5.

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Cos' you got hell
to pay,
but you already sold
your soul.


Notai, solo in quel momento, che le mie settimane passavano sempre velocemente, sempre nello stesso modo.
Non facevo mai nulla di entusiasmante, a parte uscire qualche volta con Gwynne e passare il resto del mio tempo con la mia famiglia.
Zach, il ragazzo conosciuto al Poseidon, non si era fatto  più vedere da quando scoprí che il suo amico Jesse viveva nella casa accanto alla mia.
Davvero carino da parte tua, Zach.
La mia noia, da qualche giorno a quella parte, stava prendendo il sopravvento, ma non avevo alcun modo di contrastarla.
Stavo solo sdraiata sul letto a riempirmi la testa di canzoni e libri, e lo stomaco di cibo.
«Sof, va' ad aprire la porta per favore» andiamo, sono le sei di un noioso sabato pomeriggio, in una noiosa settimana.
Chi mai dovrebbe bussare alla porta, oggi?
Mi alzai dal divano alla velocità di un bradipo morto, evitando ogni possibile minimo sforzo e «oh, Jesse» constatai una volta aperta la porta d'ingresso.
Il ragazzo stava li davanti, con un sorriso sul volto e una sigaretta tra le labbra, immerso tra tatuaggi e fumo, a scrutarmi dall' alto al basso, per poi prendere ad aggiustarsi i capelli con una mano.
«Ti va di mangiare una pizza con noi?» parlò, dopo aver preso la sigaretta tra due dita della mano destra, continuando a sorridere.
Era un ragazzo davvero molto allegro.
«In realtà dovrei..»
«Eddai, forse ci sarà anche Zach» continuò vedendomi altamente in rifiuto verso quell' invito.
Zach o no, non avrei cambiato idea,  quei ragazzi non potevano
ignorarmi per una settimana intera, e poi presentarsi come se niente fosse davanti a casa mia a chiedere di mangiare con loro.
Era scortese, estremamente scortese.
«Sul serio, non mi va» annunciai guardando verso terra, a mia discolpa si poteva anche dire che quasi non li conoscevo.
Magari erano drogati, o magari effettuavano riti satanici in casa, e io ci andavo a cena. Pffff non esiste.
E la mia voglia di avere una vita sociale?
Fanculo la vita sociale.
Mormorai delle scuse, prima di chiudere il ragazzo fuori casa, facendo spegnere il suo sorriso.
Complimenti Sophia Margaret Hail, davvero.
«Chi era?» urlò mia madre dalla cucina, intenta a preparare la cena.
«Il vicino di casa? Lascia perdere» mi sdraiai di nuovo sul divano, chiudendo gli occhi e concentrandomi sul mormorio del televisore tenuto a basso volume.
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«Aspetta, vado fuori»
Parlavo al telefono con Gwynne da almeno mezz'ora, non avevamo un argomento preciso di cui parlare, ma ci piaceva stare molto tempo al telefono.
C'erano dei momenti in cui rimanevamo entrambe in silenzio assorte nei nostri pensieri, fino a che una delle due non iniziava a ridere contagiando anche l' altra.
Volevo davvero bene a Gwynne, e fuori faceva davvero freddo.
Mi maledissi mentalmente per indossare solo una maglia abbastanza grande da arrivare alle cosce, sedendomi sugli scalini davanti alla porta.
Le case in california erano tutte molto simili tra loro, e questa cosa mi irritava non poco.
«Aspetta un secondo, ti richiamo io» chiusi velocemente la comunicazione con la mia migliore amica, sentendo varie risate provenire dalla casa di Jesse.
Non mi stavo impicciando degli affari altrui, volevo solo capire se tra quelle risate riconoscevo la sua.
«Belle gambe» annunciò un ragazzo dall' altra casa, uscendo dal cortile e raggiungendo l' entrata della mia casa.
Violazione della privacy e domicilio.
Na-ah.
«Cos?Zach?» chiesi, senza riconoscere il ragazzo.
Il buoio delle 10 di sera non aiuta, ovviamente.
«Io» rise lui, mentre si sedeva accanto a me, sugli scalini di casa mia, mentre i miei genitori parlavano allegramente in salotto.
ugh.
Mi sorrise dolcemente, spostandosi i capelli da davanti la faccia.
Lo guardai un attimo, per poi ricordarmi delle mie gambe nude cercando di coprirle con la maglia, in imbarazzo.
«Dai no, sono belle davvero» annunciò lui, sistemando la mia maglietta alla giusta lunghezza.
Stava decisamente prendendo troppa confidenza, ma non mi andava affatto di rovinare quella poca allegria della serata.
Sorrisi lievemente, riabbassando lo sguardo verso le mie gambe, sentendo Zach iniziando a giocare con una mia ciocca nera.
Era un po' strano, ma mi piaceva.
Non il ragazzo, intendiamoci, il fatto che giocherellasse con i miei capelli.
«Perché non sei venuta anche tu?» chiese il moro una volta lasciati i miei capelli.
Prese a guardarmi con insistenza, aspettando una risposta che sinceramente non avevo voglia di dare.
Si, mi aspettavo che Zach mi cercasse di più in quelle settimane, e invece mi aveba completamente ignorato.
Non lo conoscevo per niente, e probabilmente era un ragazzo parecchio impegnato, e mi sentivo assolutamente patetica a pensare che avesse dovuto dedicarmi del tempo.
«So che non ti ho mai cercato» riprese a parlare lui vedendo che non davo una risposta «Ma se volessi rimediare me ne daresti la possibilità?» continuò.
Lo guardai un attimo, sorridendo «É per caso un qualche modo di avere un appuntamento?»
«Voglio solo conoscerti, tutto qui»
Sorrisi ancora «É tardi Zach, devo entrare in casa» annunciai senza rispondere alla sua proposta.
«Lo prendo come un si? Ti mando un messaggio, 'notte Sof» detto ciò mi lasciò un tenero bacio sulla guancia, e prese a camminare verso casa di Jesse.
Sorrisi ampiamente mentre oltrepassavo la porta di casa mia, dirigendomi nella mia stanza.

Umh, hei?
mi sto annoiando e allora mi sono messa a scrivere, é un po' corto lo so, sorry.
-reb.

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