CAPITOLO 6

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Iniziarono ad inerpicarsi su un sentiero battuto che inizialmente procedeva con una pendenza abbastanza dolce, avviluppandosi attorno alla montagna come un serpente. Dopo un po' di tempo passato a rimuginare su ciò che era potuto essere successo all'interno della palude, Darren decise di affrontare un argomento che interessava entrambi.

-Senti Cain, posso chiederti una cosa?- gli disse, un po' titubante.

Il ragazzo, alcuni passi davanti a lui come sempre, non si voltó neppure, rispondendo con un semplice mugugno che Darren interpretó come un assenso.

-Perché quando eri... sì insomma, quando eri re hai compiuto tutte quelle azioni spregevoli? Ti rendi conto di quanta sofferenza sei riuscito a causare? Una persona che conoscevo diceva che dovevi aver provato anche tu molto dolore per comportarti così, ma ancora non riesco a capacitarmene.-

Cain si bloccó di colpo, irrigidendo tutti i muscoli. Quando Darren incroció il suo sguardo rimase colpito dalla rabbia e dal risentimento che vi leggeva. Durante quel viaggio aveva scoperto dei lati della sua personalità che non credeva neppure esistessero.

-Non ho bisogno che una persona qualsiasi si metta a compatirmi, e soprattutto non ho intenzione di condividere il mio passato con uno come te.- sibiló Cain, avvicinandoglisi pericolosamente. -Sono sufficienti le mie cicatrici a non farmi dimenticare.-

Non l'aveva mai visto perdere il controllo in quel modo. Solitamente aveva sempre nascosto ogni sua emozione dietro una cortina di sarcasmo, ma in quel momento si vedeva visibilmente che se solo avesse potuto lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani.

-Ma io vorrei solo capire...- mormoró Darren, preso in contropiede.

-Apri bene le orecchie, perché sono stufo di dovertelo ripetere ogni volta.- continuó Cain con tono minaccioso. -Non sono diventato di colpo il tuo amico del cuore, chiaro? Ti sto aiutando solo perché solo stato costretto, quindi smettila di fare la vittima e sbrighiamoci, così finalmente mi lascerai in pace.-

Il ragazzo rimase immobile, incapace di distogliere gli occhi bruni da quelli glaciali del suo compagno e timoroso che qualsiasi sua mossa avrebbe potuto scatenare in lui chissà quale reazione. Non aveva certo dimenticato che era stato proprio lui a salvarlo da morte certa, nonostante non sapesse cosa sarebbe potuto accadere se così non fosse stato. Prendendo coraggio gli rivolse nuovamente la parola.

-Ti hanno detto dove finirai una volta terminato il compito che gli dèi ti hanno assegnato?-

Cain arretró di qualche passo facendo una smorfia disgustata e irritata allo stesso tempo. -Oh no. Levati quella faccia da suora addolorata perché giuro che ti tiro un pugno da cambiarti i connotati.- ringhió, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche. -Ci manca solo che il carnefice abbia pietà della sua vittima, allora sì che il mondo andrà a catafascio.-
-Inoltre,- aggiunse, con uno dei suoi soliti sogghigni, -una persona del mio carisma e con una personalità "vivace" come la mia ha bisogno di una compagnia più vasta di quella dell'aldilà. Dicono che all'Inferno oltre ad un bel clima tropicale ci siano individui molto... focosi. Potrei provare a farci un salto, ho un'eternità di tempo a disposizione!-

Dopo aver recuperato in apparenza il suo buonumore, i due proseguirono con la scalata. Continuarono a camminare fino al primo pomeriggio facendo alcune brevi pause, giungendo infine all'entrata di una grotta. Non sembravano esserci altri sentieri, così vi entrarono. Purtroppo l'impresa divenne più complicata del previsto: credevano che fosse un semplice tunnel che li avrebbe portati dall'altro lato della montagna, e invece si ritrovarono a dover scegliere tra numerose biforcazioni che si diramavano in ogni direzione.

Quando sembró loro di aver visto una strana pietra a forma quasi perfettamente sferica per la terza volta, si arresero all'evidenza di essersi persi.

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