CAPITOLO 5

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Il giovane eroe era già pronto a sguainare la spada per difendersi, ma Cain lo bloccó allungando in braccio davanti a lui in cenno di diniego.
Il corpo rachitico di un vecchio comparve sulla soglia, tastando febbrilmente la parete della casa. -Cosa volete?- La voce roca dell'uomo ruppe il silenzio.
-Chiediamo umilmente perdono per il disturbo signore, ma siamo stati appena attaccati da un Groicor, e temiamo presto possano arrivarne altri.- rispose umilmente Cain, chinando il capo.
"Com'é che fa tutto il povero indifeso solo in situazioni come questa?" pensó Darren, sollevando le sopracciglia.
-Non potrebbe ospitarci solo per qualche ora? Le prometto che non le daremo alcun disturbo.- continuó lui.
Il vecchi restó muto per alcuni istanti, scostandosi poi dalla porta per far entrare i due giovani e avviandosi a tentoni verso una sedia sistemata davanti al caminetto. I due entrarono, sedendosi su una panca appoggiata al muro.
Darren dopo qualche secondo comprese che il loro "salvatore" era completamente cieco: i suoi occhi erano privi di iride e pupilla, o forse il loro colore era così sbiadito da risultare praticamente invisibile. Si sentiva scrutato da quella figura rattappita avvolta in un lungo scialle marrone, come se nonostante non potesse vederlo lo stesse sondando con gli altri sensi. Lo stupiva che un anziano nelle sue condizioni potesse sopravvivere in un luogo tanto ostile: la sua pelle era talmente tesa che si intravedevano perfettamente le vene e le ossa, senza contare che le sue mani tremavano visibilmente nonostante stessero stringendo un bastone contorto.
L'unica nota di calore in quel casolare spoglia era il fuoco che scoppiettava allegro nel camino illuminando la piccola stanza. Dopo alcuni minuti di imbarazzante silenzio, il vecchio si alzó in piedi andando verso una credenza rovinata da cui prese due pezzi di pane, appoggiandoli poi sul tavolo vicino ai due ragazzi.
Si muoveva con lentezza, saggiando ció che stava attorno a lui grazie al bastone.
-Mangiate e poi riposate.- Un ordine secco, che sembrava non lasciare spazio ad alcuna discussione. Darren sbocconcelló di malavoglia quella pagnotta rafferma, chiedendosi come facessero le persone dell'aldilà a procurarsi i viveri. Esistevano forse delle città anche lì? O magari bastava chiederlo intensamente durante le preghiere agli dei e loro avrebbero provveduto? A dire il vero l'idea gli faceva quasi venire da ridere, ma dimenticó presto anche quel quesito.
Infatti, non appena finì di mangiare provó un tale bisogno di dormire nonostante fosse ancora pieno giorno che, dopo aver chiesto il permesso al vecchio, si distese sul letto nell'angolo della stanza e si addormentó profondamente.

Una voce melodiosa lo riscosse. Aprì piano gli occhi, sollevandosi poi confuso quando si rese conto di non trovarsi più nella catapecchia. Innanzitutto il letto era molto più grande e confortevole, e inoltre le solide pareti in pietra non avevano nulla a che fare con quelle sghangerate della casa del vecchio. La rassicurante luce del sole filtrava attraverso delle tende bianche fissate all'enorme finestra.
Con la coda dell'occhio scorse una figura venire verso di lui.
-Buongiorno, mio eroe.- lo salutó scherzosamenteMeryon baciandogli dolcemente la fronte.
"Che cosa?! Meryon? Come... com'é possibile?"
La ragazza notó immediatamente lo sconcerto del suo futuro sposo, perché si sedette accanto a lui accarezzandogli il viso. -Stai tranquillo, é stato uno dei tuoi soliti incubi... da quando hai ucciso Cain ti succede ogni notte ormai.-
Le sue belle labbra si piegarono all'ingiù, e il suo sguardo così profondo si rabbuió per un attimo con un velo di tristezza.
-Meryon, io non capisco... so di aver ucciso Cain, ma credevo di essere... insomma, io dovrei essere morto!- le disse Darren, prendendosi la testa tra le mani. Si sentiva le tempie pulsare per lo sforzo di comprendere cosa gli stesse accadendo.
La guardò, provando un tuffo al cuore come ogni volta che i suoi occhi si posavano su di lei. Non solo era la ragazza più bella che avesse mai incontrato in vita sua, ma anche la più altruista e comprensiva. Persino quando i soldati di Cain arrivavano al villaggio razziando tutto ció che potevano, lei ribadiva con espressione addolorata che sicuramente Cain doveva aver sofferto così tanto da piccolo per comportarsi in quel modo.
Quante volte era arrivato a casa sua cogliendola mentre pregava con fervore gli dei chiedendogli di prendersi cura dell'anima del tiranno, implorandoli di guarirla dalle ferite. Quella era una delle poche cose su cui litigavano. Ma quelle piccole liti non erano nulla a tutti gli altri momenti di gioia passati insieme, durante i quali si scambiavano baci e carezze o semplicemente camminavano mano nella mano.
La voce della ragazza si incrinó leggermente quando gli rispose:-Non pensarlo neppure! E' vero, eri stato ferito molto gravemente, ma il sacerdote Revi riuscito a guarirti.- Si zittì per un attimo, incerta se continuare. -E' solo che alcuni colpi che ti hanno inferto ti causano degli incubi ogni notte, e all'immediato risveglio non ricordi nulla di ció che é successo dopo aver sconfitto Cain.-
Poi recuperò improvvisamente la sua solita allegria, facendolo alzare in piedi e trascinandolo fuori.
-Guarda!- esclamó entusiasta facendo un rapido giro su sé stessa come se volesse abbracciare tutto ció che c'era intorno a lei, i lembi del suo abito verde smeraldo sollevati dal vento.
Darren sgranó gli occhi, stentando a riconoscere gli edifici che si ergevano attorno a lui.
-E' stato ricostruito tutto così in fretta...- mormoró stupito, passandosi una mano sul viso come se temesse di non vedere bene. L'esile mano di Meryon strinse la sua, e con quel semplice gesto il ragazzo sentì con certezza che tutto si sarebbe sistemato. Avrebbe superato gli incubi e le amnesie momentanee riportando la sua vita alla normalità.
-C'é ancora una sorpresa per te, seguimi.- gli sussurró Maryon all'orecchio, allontanandosi per le stradine del villaggio. Quando gli altri lo vedevano lo salutavano con calore e rispetto. Più di una volta qualcuno persino si inchinó al suo passaggio, mormorando "Grazie, nostro eroe". Il cuore di Darren era pieno di orgoglio e felicità: era quella la vita che si era aspettato, e finalmente il suo desiderio si stava avverando.
La ragazza si fermó davanti ad un alto edificio con una facciata imponente e finemente lavorata. L'enorme portone in legno era chiuso, ma si potevano vedere chiaramente i simboli e le scritte che vi erano incise sopra. Dopo essere stato distrutta a causa di un incendio provocato da un manipolo di mercenari, la chiesa del villaggio di Bryburg era nuovamente in piedi, maestosa come non mai. Avevano persino aggiunto un alto campanile, la cui campana - gli spiegó Meryon - era stata forgiata grazie al metallo donatogli dal nuovo re in segno di risarcimento per quello che avevano dovuto subire.
-E questo significa qualcosa di veramente speciale.- sussurró Meryion posando le mani sul petto di Darren e stringendosi a lui. -Presto potremo finalmente sposarci!-
Il ragazzo le mise le mani sulla vita, sollevandola in aria dalla felicità. La bació dolcemente, così emozionato da non sapere cosa dire.
-Non vedo l'ora che nasca il nostro primo bambino.- aggiunse lei, gli occhi da cerbiatta che brillavano alla luce del sole.
In un momento, tutti i sentimenti lieti che Darren aveva provato scomparvero, spazzati via dall'incredulità e immediatamente dopo dal dolore. Si allontanó da lei mentre la vista diventava più sfocata, facendogli quasi sembrare che la pelle di Meryon si stesse screpolando come foglie secche.
Perché lei non avrebbe mai e poi mai potuto rimanere incinta. Gliel'aveva detto la prima volta in cui lui aveva accennato al fatto di volerla sposare.
"Darren... gli dei non hanno voluto che potessi procreare, mi dispiace." aveva mormorato tra le lacrime nascondendo il viso tra le mani. Non aveva voluto dirgli altro, ma a lui non era importato. L'aveva cullata tra le braccia fin quando il suo pianto non si era calmato, sussurrandole che sarebbe rimasta con lei per sempre in ogni caso.
Ció significava solo una cosa: che tutto quello che gli era accaduto era stato...

...un sogno.
Si risveglió urlando, sollevando di scatto la testa e sbattendo forte contro qualcosa.
-Ehi! Vuoi evitare di ammazzarmi persino quando ti svegli o mi odi davvero così tanto?- brontoló Cain massaggiandosi la fronte dolorante.
Darren cercó di rallentare il proprio battito, sentendo il cuore che stava per scoppiargli in petto. Solo dopo alcuni secondi vide che non si trovava più nella catapecchia del vecchio, ma era seduto su un masso alle pendici di un'alta montagna poco lontana dalla palude di Helkis.
-Ma che diavolo... cos' successo? Sarei proprio curioso di sapere cosa ci facciamo qui!- sibiló il ragazzo, guardando in tralice il compagno, che rispose con una risatina divertita.
-Che vuoi farci femminuccia, mentre dormivi hai iniziato a strillare talmente tanto che il vecchio ci ha letteralmente cacciati fuori a calci, e siccome non ti svegliavi ho dovuto portarti in spalla fin qui!- spiegó brevemente. -Ah, e lascia che ti dica una cosa: é ora che inizi ad allenarti seriamente, non sei affatto un peso piuma!- aggiunse, prendendolo in giro.
Darren si limitó a fargli una smorfia, ormai abituato alla sua pungente ironia. Tuttavia non riusciva a scacciare completamente dalla testa le immagini del suo sogno.
-La milady é pronta a ripartire?- gli chiese Cain facendo un buffo inchino.
-Ma taci, idiota che non sei altro!- brontoló Darren, alzandosi in piedi e incamminandosi verso la montagna.
"Perdonami..."
Darren si voltó di scatto verso la palude. -Ehi, l'hai sentita anche tu?-
L'altro fece una risata, puntandosi l'indice della mano alla tempia. -Ho sentito solo un pazzoide che parla a vanvera come al solito! Muoviti, o non arriveremo mai in cima di questo passo.-
Non ci avrebbe scommesso, ma Darren era quasi sicuro che il sussurro che aveva udito era proprio la voce del vecchio della palude.

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