'Cause it's too cold
For you here.Sarei stata più felice se la settimana fosse passata più lentamente, e invece no.
Mi ritrovavo in un venerdi pomeriggio, sdraiata sul letto, al telefono con Gwynne che praticamente mi supplicava di uscire con lei quella sera.
Lo so, mi sono lamentata parecchio della mia vita sociale, e allora?
Nessuno dice che perforza io debba uscire.
Ho pur sempre una famiglia sclerata e una mente stressata.
Vorrei solo dormire per giorni, e svegliarmi a Gennaio per il mio compleanno.
«Dai che ti porto al Poseidon» ripeté per la decima volta la bionda, facendomi sbuffare nuovamente.
«Ma Gwynne i-»
«Niente ma. Stasera usciamo e basta, per favore?»
Insopportabile.
«Va bene Gwynne. Okay. Stasera usciamo. ora sta' zitta»
Un urletto da parte sua, un altro sbuffo da parte mia, vari cambi di vestiti, e alle 9 in punto di quella strana serata eravamo in fila per entrare al Poseidon.
Uno di quei locali molto carini, sulla spiaggia, circondato di palme.
Una cosa tranquilla insomma.
«Sappi che passerò tutta la sera in giardino.» annunciai una volta entrate nel locale.
Tanta gente, troppa.
Tanta musica, troppa.
Tanto alcool, troppo.
Era tutto troppo in quel posto, e io non sono di certo una ragazza da 'troppo'.
Dopo aver preso qualcosa da bere, andai a sedermi in giardino, su una panchina vuota, come pre-annunciato.
Non mi andava di certo, quella sera, di stare in mezzo al casino e alla gente ubriaca.
Penso di essere l' unica diciannovenne che la pensa cosí.
Alzai lo sguardo dal terreno, presa dai miei pensieri, quando un ragazzo si avvicinò alla mia panchina.
Probabilmente aveva la mia età, o giú di li, non sembrava molto grande.
«Hei, posso sedermi?» mi chiese gentilmente, mostrando un sorriso.
Annuí e basta, non mi interessava molto, in fondo la panchina era abbastanza grande per tutti e due.
Di sicuro non volevo conoscere nuove persone, specialmente nuovi ragazzi.
Ma, a chi importa il mio pensiero.
«Qual'é il tuo nome?» chiese lo sconosciuto.
Sul serio.
Ho detto che non volevo conoscere nessuno.
«Sophia»
«Wow»
Era carino, per quanto potevo dire dalla poca luce che stava in giardino.
Era davvero carino.
Aveva un viso familiare, ma non badai molto a tutto ciò.
Probabilmente era una di quelle persone che incontri per strada, mentre corri verso un negozio, che poi ti rimangono impresse nella mente.
Sembravano passati secoli, dall' ultima parola che ci eravamo rivolti.
Probabilmente, in realtà, solo un ora o qualcosa del genere.
«Stai tremando?» mi chiese dopo avermi scrutato per bene, quasi a farmi le lastre.
Scossi velocemente la testa, cercando di rilassare i muscoli e sembrare meno infreddolita.
Cazzo se avevo freddo.
Ma comunque non mi andava di ammetterlo ad uno sconosciuto.
Avrebbe usato la scusa per portarmi dentro e stuprarmi.
Cazzate.
«Fa troppo freddo qui per te, vuoi entrare dentro?»
Lo sapevo io che mi voleva stuprare.
Scossi nuovamente la testa, ma la mia bocca aveva deciso di non collaborare, sussurrando un 'si' che davvero non volevo pronunciare.
Che cazzo.
Cosi, lo sconosciuto mi rivolse un altro sorriso, per poi alzarsi dalla panchina e accompagnarmi dentro.
La musica era decisamente diminuita, e Gwynne si era praticamente dissolta nel nulla.
Probabilmente in bagno a provarci con qualcuna.
«Dove stiamo andando?» chiesi vedendo che non ci stavamo dirigendo al piano bar.
«Da i miei amici, non sono cosí male» rispose lui tutto tranquillo.
E un «Oh» abbandonò la mia bocca.
Mio fratello a quest' ora mi avrebbe ucciso.
Stavo parlando con un ragazzo di cui non conoscevo praticamente nulla, e lo stavo seguendo verso altri ragazzi che non conoscevo.
Perfetto. Ora mi avrebbero stuprato in gruppo.
Arrivammo in un angolo del locale più buio del resto.
Grandioso.
C'era solo un tavolo occupato da due ragazzi e una ragazza, non sembravano davvero cosi male.
O almeno, non sembravano possibili stupratori.
«Ma dov'eri finito?» chiese con un sorriso divertito il ragazzo appoggiato al muro, con i capelli leggermente ricci, al mio discutibile accompagnatore.
«Ero fuori» rispose con tranquillità l' altro, sedendosi su uno dei due divanetti, e facendomi segno di andargli vicino.
«Lei é Sophia» iniziò le presentazioni « Loro sono Mikey, Jesse, e umh, io sono Zach» parlò grattandosi leggermente il braccio dall' imbarazzo di essersi dimenticato di presentarsi «E lei é Devon, la ragazza di Jesse» continuò.
Mostrai un lieve sorriso, per poi prendere a scrutare le mie scarpe, diventate seriamente interessanti.
«Zach ha trovato la ragazza uhuh» scherzò Devon, facendo ridere il ragazzo seduta accanto a me.
E, cazzo, avrei riconosciuto quella risata ovunque, anche avendola sentita una sola volta.
Le mie gambe scattarono in piedi e mi guadagnai uno sguardo curioso dai quattro ragazzi seduti al tavolino.
«Tu sei il ragazzo che mi ha buttato a terra» iniziai a parlare, e continuai «Si, dai, lunedí verso l' ora di pranzo, tu correvi e lui ti correva dietro» indicai Jesse, probabilmente.
Allora lui si mise a ridere, ancora, e portando una mano sul mio fianco mi fece risedere, più vicino a lui.
Imbarazzante? Nah, di più.
«Allora ci conosciamo già» rise di nuovo «scusa comunque» parlò riferendosi al nostro piccolo incidente.
«É okay, credo» liquidai il discorso con un gesto della mano, e mi alzai nuovamente dal divanetto colore del mare.
«Ora, umh, devo andare a cercare la mia amica. É stato un piacere» salutai velocemente tutti, soffermandomi leggermente su Zach.
Era davvero bello.
Mi allontanai sentendo il suo sguardo bruciare sul mio corpo, finché non mi mischiai alle altre persone.
Arrivai al bagno dopo apparenti decenni, e vi trovai Gwynne seduta per terra, a far niente, mezza addormentata.
«Andiamo a casa» le sussurrai, per poi sollevarla, e dirigerci a casa mia.
Avrebbe dormito da me, quella sera.
Sapevo che non avrei dovuto pensarci, ma continui a ripetere mentalmente la risata di Zach, mentre mi stendevo a letto accanto a Gwynne.
Probabilmente non lo avrei più rivisto, ma a chi importava realmente.
Solo, era stato carino a preoccuparsi per me.
Esausta,ecco cosa ero, mi addormentai in fretta, tra risate registrate mentalmente, e il suono del vento che mi parlava da dietro la finestra.si ciao, é una merda lo so ciao.
-reb.

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IthinkIfoundhell.
FanfictionWhat does not kill you makes you wish you were dead. ... Who will fix me now?