quella persona dalla mia mente.
«Hai ragione, sono strano» ridacchiò, per poi avvicinarsi maggiormente a me.
«E tu ancora più di me».
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Shy || L.T.
FanfictionPeggie Fox ha sedici anni e vive a Doncaster, una piccola città della contea del South Yorkshire ed odia il posto che ha passato con lei sedici perenni inverni. Un normale trasloco, però, cambierà la sua vita. Una situazione incrinata da un segreto...