Capitolo 3

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Uscì dalla macchina nera, era quasi buio, e io ero in Romania dopo aver preso un aereo da New York senza aver chiesto ai miei il permesso e aver incontrato un ragazzo di cui so solo il nome ed essere stata portata da degli sconosciuti in un castello in cima ad una montagna dove poco prima un uono mezzo morto mi stava uccidendo. Direi che va tutto bene.
Faceva freddo e il fiume sotto al ponte che collegava al castello era violento, il portone non si vedeva bene a causa della nebbia fitta e quindi avevo paura di cadere nel burrone e morire annegata. Che giornata movimentata. Avevo solo una giacca leggera adosso e quindi pativo il freddo.

"Tranquilla, la tua stanza ti piacerà." Mi tranquillizzò Margaret. Era molto tardi, quindi avrei visto mio padre 5 minuti. Un uomo alto ci dava il benvenuto. Era alto, portava i capelli lunghi fino ai lobi delle orecchie, era vestito con uno di quegli abiti che indossavano gli uomini d'epoca, anzi, i re dell'epoca, ma non era vistoso, era semplice. Arrivai in una grande sala adornata di lampadari di cristallo, con camini antichissimi, appendi abiti di un legno pregiato, un tavolo lunghissimo con posate d'argento e un quadro. Era raffigurata una donna bellissima. Bionda, con gli occhi azzurri come il mare. Era giovane, doveva avere 25 anni. E sotto c'era scritto:

"Dedicato alla Regina Mirena. Sarà ricordata dalla piccola Aurora e da suo marito Vlad Dracula."

Ero sua figlia, lei era mia madre. Ed era andata via, non la conoscerò mai.

"Lei, era morta per il regno, e ci ha lasciati soli. Ma promise che non ci avrebbe mai dimenticato."
Una voce dietro di me soffocata dall'emozione.

"Lei ti amava. Voleva il meglio per te."

A quel punto mi girai e abbracciai mio padre. Sapevo che era lui. Lui ricambiò l'abbraccio e disse:

"Bentornata a casa figlia mia."

"Grazie papà."

"Margaret ti accompagnerà nella tua stanza, và."

Lo salutai e andai con Margaret, c'erano scale di marmo, grandi e fredde e altre scale erano di pietra come dei cunicoli, strette e piccole.
La mia stanza era al primo piano, ad una graziosa porta di legno c'era scritto "occupato" quando entrai mi innamorai di quella stanza. Era bellissima, avevo un grande letto matrimoniale con coperte morbissime, un camino, una poltrona e tanti cuscini sparsi qua e là. Al soffitto c'era appeso una lampada rotonda che faceva la stanza di un colore blu. Ringraziai Margaret e mi buttai letteralmente sul letto.
Dovevo trovare una presa per l'iPhone e la mia ricerca mi condusse a destra della porta. Mentre sperimentavo a fare l'elettricosta sentì delle voci...

"È successo qualcosa Margaret?"

"Signore, abbiamo avuto dei problemi lungo il tragitto."

"Che tipo di problemi?"

"Due vampiri, vagabondi sicuramente ci hanno aggrediti, sua figlia è uscita dalla macchina e uno le è satlato addosso con l'intento di morderla, non so come ma lo ha ucciso. È proprio figlia vostra..."

"Nostra?"

"Sì, sua e della regina Mirena."

"Come lo ha ucciso?"

"Con un coltellino, dritto nel cuore."

"Capito. Grazie mille Margaret."

"Di nulla Signore."

Oddio. Mio padre è un vampiro e quindi ha paura che possa...
Oh no, che bello, conoscere il proprio padre che pensa che la sua unica figlia lo possa uccidere da un momento all'altro. Confortante. Presi il coltellino e lo misi nel cassetto, e anche lo spray al peperoncino vah.
Mi addormentai sul letto mentre guardavo le stelle dalla finestra.

Il mattino seguente ero in un salottino a bere il caffè con Margaret e d' un tratto sentì entrare qualcuno

"Ehi Jack, come va? Rufus! Il mio cagnone pucci pucci. Andiamo daii."

Una ragazza bellissima, era alta quanto me e aveva dei capelli biondissimi con due occhioni blu. La cosa che mi stupiva di più era il suo abbigliamento, nonostante facesse così freddo lei indossava pantaloncini e maglietta corti, ci era abituata...

"Wow, chi abbiamo qui, la principessa perduta, ciao!"
Sprizzava gioia da tutti i pori.

"Ciao, tu sei?"

"Oh, io sono Shila, tu sei Aurora vero?"

"Si."

"Non vedevo l'ora di conoscertiii."

"Shila, tutto ok lì fuori."

"Si Margaret, territorio tutto controllato. Il branco collabora."

"Branco?" Dissi io

"Ehmm, si eheheh, non esistono solo i vampiri, beh, io sono un licantropo."

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