É passato un mese da quando io e Chris ci siamo lasciati.
Se vedessi in giro la ragazza con cui mi ha tradito, cambierei strada.
Lo avrà fatto apposta sicuramente, eppure eravamo compagne di scuola un tempo. Perché volermi rovinare una relazione così?
Penso che a volte le persone non si sentano soddisfatte della vita che fanno: amano ripercuotere le loro insoddisfazioni su coloro che non c'entrano nulla, sulle scelte sbagliate che hanno fatto.
Non sono arrivata al punto di odiarla anzi, mi ha aperto di più gli occhi su Chris. É crollato ai suoi piedi subito da quello che ho capito, non ha pensato un secondo a me.
Scuoto la testa cercando di togliermi il pensiero dalla testa: loro che si spogliano, si baciano e si appartengono.
Spazzolo i capelli con le mani, così da aggiustarli un pochino e, notando una ciocca ribelle, la infilo dietro l'orecchio. Prendo la mia borsa dove ripongo sempre i miei libri e quaderni per l'università, ed esco di casa. A volte mi chiedo come mai non ci sia rimasta così male dinanzi al tradimento del mio ormai ex fidanzato. Quando l'ho scoperto sono rimasta sbigottita, ma non così tanto da sentirmi ferita; più che altro mi sono sentita inutile e allo stesso tempo un'incapace. Se mi ha tradito, ho fatto sicuramente qualcosa che non andava, o magari non fatto.
Jen la mia migliore amica, sostiene che lui fosse quello sbagliato, ovviamente penso proprio che lo dica per farmi stare meglio.
"Basta rimuginare sul passato Sophie" ripeto fra me e me nella mia testa.
Scendendo le scale, automaticamente, guardo nella buca delle lettere sperando che i miei genitori abbiano scritto una lettera dalla Francia: purtroppo le mie speranze sono vane. La nostra corrispondenza si basa sulla carta quindi dall'Europa agli Stati Uniti ci vogliono un paio di settimane, prima dell'arrivo della corrispondenza. Gli strumenti moderni non sono molto di gradimento ai miei, preferiscono le vecchie usanze, e l'idea, se devo proprio dirla, non dispiace nemmeno a me.
Prendo il primo autobus che passa nella zona e in meno di 10 minuti sono davanti all'università. Ricordo ancora quando mi sono iscritta qui: non conoscevo nessuno ma per fortuna avevo l'inglese dalla mia parte essendo sempre stata portata per questa lingua. Una ragazza dai capelli color miele, jeans chiaro aderente e una camicia color blu notte, mi sta aspettando davanti al grande portone della NYU, guardandomi con tono di disapprovazione. Corro verso Jen e il suo sguardo non cambia: quando si comporta così mi viene da ridere, è troppo buffa. Le do un bacio sulla guancia ma non si smuove per ricambiare.
«Sei in ritardo.» dice con tono ammonitore.
«Lo so, mi dispiace, non ho fatto apposta, ho fatto una doccia più lunga del previsto.» le spiego dolcemente. Poi penso "Attenta, lei ti conosce benissimo, sa quando menti."
«Una doccia più lunga del previsto? E cosa hai fatto? Fissato il pavimento in cerca d'ispirazione? Hai visto un principe azzurro nell'acqua?» replica sarcastica.
«No, niente di tutto ciò, ero solo pensierosa. È già passato un mese da quella brutta esperienza e...» non riesco a finire la frase che mi interrompe.
«E cosa Sophie? Quello stupido è solamente da picchiare ma sono una donna e preferisco mantenere la mia eleganza.» dice voltandosi da un'altra parte e gettandosi i capelli dietro le spalle.
«Hai ragione.» l'appoggio però a volte penso esageri.
A passo svelto cominciamo ad incamminarci nel corridoio, alla ricerca della classe di Finanza.
«Ti ricordi che oggi fanno gli smistamenti per i tirocini in azienda? Spero che ci mettano nella stessa, almeno conosco già qualcuno.» dice ridacchiando come una bambina.
Passa dall'essere una donna dura e severa a una bimba piccola: è sempre stata così, fin da quando l'ho conosciuta.
Fu lei ad avvicinarsi a me il primo giorno di università. Aveva un sorriso largo tutta la faccia nel dirmi che saremmo andate subito d'accordo perché le trasmettevo positività; le risi in faccia. Ebbe uno strano modo di approcciarsi a me, però alla fine è stato un bene: senza di lei a quest'ora mi sentirei sola abbandonata a me stessa.
«Lo spero anche io, per la pausa pranzo almeno avrei qualcuno con cui spettegolare.» dico mentre entriamo nell'aula di Finanza.
Ci sono tre professori disposti in una sola cattedra: ci siamo perse la prima parte in cui spiegavano cosa avremmo dovuto fare e come presentarci all'azienda quindi sicuramente cose noiose che ci avrebbero fatto dormire ancora di più. Ci apprestiamo a sederci, quando ad un tratto, Jen viene subito richiamata da uno dei tre docenti.
«Signorina Waire ci raggiunga che le diamo la sua busta.»
Nel frattempo la Jen immobilizzata di cinque secondi fa, sta scendendo i gradini, oscillando i suoi fianchi, come al solito, per attirare l'attenzione dei ragazzi. Si ferma davanti all'insegnate con aria di sfida, mentre le viene consegnata una enorme busta bianca con dei fogli dentro. Speriamo ci sia qualche istruzione dentro visto che la parte sulla spiegazione l'abbiamo persa.
«Allora, cosa c'è dentro?» chiedo incuriosita.
Con cautela tira fuori un blocco di fogli, poggiandoli sul banco e cercando di non farli cadere per non fare la figura dell'imbranata.
«Contiene dei fogli dove dobbiamo scrivere ciò che facciamo: è da consegnare al nostro datore di lavoro e altri in cui si parla dell'azienda e del nostro ruolo lì dentro.» mi dice.
Leggo i documenti e tiro un sospiro di sollievo. Bene, non sarà difficile dopotutto.
Nel frattempo vengono consegnate altre buste fino a quando non viene chiamato anche il mio nome.
«Signorina Myers.» dice un professore con la testa pelata, alzando lo sguardo verso la platea.
Li raggiungo cercando di non far trapelare la mia agitazione, raccolgo la mia busta e mi dirigo fuori dall'aula dove mi aspetta Jen.
«Ma tu dove sei ?» mi chiede trepidante.
«Alla Technologies Industries Howard Holdings & Co» dico tutto d'un fiato. «Cavolo, è un nome lunghissimo, non potevano farlo più breve?» domando, leggendo ripetutamente il nome cercando di memorizzarlo.
«No, uffa, io dovrò lavorare in un'assicurazione. Almeno tu sei captata in un'azienda molto più grande. In futuro potresti farti un nome lì dentro e addirittura vedere di persona il proprietario di tutto ciò.» i suoi occhi si illuminano mentre un filmino mentale sulla mia carriera parte a nastro nella sua testa.
«Lo vedranno tutti colui che detiene tutta l'azienda, non penso sia una persona nascosta al mondo. Insomma, ha un'impresa enorme, produce gadget di tutti i tipi e soprattutto all'avanguardia. Come può il mondo non conoscerlo?» le domando sbigottita.
La mia migliore amica sa sempre tutto di tutti, la sua curiosità non conosce limiti. Il gossip poi è il suo pane quotidiano. È peggio dei paparazzi.
«Ma allora tu vivi sulle nuvole!» agita le mani in segno di disapprovazione. «Dovresti leggere qualche rivista! Il capo della Technologies Industries non si è mai mostrato alle telecamere, nemmeno per una semplice fotografia! Non si conosce bene il motivo, ma di sicuro vuole tenere la sua vita privata lontana dalla televisione e dagli obiettivi dei paparazzi.» mi spiega.
"Addirittura esiste una persona così" penso fra me e me.
«Ah, ho capito. Beh intanto incomincio a fare il tirocinio: e poi, giungendo ad una conclusione, non credo lo conoscerò di persona.» dico puntando il dito verso Jen.
Lei fa una smorfia, poi, sorridendo ci dirigiamo verso l'uscita dell'università. La saluto con un bacio e, mentre scendo le scale, riesco, con molta fortuna, a beccare un autobus che sta giusto per ripartire, facendo una corsa e salendo a bordo.
"A volte le mie doti da corridore mi stupiscono"
Guardo in giro nell'autobus se c'è un posto libero ma niente. All'ora di punta sempre tutto pieno. Resto in piedi, aspettando la mia fermata, e, finalmente, dopo alcune tappe, posso scendere pure io, per dirigermi verso casa.
Appena apro la porta si sente odore di buono e di caldo: fuori faceva abbastanza freddino e io odio il freddo, preferisco molto di più le giornate calde d'estate. Butto la borsa sul divano e corro in camera a infilarmi il pigiama e i calzini di lana. La curiosità in questo momento mi sta mangiando viva.
Davvero esiste qualcuno che non si fa vedere? La cosa mi fa ridere, così prendo fuori dalla borsa la busta bianca, mentre accendo il computer, appena appoggiato sul letto.
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Hidden #1
ChickLitLibro disponibile su AMAZON per KINDLE e KINDLE UNLIMITED dal 2 Aprile! Sophie una tirocinante, Daniel il suo tutor misterioso. Dal libro: -Noi?- dico sussultando sul posto. -Si, io e te. Hai un vestito veramente delizioso come te e si abbina molto...