Capitolo 3

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Attraccarono al porto poco dopo il tramonto e Capitan Hook fu il primo a toccare terra. Era infuriato con quel ragazzo.

«Non provate a raccontare questa storia o la prossima cosa che vedrete saranno gli abissi del Mare Gelido, mi sono spiegato?» Aveva urlato, sentiva la rabbia prendere possesso del suo corpo.

«Avete paura che non vi rispetteranno più quando sapranno la vostra storia, Killian Jones?» il ragazzo lo aveva sfidato e Hook, imbestialito gli aveva tirato un pugno in pieno viso, spaccandogli il labbro superiore.

«Zitto! Dannazione, zitto!» Aveva urlato ancora e successivamente aveva assestato un secondo pugno sul suo volto. Il ragazzo sputò del sangue.

«Siete migliore di così, Capitano» aveva sussurrato prima di accasciarsi al suolo «e lei vi amava per quello che eravate»

Hook non ci aveva visto più dalla rabbia e decise di uscire. Poco dopo attraccarono al porto.

L'aria gelida della notte gli scompigliò i capelli corvini. Rimase per diversi minuti a contemplare il cielo, mentre la ciurma - eccetto Jack - lo precedevano. Al Capitano sembrò di aver passato poco tempo a guardare le stelle e cercarvi una risposta in esse, ma quando entrò nella taverna accogliente la sua ciurma era già al settimo giro di bevute, il che, per loro, era decisamente insolito. Morgan si alzò dirigendosi verso il capitano e gli diede una leggera pacca sulla spalla.

«Vi abbiamo fatto un regalo, Capitano. La migliore in piazza» Morgan rise e si chinò per poi vomitare poco lontano da Hook che rise di gusto accompagnato dal resto della ciurma.

«Di grazia, ditemi dove posso trovare questo regalo» chiese allargando le braccia e rubando il boccale da un cliente della taverna, lo bevve tutto d'un sorso e lo ripose dove precedentemente si trovava.

«Dietro di voi capitano!» urlò Spugna.

Hook si voltò con un bel sorriso stampato in volto che si spense non appena vide il "regalo". In quel preciso istante, con Joceline Prior innanzi, desiderò scomparire: essere risucchiato da un vortice senza lasciare traccia di sé e del suo passaggio.

Si voltò nuovamente verso la ciurma con un gran falso sorriso.

«Vi ringrazio. E ora, se non vi dispiace, avrei da fare» rise e porse una mano alla ragazza, la quale accettò di buon grado. Uscirono dalla locanda, sul retro.

«Hook...» sussurrò la ragazza.
«Joceline, non voglio niente da voi, ditemi quanto vi hanno pagato i miei uomini e vi pagherò il doppio per andarvene e dire che ci siamo divertiti stanotte» il Capitano uscì una piccola sacca colma di monete d'oro, pronto a pagare.

«Come sapete il mio... Lasciamo stare. Non voglio denaro da voi, vi chiedo solo delle risposte»
«Mi dispiace, ma non ho risposte da darvi»
«Come siete diventato così?»
«Così come?» intanto avevano preso a camminare, l'uno accanto all'altra.

«Dicono che veniate dagli Inferi, che siate il Demonio sceso in terra. Cosa vi ha portato ad esserlo?»
«È la vita che mi ha trasformato, le vicende passate. A tutti gli uomini e donne capita prima o poi» disse quasi come un sussurro.

«E cosa è accaduto alla vostra vita?»
«Joceline, perché vi interessate così tanto a me? Dovreste fare come il resto del mondo e starmi alla larga»
«Perché mi piacciono i misteri e voi lo siete. Sono attratta dall'Oscurità e voi la impersonificate»
«Avete una mente perversa, tesoro»
«Ho speranza e credo che dall'Oscurità si possa tornare indietro»
«Non si può, Joceline. È un viaggio di sola andata» Hook accennò una risata amara.

Continuarono a camminare finché non si trovarono ai confini tra la città e la Foresta Infinita. Si misero a sedere per terra, su una collinetta.

«Solo se lo credete, Hook» rispose dopo troppo tempo la ragazza.
Il Capitano si girò, guardandola negli occhi, si scambiarono degli sguardi e Hook, come colto da uno spasmo si alzò. Joceline lo imitò, balzando in piedi.

«Dicono che nessuno sopravvive dopo avervi guardato negli occhi,» la ragazza guardò di nuovo gli occhi gelidi del Capitano «ma io sono ancora viva e vegeta» accennò una breve risata e Hook si avventò sulle sue labbra. La strinse a sé e lei non si staccò, al contrario, ricambiò il bacio. Il desiderio in entrambi cresceva smisuratamente finché, senza fiato, si staccarono. Posarono la fronte l'una sull'altro e ripresero fiato.

«E questo cos'era?» chiese sospirando la ragazza.
«La risposta» sussurrò prima di allontanarsi leggermente.
«A quale domanda?» chiese di nuovo Joceline.
«A tutte, quelle che avete fatto e quelle che farete in futuro» la guardò di nuovo negli occhi e la avvicinò nuovamente lasciandole un altro bacio poco casto.

Racchiudeva desiderio, passione, bramosia, lussuria. Tutto ciò che un pirata non si sarebbe mai potuto permettere, l'amore.

«Addio tesoro» si allontanò da lei correndo via verso la Jolly Roger.

Quella notte entrambi la passarono pensando all'altro. Sfiorandosi le labbra con le proprie dita sentendo il tocco ancora fresco.

Quel bacio non aveva fatto altro che aumentare la curiosità in Joceline e il desiderio di ciò che mai avrebbe potuto avere in Hook.

Il Capitano si ripromise di non mettere più piede in quella taverna, non avrebbe resistito a quelle labbra ormai assaggiate della ragazza.

Tra le sue braccia gli era sembrata così piccola, così fragile che aveva avuto paura di romperla per un breve istante. A lei invece sembrò di aggrapparsi alla Luce, mentre tutto ciò che lui era è Oscurità.

Joceline quella notte non dormì, scrisse nel suo diario, come ogni notte ormai faceva, di quell'uomo misterioso.

"Caro diario,
questa sera ho scoperto che non è un mostro come tutti pensano. È un uomo dall'animo profondamente ferito, voglio sapere cosa l'ha reso tale. Mi ha permesso di guardare nei suoi occhi gelidi e potrei giurare di averli visti più scuri per un breve istante. Non erano più di ghiaccio, per un momento si sono sciolti, diventando oceani profondi. Nel momento in cui le nostre labbra si sono toccate una scossa elettrica mi ha attraversato l'intero corpo. Come fossimo stati creati per quel momento. Mi hanno sempre detto che spero troppo, che dovrei smetterla di sognare. Ma cos'è un uomo senza speranza? Possiamo solo affidarci ai fili tracciati dal Destino, e sperare che Egli abbia buoni progetti in serbo per noi.
Sono profondamente convinta che Capitan Hook possa redimersi, è stato un buon uomo una volta e potrà esserlo di nuovo. Non rinuncerò a scoprire la causa del suo cambiamento, l'Oscurità lo ha divorato ed io lo aiuterò a disfarsene»

Joceline continuò a pensare a quel bacio, e sperò di rivedere il Capitano il giorno successivo. Sentiva che, in qualche modo, avevano bisogno l'uno dell'altra.

«Riuscirò a portarlo indietro» si ripeteva la ragazza.

«Riuscirò a levarmela dalla testa» si ripeteva il Capitano.

La razionalità, era quella che li manteneva distanti l'uno dall'altro. Era quello il disegno che il Destino aveva creato per loro: la possibilità di starsi accanto, di sfiorarsi, senza mai toccarsi veramente. Sarebbero rimasti così, precari, in bilico tra la ragione e l'istinto. Hook non credeva al Destino, aveva sempre pensato che il suo cammino lo scrivesse lui, passo dopo passo; al contrario, Joceline credeva di dover semplicemente sperare.

Avevano appena dato inizio ad un lento processo di autodistruzione, e se ne sarebbero accorti troppo tardi per fermarlo. Ma potevano aggiustarsi a vicenda, se solo avessero ceduto ai loro istinti e avessero lasciato perdere la razionalità.

Ma per arrivare a questo abbiamo ancora molta strada.

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