#Quando parla un bambino/a farò errori di ortografia per accentuare il modo in cui parlano i piccoli.#
È ricreazione.
Riccardo parla con Ilary, la più 'bella' della scuola, discutono sul loro rapporto. Si è sempre saputo che i ragazzi popolari stanno sempre con le ragazze più belle, ma anche antipatiche della scuola.
Come ho capito lui non vuole stare più con lei perché Ilary si sente troppo importante e fa la gatta morta con tutti. Ma poi perché continuo a guardare cosa fa quel ragazzo?
Non vedo più nulla.
La luce se ne é andata.
Qualcuno mi ha bloccato la vista con le mani.
Cerco subito di vedere chi è.
"Emh...Sei...Sei..."
Tocco le mani, ha molti anelli alle dita, uno in particolare lo riconosco subito, é formato da tanti infiniti.
Quel anello, mi ricorda solo una persona, Giuseppe.
"Peppe?"chiedo incerta.
"Più di me chi poteva essere amò" toglie le mani e mi alza dalla sedia.

Mi dà un abbraccio e mi manca il fiato. Mancava quel abbraccio tenero, dato dalla persona che mi è sempre stata affianco.
È stato così protettivo in questi anni che ogni volta che non ci vediamo o sentiamo a telefono, ci sentiamo persi.

Non lo sentivo da tre mesi, non so per cosa non si sia fatto sentire ma so soltanto che ora lui è di nuovo con me, pronto a difendermi da tutto e tutti e non si allontanerà più.

Quando eravamo piccolini stavamo assieme, il fidanzamento è durato fino alla prima media, poi insieme abbiamo deciso di restare amici.

"Non so vì, cazzo quanto mancavi"confesso con le lacrime agli occhi.
" Anche tu amo, non piangere principé, che il trucco si scioglie." dice ridendo, asciugandomi il viso da come dice lui dalle brutte lacrimuccie da poppante.

"Vabbene, ma dove sei stato coglione ?"
"Sono dovuto partire per andare dai miei zii in Francia,che mia zia sta male!" disse con tono serio.
"Ok, dai siediti e raccontami tutto"
La giornata a scuola fu veramente noiosa,gli insegnanti continuavano a complimentarsi con noi e io continuavo sempre a scherzare e scambiare notizie con Giuseppe.

Penso ancora a quel ragazzo che ho conosciuto oggi mi è restato in mente per tutta la giornata senza andarsene mai.

Suona la campanella, finalmente questo incubo é finito.

Tra poco arriverà mio padre con Daniel in macchina.
Giuseppe mi ha detto che oggi si faceva sentire e veniva a trovarmi, si vabbé veniva a trovare Daniel.

Intravedo mio fratello, che quando mi vede corre verso di me urlando:"Esme" .
Io imbarazzata, ma anche felice di rivederlo perché sentivo la sua mancanza, faccio finta di niente gli sorrido ma mi volto pur di non far brutta figura.

Riccardo, il ragazzo che ho conosciuto si volta, il suo sguardo è puntato verso mio fratello e poi varia passando a me.

I nostri occhi s'incontrano senza volerlo.
I suoi occhi che belli,mi sta osservando,mentre un suo amico gli parla non lo sta neanche ascoltando, si vede che non gli importa nulla di ciò che si stanno dicendo,perché lui preferisce guardare me.

Ma che ne so io se sta guardando qualcun'altra e non me.

Sento mio fratello correre e poi nulla non si sentono più le sue scarpine sbattere sul asfalto.
Mi volto verso la posizione dove avevo visto mio fratello per l'ultima volta, ma non c'è.

"Daniel dove sei?" mentre io guardavo Riccardo, mio fratello era caduto.
"Che scemo, sei caduto"
"Ai ai, no no non toccarmi fa male"
"Ouh, stai calmo ora ti prendo in braccio" corro verso di lui e con cautela lo prendo in braccio. Mi abbraccia e mi da un bacino, vado da papà, entro in macchina saluto mio padre "Ciao papi" gli do un bacino e aiuto mio fratello a mettersi giusto sul sedile.

"Com'è andata oggi a scuola ?" accende la macchina e tra qualche minuto arriviamo a casa."Bene pà" cerco di cambiare discorso ma lui continua, "Voglio i dettagli"
"Normale papi, come al solito"
"Mi hanno chiamato Esme. É possibile che non puoi stare solo cinque ore a scuola senza combinare nulla!..."lo blocco.
"Scusa pà, ma la prof mi rompe, ho fatto soltanto tre secondi di ritardo"
"Va bene non mi voglio allargare ma non fare sì che accada un'altra volta" "Papà, Daniel é caduto come uno scemo"
"Smettila troia"disse Daniel.

Io e mio padre subito lo rimproveriamo e lui chiede scusa. Da quando in qua sto coso nico sa dire parolacce.
Siamo arrivati a destinazione.
Prendo Daniel per disinfettare la ferita, e poso il telefono sul mobiletto in salotto. Faccio sedere mio fratello nel salotto per andare a posare lo zaino in camera. Ritorno veloce sotto perché sento che mio fratello che mi chiama. "Arrivo amore" "Fai veloce Miry,mi brucia"
Prendo il disinfettante e un mucchietto di cotone per spargerlo nella gamba di mio fratello e lui inizia a indietreggiare. "Oi resta fermo, guarda là una farfalla"Non lo faccio concentrare al mucchietto di cotone.
"Dove ?..."si blocca quando il cotone tocca la sua ferita "Aih brucia brucia"Si lamenta.
La sua voce é così dolce.
"Pà" urlo io, cercando una risposta. "Dimmi Mì?"
"Vedi che Daniel si é fatto male, vieni a vedere. Oggi dobbiamo andare alla ricerca di una domestica e della tata, alzati prigrone. Abbiamo molto da sbrigare perciò non dormire che poi come faccio a svegliarti."urlo ancora.

Mio padre non si trovava in cucina, la voce non era partita da li ma bensì dalla camera da letto.

" Sori fa male, togli il cotone almeno un po?"
"Scusa si" me lo ero completamente dimenticato di star medicando mio fratello. Inizio a ridere contagiando anche lui.
"Che é successo?" chiede mio padre con una lacrima ben visibile.
"Niente papino, quando sonno andato da Miri, sono caduto e 'bumma' mi sono fatto quetto!Ma non fa niente, che hai che piangi?" parla con una vocina da bambino.
"Emh... No non piango e che ho tagliato la cippola e mi sono uscite le lacrime" "Ma sempre cippole tocchi ma che papino scemo che ho" tutti scoppiano a ridere.

Salgo su, ho scelto proprio di mia spontanea volontà di avere la stanza a primo piano. Soprattutto perché è spaziosa.
E anche perché è una delle poche stanze che ci sono nel piano superiore.
Sopra trascorrendo il corridoio abbiamo la mia camera, un secondo bagno che oramai considero mio , e lo studio.
Riprendo il mio iPhone e scrivo un messaggio a Peppe.
*Giuseppuzzo♥♥*
M- Vita, quando vuoi passa, sono già arrivata a casa.

Spengo la connessione dati e ritorno ai miei pensieri strani.

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