EPILOGO

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Il vecchio dagli occhi lattiginosi privi di iride si strinse più forte nel suo lungo scialle marrone, guardando con lieve disapprovazione il giovane seduto a capo della lunga tavola in pietra intento ad osservare ció che stava accadendo nel regno mortale. -Cain, non credi di aver esagerato un po' con la storia della punizione divina questa volta? Hai fatto passare diciassette anni di feroce tirannia a tutto il regno, senza contare il modo in cui hai trattato quel povero ragazzo.-
In risposta, sul giovane comparve una finta espressione di sorpresa. -Mio buon Kymos, lo sai che essere il dio della Giustizia non é sempre così semplice... e poi, parli proprio tu che con le tue doti di veggente avevi previsto che se avessero continuato a prosperare si sarebbero distrutti con le loro mani?- Si stiracchió sul trono, con un sorrisino furbo sulle labbra. -Io ho solo fatto in modo che ció non accadesse.-
-Sei proprio incorreggibile...- mormoró Kymor, dio della Conoscenza, scuotendo il capo. Dopo millenni e millenni della loro esistenza Cain non era cambiato, rimanendo sempre il solito che si divertiva a strafare in ogni cosa.
Il "giovane" dio si passó la mano tra i capelli, sospirando con aria quasi delusa mentre seguiva con grande attenzione gli umani. -Un po' mi dispiace averlo lasciato andar via così in fretta.- disse mogio. -Mi divertivo troppo a prenderlo in giro!- aggiunse poi sogghignando.
Freyja, che si stava acconciando i lunghi capelli intrecciandoli con delle passiflore, simbolo della passione, si passó la lingua sulle labbra ricordandosi del giovane Darren. -Già, era un bocconcino così appetitoso...- disse con voce maliziosa tipica della dea dell'Amore qual'era.
Kymos si giró verso di lei infastidito. -Per una buona volta, potresti smetterla di fare la ninfomane e comportarti in maniera seria?-
La ragazza scrolló le spalle, incrociando le braccia sotto al seno prosperoso e facendo l'offesa. -Sei solo invidioso perché io ho un aspetto semplicemente divino mentre tu sei un vecchietto bavoso!- lo rimbeccò. Quei due non erano mai andati d'accordo, e passavano il tempo a battibeccare tra loro per decidere se fosse più utile l'intelligenza o la bellezza. Inutile dire che più di una volta avevano sfruttato degli ignari umani per verificarlo, causando spesso numerosi problemi.
Cain scoppió a ridere, pensando che nonostante fossero degli dei immortali a volte si comportavano proprio come dei ragazzini umani. Ma se non fosse stato così, come avrebbero fatto a trascorrere la loro eternità senza morire di noia?
Questa volta peró si erano uniti per cercare di salvare dal collasso certo il regno di Shealia, al quale apparteneva anche il villaggio di Bryburg. Cain era comparso sottoforma di mortale assumendo il ruolo di tiranno alla ricerca di qualcuno davvero meritevole che potesse diventare regnante. Freyja e Kymos invece, su suo ordine, si erano occupati di preparare le prime due prove da fargli superare una volta che il designato fosse giunto nell'aldilà. Se il prescelto si fosse dimostrato degno lo avrebbero riportato indietro, altrimenti... be', in realtà non avevano nemmeno pensato ad un'alternativa, perché essendo dèi dubitavano categoricamente di errare nella scelta.
"Almeno ora é tutto sistemato." pensó soddisfatto, accarezzandosi la corta barba. "Nel giro di un paio d'anni tornerà tutto come prima in quel regno. Anzi meglio, perch diventeranno più accorti. Chissà, magari tra un po' di tempo potrei tornare a fare una visitina al mio caro Darren..."
Freyja e Kymos si zittirono, vedendo comparire sul volto del loro signore una specie di sogghigno a metà tra il canzonatorio e l'affettuoso. Riportarono l'attenzione su ció che si stava svolgendo nel regno mortale, vedendo che il giovane eroe si stava per risvegliare.


Sentì due voci che parlavano, una tranquilla e profonda, mentre l'altra pareva che stesse piangendo.
-Mi dispiace, ma ormai sono tre giorni che non riprende conoscienza, dubito fortemente che si risveglierà.-
La seconda voce soffocó un singhiozzo, aggredendo poi con foga il suo interlocutore. -La colpa é tutta vostra! L'avete costretto a diventare qualcosa che in realtà non era, gli avete fatto credere di essere un tramite divino, e gli dei per vendetta lo hanno fatto finire così!-
Un'aria fredda gli lambiva il corpo intorpidito, e un odore di incenso e candele gli accarezzava le narici.
"Sono... vivo?" Provó a pronunciare quelle parole ad alta voce, ma la bocca era talmente impastata che gli uscì un semplice gemito. Oltre al dolore di tutte le ferite che aveva, percepiva anche uno strano formicolio sul petto. Dischiuse lentamente gli occhi, vedendo sopra di sè un soffitto altissimo costituito da volte a crociera. Con la coda dell'occhio riusciva ad intravedere delle statue colossali che raffiguravano uomini e donne dall'aria maestosa e severa.
"La chiesa. Mi trovo in chiesa." rifletté, disorientato.
Cercó di sollevarsi a sedere, scatenando le proteste del proprio corpo che gli lanció delle fitte acute facendogli sfuggire un lamento.
Udì dei passi che si avvicinavano in fretta. Poi, un grido di sorpresa.

-Non é possibile...- mormoró Revi, affiancandosi all'altare su cui Darren era stato disteso e sfiorandogli il viso ora privo della macchia violacea che lo deturpava. Si inginocchió a terra, rivolgendo delle preghiere di ringraziamento agli dei.
-Sacerdote Revi, cos'é successo?- Una voce femminile che ben conosceva si fece sempre pi chiara. -Per tutti gli dei...- Meryon si mise una mano sulla bocca, senza parole, correndo poi da Darren e scoppiando in un pianto liberatorio.
-Oh Darren, credevamo che tu... non riuscivamo a farti risvegliare, ero terrorizzata!- balbettó, posando la fronte sul suo petto e stringendogli forte la mano.
-M...Meryon- pronunció Darren a fatica voltando il capo verso di lei. Ancora non riusciva a darsi una spiegazione razionale per tutto quello che gli era accaduto, e ad essere sincero in quel momento neppure gli importava. Provava solo una gioia infinita per essersi finalmente potuto ricongiungersi alla sua futura sposa. Probabilmente ci sarebbe voluto del tempo prima che riuscisse a guarire, ma le cicatrici sarebbero rimaste in ogni caso, e non solo quelle fisiche.
Nonostante iniziasse a credere che tutto ció che aveva passato fosse stato solo un sogno, non riusciva ancora a perdonare Revi e gli altri ribelli per ci che lo avevano costretto a fare, e forse non lo avrebbe mai fatto. Ad ogni modo accantonó quei pensieri cupi scrollando lentamente il capo. Ció che ora aveva la priorità era costruire il suo futuro alla ragazza che amava.


Nel pianoro in cui si era svolta la battaglia tra i ribelli e l'esercito del re, il corpo di colui che era stato Cain era rimasto inviolato dagli animali selvatici e abbandonato da ogni essere umano. Nello stesso istante in cui Darren riprese conoscenza, sul volto del tiranno bambino comparve un sorriso, che scomparve pochi attimi dopo tramutandosi in una manciata di cenere che venne dispersa nel vento.
Non era mai stato realmente umano, ma un mero contenitore per lo spirito del dio della Giustizia. Forgiato dagli elementi della natura, era ora che vi facesse ritorno. Per sempre.

Sniff sniff... e così si é concluso tutto!! Ringrazio chi mi ha seguita fino a qui senza addormentarsi xD Ci sarà anche una specie di capitoletto "extra" in cui daró alcune brevi spiegazioni sulla visione del mio aldilà e altre piccole chicche, spero sarà di vostro gradimento!

E ovviamente.. a chi commenta daró un biscottino! xD (No, non sono Tassorosso ma Corvonero)

Laughing VirgilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora