Capitolo 5

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Mi accasciai a terra chiudendomi le orecchie e dicendo a me stessa che non era vero. Non poteva essere vero tutto quello. No. Simon. Che ci faceva qui? Shila mi urlava cose che non riuscivo a sentire.

"Alzati! Aurora, lo uccideranno!"

"Chi? Chi lo ucciderà?"

"I vampiri!"

Il mondo si fermò per qualche secondo. Non doveva morire.
Shila si trasformò senza pensarci due volte. Era alta il doppio, e grossa anche di più, bianca e soffice. Mi guardò facendomi segno di salire. Io la ascoltai senza pensarci.
Andavamo velocissime.
E riusciva a schivare tutti gli ostacoli. Era davvero brava.
Si fermò di botto. Fiutava, e si girò e lì la scena fu orribile. Shila saltò sopra ad un vampiro che stava per uccidere Simon, lo divorava e ne uccise altri. Simon era ricoperto di sangue, con tutti gli arti per fortuna, ma era ricoperto di sangue, ferito gravemente e lacerato sulle gambe, aveva lacerazioni profonde.

"Niente segni di morsi." Disse Shila, che era tronata normale.

"Lo porto io." Disse. Arrivammo al castello e andammo subito in infermeria, dove c'era Liz, che ci disse di metterlo sul lettino.

Fuori pioveva e mentre guardavo le gocce sulla finestra sentii dei lamenti, molto forti, strazianti. Era Simon. Lo stavano medicando e dalle ferite sembrava essere in cattive condizioni. Dovevo sapere. Così, uscì dal castello e mi addentrai nel bosco. Avevo bisogno di risposte e soltanto lì avrei potuto trovarle. Mi fermai, quando credevo di aver trovato il punto esatto in cui Simon era a terra. Vedevo del sangue, seguivo la scia e ad un tratto mi apparve un'ombra. Era un soldato, la pioggia era fitta e non riuscivo a distinguere i tratti del suo volto, ma aveva una cicatrice lungo la guancia sinistra.

"Figlia del demonio" disse.
"Sei tornata, quello che abbiamo fatto al vostro amico era solo un assaggio di quello che faremo a te. Peccato tu non abbia visto tua madre, era così bella e così giovane. Proprio come te." Mi girava intorno e con un pugnale mi sfiorava il volto.

"Aurora, il nome che decise di darti tua madre, rappresentavi l'inizio di una nuova era, l'era d'oro. E ora guardati, ingenua, nel bosco, da sola." E ad un tratto sentì muoversi qualcosa tra le foglie, erano altri soldati che scherzavano sulla mia presenza. Avevo lasciato il coltello in camera, ero indifesa. E ad un certo punto sentì un liquido scorrere lungo il braccio, era caldo ed era sangue, il mio. Mi coprii la ferita con la mano, ma mi arrivò un altro colpo sulla gamba, e poi sulla schiena, il più brutto, il più doloroso, il più grande. Mi aveva lacerata dalla spalla sinistra fino al fianco destro. Mi accasciai a terra, priva di sensi, perdevo troppo sangue e sarei morta da un momento all'altro, mentre il soldato mi sussurrava parole:

" Ci rivedremo un giorno, e sarà l'ultimo, fidati."

Poi se ne andarono. Gli avrei pregati di uccidermi, ma non l'hanno fatto. Poi ad un tratto una sagoma, avevo la vista offuscata e persi i sensi.

Mi risvegliai in infermeria, avevo bende ovunque e la testa era un dolore assordante. Al mio risveglio non c'era nessuno, solo Martin, i  un angolo a leggere uno dei suoi libri.

" Che cos'è successo?" Dissi.
"Quello che tutti temevamo. Non devi mai lasciare il castello da sola. Non sei in America, non ti basta un coltellino o uno spray inutile per difenderti. La tua vita è in pericolo dal primo momento in cui sei arrivata. E lo era anche prima. Io ero contrario a farti venire qui, ma nessuno mi dà retta e guarda un po' come si è risolta la situazione. Sei stata una stupida, imprudente ed egoista. Ora sarai sotto stretto controllo." Sembrava arrabbiato. E ne aveva tutte le ragioni, sono stata una stupida. Mi guardò, non avevo nulla da dire, prese il libro e andò via. Ora ero davvero da sola.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 18, 2017 ⏰

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