Entrammo nella casa. Era decisamente una casa normale, molto ordinata. Appena entravi vi era la sala da pranzo. Un grosso tavolo in legno coperto da una tovaglia gialla occupava il centro della stanza, sopra vi era un bel vaso con dei bellissimi fiori di campo raccolti da poco, visto che erano ancora freschi.
La cucina invece era in pietra, piccola e decisamente comoda. Nella stanza accanto vi era il soggiorno. Un lungo tappeto bordeaux copriva il pavimento sempre in legno, vi erano dei bei divani di pelle sempre bordeaux e inoltre un piccolo televisore era collocato sopra un comodino di legno. Inoltre era non possibile non notare l'imponente camino in pietra con il fuoco acceso. La casa inoltre era veramente ricca di credenze e di ceramiche di ogni tipo. Non sembrava affatto la casa degli orrori, anzi tutt'altro, sembrava di essere in una favola."Siete i vicini, vero?" disse la donna molto freddamente. In mano aveva una tazza gialla di ceramica con all'interno del the bollente.
Era una donna di mezza età, dai capelli rossicci, sicuramente tinti, gli occhi castani e le labbra piccole e sottili come aghi. Lo sguardo era severo, di una persona che non ride mai. Aveva un trucco decisamente pesante, un blu elettrico le copriva le palpebre rendendola decisamente ridicola.
"Sì, io sono Paul Green e lui è il mio amico Jord...""Molto interessante, scusate ma devo andare"
La donna improvvisamente uscì dalla porta frettolosamente e se ne andò lasciandoci soli in quella casa.
Decidemmo di restare e di dare un'occhiata in giro. La casa era davvero grande e spaziosa. Vicino al camino vi era una porta che conduceva a un giardino ricco e rigoglioso di vegetazione. Alberi di un verde accesso e dalla chioma lussureggiante invadevano il prato, anch'esso rigoglioso. Vi erano centinaia di fiori di tutti i colori possibili ed immaginabili. Al centro del giardino vi era un pozzo in pietra, si capiva che era vecchio e attorno ad esso vi erano dei piccoli fiorellini di campo. Una ragazza dai lunghi capelli era intenta nell'impiantare delle piantine di un color porpora vivace.
Era la ragazza più strana che io avessi mai visto. Aveva dei lunghi capelli rossi, gli occhi verdi e le labbra sottili come aghi. Il suo sguardo era decisamente triste, indossava una giacca di pelle lunga quasi fino ai piedi tutta sporca di terra. Le mani erano sporche di fango. Dio, era davvero bella. Anche Jordan sembrò rapito dalla sua bellezza. Restammo senza parole."Mi passi la paletta per il giardinaggio, grazie. Non vorrei far appassire i miei poveri anemoni stellati"
"Ehm sì, certo comunque io sono Jordan Stuart e lui è Paul Gr..."
Ci interruppe. Evidentemente non le interessava sapere i nostri nomi."Ehi grissino, l'hai mai visto il mare?"
Appena pronunciata quella domanda i suoi occhi cominciarono a brillare. Capii che quelli erano gli occhi di una sognatrice. Brillavano di gioia e di speranza.
Rimasi per un attimo senza parole. Cosa centrava in quel momento il mare?
"Eh no, purtroppo no"
La ragazza accennò un sorriso ancora più largo.
"Seriamente? Povero un giorno di porterò a vederlo. Io vivevo al mare. Ieri notte ci sono stata. L'acqua sembrava una pista da ballo, anzi meglio una lastra di ghiaccio dove pattinarci. A te piace pattinare? A me sì, molto. Il tramonto abbracciava il mare, come per dirgli arrivederci, amico mio e poi pian piano lo lasciava solo finché poi non lo ha abbracciato la notte con le sue figlie stelle. E allora io ho danzato con il vento, sull'acqua con le foglie e ho sentito voci e suoni provenire da laggiù. Tutto era veramente bello. Beh che cosa hai da guardare con quel muso lungo? Passami la paletta, ora potete anche andare"
Raccontò ciò con un sorriso e una serenità che forse aveva perso da tempo. Improvvisamente il suo sguardo tornò ad essere quello di sempre e il suo sorriso si spense."Scusa, ma ieri sera ho sentito i camion del trasloco è impossibile che tu sia stata al mare e poi il mare dista diverse or.."
"Zitto, tizio troppo abbronzato. Se ci sono stata ci sono stata no? Perché dovrei mentirti!"
"A me è piaciuta la tua storia" le dissi. Mi era piaciuta veramente. Era brava a raccontare.
"Grazie, grissino"
Raccolse i suoi lunghi capelli rossi in una cipolla per non sporcarli ancora di più. Il viso era pieno di fango, ma nonostante ciò era davvero buffa quella ragazza.
"Almeno dicci come ti chiami, zuccherino"
"Zuccherino lo dici a tua sorella, abbronzato. Mi chiamo paletta e adesso ciao proprio"
Prese la sigaretta di Jordan e la calpesto.
Se ne andò via così, senza dire altro ad occuparsi del giardino. Era davvero strana sia lei che la donna, ovvero la madre.
Però mi faceva ridere quel suo modo di parlare e di vivere la vita. Era proprio buffa con quel faccino tutto sporco. Aveva il suo fascino."Andiamo via va, questa sta proprio fuori di testa, che maniere" Jordan guardava la sua sigaretta ormai spiaccicata sul prato, la raccolse e la lanciò, in segno di disprezzo. Poi ne accese un'altra e continuo a fumare.
Mi venne da ridere. Povero Jordan, era stato trattato davvero male da una ragazzina nettamente più piccola di lui, cocciuta e per lo più stramba.
"Paletta allora noi andiamo eh ciao"
Nessuno rispose, forse era troppo intenta a impiantare nuove piante nel suo giardino. Ma il punto è che già da quel momento in cui la vidi capì che quella ragazza, Paletta, era una ragazza davvero speciale.
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La voce del bosco
RomanceQuesta è la storia di Paul e del suo strano incontro con una ragazza decisamente particolare e fuori di testa. Questa è la storia di due sognatori. Questa è la storia di un piccolo amore infinito, di una giovinezza mai sbocciata del tutto, di un sog...