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Ecco la seconda parte di Needing Help (ci saranno 3 parti in totale).

Spero che vi piaccia!
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(No POV)

Dopo pochi minuti arrivarono a casa di Ayumi.
Era la prima volta, Yoshiki non era mai stato in casa sua, quindi era un pò nervoso di entrare.

"Ai tuoi genitori dispiacerebbe se entrassi?" Chiese Yoshiki.

"Siamo solo io e la mia sorellona. I miei genitori sono lontani, in viaggio. Sono sicura che a mia sorella non dispiacerebbe." Ayumi sorrise.

Guidò Yoshiki davanti alla porta e l'aprì. I due entrarono dentro.

"Hinoe, sono a casa!" Urlò Ayumi, poggiando le sue scarpe davanti alla porta e infilandosi le sue ciabatte.

Yoshiki si tolse le scarpe, ma non era sicuro sul camminare con le sue calze. Dopotutto questa non era casa sua.

"Vado a prenderti un paio di pantofole, Kishinuma-kun." Disse Ayumi, scappando.

Yoshiki guardò Ayumi scappare e decise di dare un'occhiata in giro per la casa. Era ben lavata e mantenuta in ordine. Quadri incorniciati e oggetti decorativi erano appesi lungo tutto il corridoio. Aveva un piacevole profumo che a Yoshiki piacque. E benchè ci fossero molti altri odori provenire dal bosco di candele, Yoshiki ne percepì uno in particolare: casa.

I genitori di Yoshiki non lo volevano più tra i piedi, perciò il figlio viveva da solo. Anche se la sua sorellina, Miki, vorrebbe fargli visita di tanto in tanto, non sarebbe lo stesso. Niente cene seduti a mangiare insieme al tavolo di famiglia. Niente risate sfogliando vecchi album di famiglia o giocando a giochi infantili, come sharada. Nessuna famiglia ad fargli gli auguri quando partiva o ad accoglierlo quando rincasava.

"Dannazione," pensò Yoshiki. "Credevo che non avrei più pensato a questo."

Sorrise tristemente e si mise una mano sulla testa.

"Sono così patetico..."

Inconsapevolmente da Yoshiki, Ayumi era in piedi a pochi passi da lui. Aveva notato che non stava osservando con il suo solito modo di fare. Iniziò a sentirsi in colpa, portandolo a casa sua quando lui aveva una famiglia dalla quale non poteva fare ritorno.

Yoshiki sentì qualcosa di leggero contro la sua schiena e girò lentamente la testa per vedere cos'era. Era Ayumi. Guardò Yoshiki negli occhi, i quali erano pieni di tristezza. Dopo si allontanò, tenendosi un braccio e spostando la sua attenzione al pavimento.

"Se vuoi uscire, Kishinuma-kun, ti capisco..."

Ci fu un lungo silenzio prima che Yoshiki parlasse.

"Posso vederli?"

Ayumi guardò verso Yoshiki." Vedere cosa, Kishinuma-kun? "

"I tuoi capelli." Arrosì silenziosamente, e si strofinò la guancia con il suo dito indice. " Mi sono sempre chiesto come sarebbero sciolti..."

"..." Ayumi si ritrovò ad arrossire dalla domanda casuale di Yoshiki.

I due non parlarono più per un pò di tempo, il che non fece che rendere l'atmosfera ancora più imbarazzante.

"Scusami, ho chiesto qualcosa di strano. Me ne vado..."

Yoshiki si girò per andarsene, ma Ayumi lo bloccò afferrandogli la mano.

"Non... non è del tutto strana..." Disse, nervosa. "Nessuno me l'aveva mai chiesto prima, perciò io..."

"Neanche Mochida?" Chiese Yoshiki, voltandosi.

Corpse Party ayushiki: needing help (tradotta in italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora