1.L'inizio di tutto.

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 Io non so niente sulla mia vera famiglia,se mai ne ho avuta una. Probabilmente no. La donna che mi ha cresciuto non era mia madre ed io lo sapevo bene,anche se lei insisteva parecchio per farsi chiamare mamma da me e dalla mia compagna di disavventure. La nostra "mamma" ci raccontava spesso come lei ci aveva trovate. Per prima trovò me. Lei stava per uscire di casa per fare la spesa e trovò me sulla soglia. Avevo solo pochi mesi ed ero solo un tenero fagottino avvolto in fasce,o almeno,questo era quello che diceva lei. Due anni dopo,la scena si ripete e la "mamma" trovò la mia compagna di disavventure. Escluse subito la possibilità che lei potesse essere mia sorella perché era così diversa da me. Lei sembrava una piccola bambola di porcellana con i suoi riccioli biondi,gli occhi di un azzurro intenso e la pelle così bianca da sembrare diafana. Sembrava proprio un angelo,ed infatti la "mamma" la chiamò Angel. Quanto a me;io avevo i capelli neri,gli occhi così scuri che non si distingueva la pupilla dall'iride e la pelle olivastra e mi chiamò semplicemente Ella.

Il marito della "mamma" era un uomo dalla stazza possente. Sembrava un armadio con i piedi. Aveva i tratti sudamericani,con i baffi e i capelli scuri. La sua espressione era sempre arcigna,non ricordo di averlo mai visto ridere. Non poteva sopportare né me né Angel,infatti la "mamma" diceva che quando lei trovò Angel,lui le intimò di lasciare crepare nel freddo lo scricciolo se mai fosse accaduto di nuovo. Ma fortunatamente per quell'ipotetico scricciolo,non accadde mai. Non era di certo una benedizione finire in quella casa. Lui era fuori tutto il giorno per lavoro,non ho mai saputo che mestiere lui facesse,ma non doveva essere molto redditizio perché la casa era sbattuta nel quartiere malfamato di Detroit. Una catapecchia con due camere da letto e un bagno al piano di sopra,a quello di sotto un deprimente salotto e una cucina. I mobili erano poveri,di seconda mano e senza nessuna qualità. Ogni giorno a tavola c'era poco o niente da mangiare,per non parlare del fatto che io ed Angel avevamo in tutto due vestiti a testa. Uno per l'estate e uno per l'inverno. Il marito della "mamma" diceva che il vestito estivo era una gentile concessione,dato che qui a Detroit fa sempre freddo. Noi dovevamo chiamarlo "Mr Connors". Si,si chiamava Bill Connors,e noi sapevamo il suo nome solo perché sentivamo la "mamma" chiamarlo per nome. Mr Connors aveva stabilito delle regole ben precise da rispettare. Io ed Angel non potevamo uscire,dovevamo stare tutto il giorno chiuse in casa,tutti i giorni. In più,lui non doveva trovarci in mezzo ai piedi quando tornava a casa. Diceva alla "mamma":«Io quando torno dal lavoro sono stanco e non voglio avere quelle sporche mocciose tra i pedi!»,così ogni giorno dal lunedì al venerdì,alle 6 in punto,la "mamma" ci faceva salire nella nostra stanza e ci raccomandava di rimanere lì finché non sarebbe venuta a chiamarci per la cena.
Io ed Angel non siamo mai andate a scuola,Mr Connors non voleva che c'andassimo,ma fortunatamente la "mamma" si ingegnò per farci imparare qualcosa. Il nostro vicino di casa era un vecchio professore in pensione,e all'insaputa di Mr Connors,la "mamma" lo faceva venire tutte le mattine a casa affinché ci insegnasse a leggere,a scrivere e anche qualche nozione di matematica. Le "lezioni" se così si poterono chiamare,iniziarono quando io avevo 8 anni ed Angel 6 ed andarono avanti finché la "mamma" non morì e cioè quando io avevo 14 anni ed Angel 12. Non dimenticherò mai quella sera.

Quel giorno,di mattina io ed Angel facemmo lezione con il professore,di pomeriggio facemmo i compiti. Il materiale scolastico come i quaderni,le penne e le matite,le comprava il professore,mentre noi nascondevamo quella roba nel doppio fondo del nostro armadio. Quel giorno,quel maledetto giorno,erano quasi le 6 quando la "mamma" accompagnò me ed Angel nella nostra camera e dandoci la chiave ci disse come al solito:«State qui e chiudetevi dentro! Io tornerò a chiamarvi per la cena. Vi voglio bene,ragazze!»
«Anche noi ti vogliamo bene,mamma!»,pigolammo in coro io ed Angel,dopodiché chiudemmo la porta. Alle 6 in punto,Mr Connors tornò a casa e noi ce ne accorgemmo subito. Non faceva altro che urlare e sbraitare contro la "mamma". Ad un certo punto sentimmo anche degli strani rumori come di oggetti che cadevano per terra e si rompevano e le urla della "mamma che continuava a dire:«No,ti prego! Ti prego!». Io ero così preoccupata da quelle urla così bisbigliai ad Angel:«Senti,io vado giù a vedere che cosa succede. Tu rimani qui!»
«No,ti prego Ella! Non mi lasciare da sola! Ho paura! Questa sera lui sembra più cattivo del solito!»,supplicò Angel con le lacrime agli occhi. Io ero rimasta accovacciata vicino alla porta per sentire quello che succedeva,ma alla vista delle sue lacrime girai la chiave nella toppa per chiuderci dentro e la raggiunsi sul letto per consolarla. La strinsi a me,mentre le accarezzavo la schiena le sussurrai:«Non ti preoccupare Angel! Sono qui! Lui non verrà qui! Siamo chiuse dentro,siamo al sicuro! Non ci farà nulla di male!». E rimanemmo in quella posizione per un tempo che mi sembrò interminabile,finché le urla ed i rumori cessarono. L'orologio in camera segnava le 8 di sera. Erano andati avanti per ben due ore. Noi intanto aspettammo che la "mamma" venisse a chiamarci per dirci che era tutto finito e che potevamo scendere,ma non venne. Le 8.30,le 9,le 9.15,le 9.30 ma non venne mai nessuno a chiamarci. Io cominciavo ad avere una certa fame ed anche lo stomaco di Angel cominciò a borbottare. Io piano mi scostai da lei e le dissi:«Fammi scendere giù per qualche minuto. Solo per prendere qualcosa da mangiare e tornare»
«Ti prego,torna presto! Ho paura a stare da sola!»,mi supplicò Angel prima di lasciarmi andare. Io le lasciai un piccolo bacio sui riccioli biondi,poi mi tolsi gli anfibi neri per non fare rumore,girai la chiave nella toppa ed iniziai a scendere con passo leggero. Il mio obiettivo era essere più silenziosa possibile. Il salotto era illuminato dalla flebile luce del televisore e lui era stravaccato sul divano. Riuscii a passare senza che lui mi notasse,ma non appena arrivai in cucina i miei progetti di silenzio svanirono nell'aria perché cacciai un urlo agghiacciante. Davanti a me c'era un'enorme pozza di sangue,schizzi di sangue ovunque ed immerso nella pozza il corpo senza vita della "mamma". Mr Connors non appena mi sentì si precipitò in cucina e si avventò su di me come una furia dicendo:«Tu,piccola bastarda! Torna in camera tua e fatti cazzi tuoi!». Io cercai di giustificarmi dicendo:«Mi perdoni signore,ma io ed Angel avevamo fame ed ero solo scesa a prendere qualcosa da mangiare.». Lui per tutta risposta rise beffardo e disse:«Oh,povera piccola innocente! D'ora in poi te lo dovrai guadagnare il cibo di questa casa. Tu e quell'altra piccola bastarda della tua amichetta!». Dopodiché mi prese per i capelli e mi ricondusse a forza in camera. Angel appena ci vide si spaventò e si rannicchiò in una posizione fetale sul letto,ma lui si limitò a scaraventarmi a terra e a chiudere la porta dietro di sé. Io in cucina mi ero accasciata sul corpo della "mamma" e mi ero sporcata di sangue. Angel mi vide e disse:«Ma cosa è successo? Perché sei tutta sporca di sangue? Dov'è la mamma? Perché non è venuta?». Io abbassai la testa e cominciando a piangere dissi:«La mamma non verrà mai più!»

Il giorno dopo lui ci costrinse a pulire il sangue della "mamma" e non ci permise nemmeno di partecipare al suo funerale. Non so come,ma riuscì a farla franca con la polizia. Qualche giorno dopo la morte della "mamma",lui venne nella nostra stanza e da quel momento iniziò tutto. Tutto il nostro inferno.







Salve a tutti! Ho voluto immaginare questa storia perché mi ha sempre affascinato il personaggio di Ella,anche se nella trilogia originale lei è solo un fantasma. Chi ha letto i libri sa di che cosa parlo. Ho già scritto altre fan fiction prima di questa,ma questa è la prima volta in cui mi cimento a scrivere qualcosa di erotico. Spero di esserne capace e spero che la storia vi piaccia! Un abbraccio!
-Greta  


Cinquanta sfumature di EllaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora