SOCCER ED ALCOL
«Perfetto» riconfermò di nuovo il moro con aria soddisfatta.
«Domani sarà la vostra serata di prova. Ci sono problemi?» chiese esuberante, mentre sfregava le mani l'una contro l'altra.
Mi limitai a scuotere il capo, mentre fu Lexi a dare voce ai miei movimenti.
«Perfetto al quadrato» disse il ragazzo fra le risate.
Sfoderò un sorriso estremamente luminoso e per un secondo tutte le luci rosse aggrovigliate fra loro sembrarono solo buio rispetto a quella curva sul suo volto.
Coniglio cominciò a ridacchiare a scatti, cosa che mi fece intendere che era sicuramente in imbarazzo.
Trovavo davvero divertente saper conoscere talmente bene una persona da capire tante parole o pensieri solo grazie a sottili movimenti.
Sapevo leggere fra le righe. La cosa non mi dispiaceva affatto, era bello essere capace di inquadrare subito una persona ed il rispettivo carattere. Evitavo tante parole e questo giocava a mio vantaggio, dato il mio modo di essere così timido.
Solo una spinta sulle spalle riuscì a farmi sussultare e farmi capire che mi ero immersa per fin troppo tempo nella mia campana di vetro.
Un ragazzo castano, dagli occhi color nocciola ed il naso forse troppo tondo per i miei gusti, era scivolato su una donna probabilmente sulla quarantina, creando un effetto domino che si fermò a me.
Dopotutto, quell'esperienza mi avrebbe aiutata ad avere migliori rapporti con persone del sesso opposto, un toccasana alla mia ambigua timidezza.
Rabbrividii al solo pensiero di un contatto con il corpo di uno di quei ragazzi ubriachi e sudati, ma non avrei potuto evitarlo in ogni caso.
La mia era come una malattia, o meglio, un'allergia.
Ero definitivamente allergica ai ragazzi.
Non sapevo spiegarmi perché, ma ogni volta che mi toccavano semplicemente o che i loro sguardi intaccavano nel mio, sentivo un tornado vorticare nei miei pensieri ed il mio corpo in caduta libera, pronto allo schianto.
Mi reputavo una ragazza strana, e consapevole di esserlo.
Insomma, quale ragazza avrebbe rifiutato -anche mentalmente- ad una relazione con uno come Louis Tomlinson? Questa era una delle domande che mi balenavano maggiormente in testa, ma ero piuttosto soddisfatta della decisione che portavo avanti, ovvero quella di mantenere le distanze dal creatore di guai.
Louis era paura pura, una valanga di neve alla quale è difficile sopravvivere. Era oscurità e tempesta, perché solo una tempesta sapeva travolgere subito dopo il suo arrivo.
Soffiava, soffiava forte, non solo sui miei pensieri, ma anche sul mio corpo. Perché Louis era anche farfalle nello stomaco, che spiccavano il volo non appena si aggrovigliava alla mia mano o quando percepivo il suo profumo. Era una cosa più forte di me e della mia forza di volontà e non seppi bene quale volta una di quelle farfalle mi avrebbe uccisa.
«C'è solo una cosa che richiediamo qui, ovvero che il nostro staff abbia compiuto la maggiore età» spiegò il moro tornando serio.
Guardai Coniglio fino a finire dritto nei suoi occhi scintillanti, un'espressione spiazzata le teneva impegnati i muscoli, mentre espirava profondamente dalle narici.
«Noi... noi abbiamo compiuto la maggiore età» cinguettò accanto a me con estrema delicatezza, mentre afferrava il mio braccio per portarlo attorno al suo.
«Magnifico» disse esuberante il ragazzo. «Diavoli, non mi sono ancora presentato» farfugliò.
«Sono Benjamin Burnett, ma potete chiamarmi Ben. Sapete, ci vuole un po' di tempo per dire Benjamin e questo non è molto comodo.» affermò trattenendo delle risate più simili a gridolini.
STAI LEGGENDO
Shy || L.T.
أدب الهواةPeggie Fox ha sedici anni e vive a Doncaster, una piccola città della contea del South Yorkshire ed odia il posto che ha passato con lei sedici perenni inverni. Un normale trasloco, però, cambierà la sua vita. Una situazione incrinata da un segreto...