Seven

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Sophia

Le settimane passano e si avvicina dicembre, il mio periodo dell'anno preferito. Sono le sei del mattino e fuori inizia a far freddo; è giovedì e la voglia di lavorare è scesa a zero così come ha fatto la temperatura fuori.
Mi faccio coraggio ed esco dal piumone caldo che mi ha coperta per tutta la notte; i miei piedi nudi toccano il pavimento, è freddo così afferro le pantofole con il pelo e le infilo; penso subito a cosa indossare per il lavoro e mi catapulto davanti il mio 'guardaroba'. Svariati minuti dopo trovo una semplice camicia bianca che non metto da anni con sopra un maglione grigio scuro, decido di abbinare un paio di jeans dello stesso colore del maglione ed è fatta.
Esco dalla mia stanza felice del mio lavoro da fashion blogger e controllo mia sorella mentre vado in cucina; la porta della camera è ancora chiusa, sicuramente dorme ancora, così continuo il mio viaggio verso la cucina per preparare la colazione.
Alcuni minuti dopo il suo buongiorno risuona per tutta la stanza, mi stampa un bacio sulla guancia mentre afferra la sua tazza piena di caffè che avevo appena poggiato sull'isola della cucina. Non sapendo cosa preparare per me, vado verso il frigorifero; non trovando nulla di buono per una colazione soddisfacente decido di non farla e passare da Starbucks mentre andiamo alla National Publisher.

"Dovresti prendere un mio vestito qualche volta, ti starebbe un pó stretto di seno ma almeno metteresti qualcosa di diverso e più femminile dei soliti jeans..." dice lei fermandosi davanti il suo armadio e prendendo una camicetta bianca con dei volant ed un paio di pantaloni blu notte ed un sacco di gioielli da abbinare.
"Non credo riuscirei ad andare in giro con un vestito a dicembre, forse il giorno di Natale lo farò ma sai che non sto parlando sul serio..." dico per poi uscire dalla sua camera per poi prepararmi.

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Dopo essere passate da Starbucks ed aver fatto una fila lunghissima, arriviamo alla National ovviamente in ritardo. Maddie parcheggia la macchina davanti l'entrata ed un paio di ragazzi sostano davanti il portone.
Contemporaneamente alziamo le spalle e usciamo dal veicolo, sbattendo la portiera dell'auto ed iniziando a camminare.
Mentre ci avviciniamo all'entrata dell'edificio sento una voce che chiama il mio nome ripetutamente, fingo di ignore la voce di questa persona ma un sua mano si poggia sul mio fianco facendomi fermare di colpo.
Per mia sfortuna non è Harry, la persona che vorrei tanto avere qui in questo momento.
Gli occhi che in questo momento mi stanno fissando sono quegli occhi, quelli che non riuscirei a dimenticare neanche a volerlo, quelli che ricorderei anche dopo un lavaggio del cervello, quegli occhi così scuri che mi stanno facendo accapponare la pelle proprio in questo momento.
Quegli occhi che fanno tornare a galla tutti quei ricordi e quei demoni che ho tenuto rinchiusi tra un muro e l'altro nel labirinto della mia anima, no, nell'anima della vecchia Sophia, la Sophia che non esiste ormai da tempo.

Non so cosa fare.
Non voglio star qui a tirar fuori il passato, soprattutto insieme a lui.
Devo correre. Correre il più lontano possibile da lui ma non posso, non ci riesco.
Sono come incollata al pavimento, sto lentamente congelando perché questo essere qui è ancora davanti a me, dopo tutto questo tempo.


Where do broken hearts go [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora