2.L'iniziazione.

200 7 1
                                    

  Appena Mr Connors entrò in camera,ci lanciò addosso una lunghissima lista in cui erano scritti tutti i lavori che lui voleva che facessimo ed erano tutti lavori ingrati. Ogni mattina da quel giorno,ci affibbiò una lista come quella prima di uscire e andare a lavoro,e pretendeva che facessimo tutto prima del suo ritorno. Se c'era qualcosa che non eravamo riuscite a fare,o per mancanza di tempo o per mancanza di capacità non ci faceva mangiare. Era molto semplice. Per non parlare poi del fatto che se non facevamo qualcosa,dovevamo assaggiare il morso della sua fibbia. Ogni giorno,ogni santo giorno,lui veniva verso di noi brandendo la sua cintura,sbattendosi la fibbia sul palmo della mano,proprio per metterci paura. Per qualsiasi cosa era pronto a sferrare il colpo e non importava dove ci colpiva. Poteva essere anche in faccia per quanto gli riguardava. A lui non importava. Una volta,non so come mi venne questa strampalata idea,gli chiesi perché ci costringesse a fare tutto quello. Lui mi rispose:«Questo nell'attesa che diventiate un po' più grandi per fare il vostro vero lavoro»
«Che lavoro è?»,gli chiesi insistendo. Stavo giocando con il fuoco e ne ero consapevole. Se lui avesse perso la pazienza per le mie domande sarebbe stato molto peggio per me,ma lui con un ghigno di chi trama qualcosa mi rispose semplicemente:«Oh,lo scoprirai piccola,lo scoprirai!»

Quale abominevole peccato avevamo commesso io ed Angel nella nostra vita precedente per meritarci quello che lui aveva in serbo per noi? Lui non ci considerò pronte per questo "lavoro" finché Angel non raggiunse i 14 anni. Io allora ne avevo sedici. Un giorno ci condusse in un luogo. Da fuori sembrava una casa popolare come un'altra,mentre invece dentro celava l'inferno. All'ingresso c'era una specie di banco accettazioni,dietro il quale sedeva un uomo. Appena vide Mr Connors con noi alle calcagna disse:«Ehi Bill! Che mi hai portato? Due bambine?»,e Mr Connors per tutta risposta disse:«Sono piccole ma sono fiducioso che possano fruttare parecchio! Hanno solo bisogno di essere istruite!»
«Non ti preoccupare,a questo ci pensiamo noi!». Dopodiché con un cenno del capo chiamò un altro uomo che ci portò in una stanza piena di banchi. Sembrava una specie di aula. Io ed Angel sapevamo come era fatta un'aula solo perché il professore spesso ci raccontava la sua esperienza con i suoi studenti. Io pensavo che mi sarebbe piaciuto vivere in un ambiente come quello scolastico,circondata da ragazzi della mia età con cui parlare. L'uomo ci fece sedere tutte e due al primo banco nel mezzo,lui era molto più giovane dell'uomo che stava alla "reception" e di Mr Connors,aveva forse 30 anni. Appena sedute,ci mise davanti una pila di libri,quasi tutti con la copertina rossa. Ci disse:«Sapete leggere?»
«Si!»,affermammo orgogliose io ed Angel,così lui ci intimò spingendo la pila di libri più verso di noi:«Bene. Allora iniziate a leggere!». Io adoravo leggere. Non c'era niente che mi entusiasmasse di più così, come se lui mi avesse messo davanti una pila di caramelle e mi avesse dato il permesso di mangiarle tutte,presi il primo libro della mia pila. Non c'era scritto il titolo ma lo iniziai lo stesso. Che povera sciocca! Mi accorsi subito di cosa parlasse. Descriveva nel dettaglio il corpo femminile e quello maschile,soffermandosi in modo particolare sulle parti intime.

Era da qualche anno che cominciavo a vedere dei cambiamenti in me. Da quando avevo circa 11 o 12 anni. In quel periodo sentivo dei forti dolori all'altezza del petto che cominciava ad ingrossarsi,mentre le mie parti basse cominciavano ad essere cosparse di peli. A 13 anni,un anno prima della morte della "mamma" avevo avuto le prime mestruazioni. Fu lei a spiegarmi che cos'erano e cosa potevano comportare. Io non le sopportavo. Ogni volta che arrivavano il dolore era allucinante,ma dovevo sopportare in silenzio,poiché Angel ancora non ne sapeva niente e non dovevo farglielo scoprire. La "mamma" mi disse:«Un giorno lo scoprirà da sola e ci sarò io a scioglierle i dubbi!». Quanto aveva torto. Anche ad Angel le mestruazioni vennero la prima volta a 13 anni e all'epoca era già un anno che la "mamma" se ne era andata. Dovetti assumermi io quell'ingrato compito,ripetendo solo ciò che mi aveva detto la "mamma" quando accadde a me.

Prima di mettere le mani su quel dannato libro,io non sapevo bene che cosa avessi in mezzo alle gambe. Con il programma di scienze che ci faceva studiare il professore,ancora non eravamo arrivate a quel punto. Con quel libro lo imparai. Imparai che quella si chiamava "vagina" e la parte intima maschile "pene". Io,povera sciocca,non ne avevo mai visto uno,così indicando la figura sul libro chiesi all'uomo:«Che cos'è questo?». Lui si sporse e quando vide ciò che stavo indicando mi rispose in tono canzonatorio:«Questo,piccola? Non ne hai mai visto uno?». Io scossi la testa e lui mi chiese:«Ne vuoi vedere uno?». Non aspettò la mia risposta. Pochi secondi dopo si calò le braghe e mostrò a me ed Angel le sue nudità. Quando si assicurò che noi lo stessimo guardando attentamente,iniziò la lezione:«Questo si chiama cazzo,piccole e se saprete trattarlo bene,vi porterà talmente tanti soldi che non riuscirete nemmeno a contarli!»
«E come si fa a trattarlo bene?»,chiesi più per curiosità infantile che per mettere in pratica quello di cui avrebbe parlato. Lui per tutta risposta si avvicinò a me,si avvicinò così tanto che io mi ritrovai quel cazzo ad un centimetro dalla faccia,dopodiché disse:«Afferralo con le mani e accarezzalo! Vedrai che apprezzerà e tu te ne accorgerai!». Io un po' titubante,allungai la mano destra verso quel coso e lo afferrai. Poi iniziai a muovere le dita lungo tutta la lunghezza. All'inizio non era niente in confronto a quello che sarebbe diventato dopo,ma io ancora non lo sapevo. Me ne accorsi presto però,proprio come lui aveva detto. Infatti,più io muovevo la mano su e giù,più quello cominciava a diventare grosso e...duro. Era diventato così duro che riuscì a stare in piedi da solo. A quel punto mi fermai. Lui mi riprese dicendo:«Credi di aver finito,piccola? Ti sbagli! Il tuo lavoro è appena cominciato. Per soddisfare questo ragazzoqui,dovrai farlo piangere dall'emozione e fidati,ti accorgerai anche di quello. Prendilo in bocca!»
«Come?!»,chiesi io non capendo la sua richiesta. Poco male,lui me lo spiegò subito dicendo:«Quello che tu hai fatto con la tua bella manina,ora voglio che tu lo faccia con la bocca! E attenta a non morderlo,perché se lo mordi a lui farà male,e a lui non piace molto se gli fanno male!». Ormai la mia curiosità aveva preso il galoppo. Ero ansiosa di scoprire cosa succedeva se avrei fatto davvero ciò di cui parlava,così aprii la mia bocca,presi il cazzo alla sua base e posizionai la punta sulle mie labbra. Le richiusi attorno alla circonferenza e cominciai a fare gli stessi movimenti che avevo fatto con la mano,su e giù. Ad un certo punto ebbi un briciolo di intraprendenza,perché ebbi la faccia tosta di leccarlo in tutta la sua prosperosa lunghezza,facendo guizzare la lingua sulla punta. Continuai così finché lui non prese la mia testa tra le mani e cominciò a guidare i miei movimenti più forte,sempre più forte,finché non sentìì qualcosa uscire dal cazzo. Mi sentii la bocca bagnata e,qualunque cosa fosse,aveva un sapore strano. Acido e dolce allo stesso tempo. Io trattenni quello strano liquido in bocca perché non sapevo se mandarlo giù o sputarlo. Fu ancora lui a dirmi cosa fare:«Concludi l'opera,piccola! Quello che stai assaporando è sperma,il segno che a lui il tuo lavoro è piaciuto tanto,e per compiacerlo a pieno,ingoia per me!». Così lo feci. Solo in quel momento ripresi la consapevolezza che non eravamo soli in quella stanza,così mi girai verso Angel che mi guardava sconcertata. Anche lui si girò a guardarla e le chiese suadente:«Anche tu vuoi farlo emozionare,piccola?». Angel per tutta risposta serrò le labbra e scosse la testa ripetutamente,ma lui non ci badò. La prese per un polso,costringendola ad alzarsi dalla sedia,la sbatté contro il bordo del banco e iniziando a baciarle il collo,come avrebbe fatto un vampiro con la sua preda,iniziò a sbottonarle la salopette gialla che aveva addosso. Io cercai di fermarlo. Vedevo Angel spaventata,non voleva provare quell'esperienza,qualunque essa fosse,così io mi parai tra lui e lei. Lui mi guardò e mi disse:«Che c'è,boccuccia d'oro? Ti sei già innamorata di me? Sei gelosa? Non vuoi che io lo dia alla tua amica?»
«Ti prego,lei non vuole! Non vedi che ha paura? Lasciala stare! Fai a me quello che vuoi fare a lei!». Ho sempre provato una sorta di istinto di protezione nei riguardi di Angel,forse perché l'ho sempre vista più piccola e più indifesa rispetto a me. Non volevo che qualcuno la trattasse male o che le facesse del male,e lui,con quel suo comportamento le stava facendo male. L'uomo,ignaro dei miei ragionamenti,disse:«Oh non temere,piccola! Ti farò tutto quello che bramano tutti i tuoi oscuri recessi,solo che la paura della tua amichetta mi eccita,così lo farò anche a lei!»,dopodiché si parò davanti a me e sbatté il cazzo all'altezza della mia vagina e disse:«Senti come è tornato duro al solo pensiero che la tua amichetta ha paura!». In effetti lo sentivo,lo sentivo eccome. Non so come,ma sentii l'impulso irrefrenabile di spingere la mia vagina contro di lui,così mi posizionai con i palmi delle mani sulla superficie del banco e spinsi la mia intimità contro il suo cazzo.
«Oh piccola! A te non servono tutti questi libri!-e con la mano destra fece cadere tutti i libri per terra-Tu sai già da te quello che devi fare,e mi piace!». Iniziò così a baciarmi il collo e tolse anche a me la salopette di dosso. Con forza spogliò Angel del suo maglione bianco,mentre io tolsi il mio da sola. Lui mi accarezzò la guancia sinistra dicendo:«Ma che brava bambina!»,dopodiché iniziò a baciare,succhiare,leccare il mio petto. Scoprì sia me che Angel dei nostri reggiseni. Io avevo cominciato a portarlo a 12 anni e anche lei,dunque erano ben quattro anni che sopportavo la costrizione di quel dannato coso,mentre Angel solo da due. Lui disse,iniziando a toccarci:«Queste sono le tette,piccole! Voi non lo sapete,ma queste vi danno un grande potere sull'uomo. Ogni uomo vive la sua vita sognando queste-e continuò a palparle-e le vostre sono fantastiche!». Ce le illustrò nel dettaglio,dicendo mentre toccava ogni particolare:«Questo è il seno,questa è l'oreola e questo è il capezzolo!-così dicendo sfiorò sia il mio,sia quello di Angel con il polpastrello del pollice-L'uomo vive solo per questo!». Continuò a baciare,a succhiare,a leccare,dividendosi tra noi due,dando un po' a testa,finché non raggiunse il bordo delle mutande. Ce le tolse ed illustrò nel dettaglio anche quella zona:«Questa bella cosetta che voi avete in mezzo alle gambe si chiama fica,questo si chiama clitoride,queste sono le grandi labbra e più dentro ci sono le piccole labbra. Chi è che apre le gambe per me,per farmi vedere?». Aveva toccato e palpato ogni cosa. Vedevo Angel mugolare indignata,mentre io non dicevo niente. La cosa non mi piaceva,ma nemmeno mi dispiaceva. Ero completamente immune al tocco di quell'uomo,così per risparmiare umiliazione alla piccola Angel,mi misi a sedere sul banco e divaricai le gambe inarcando la schiena all'indietro. Non volevo vedere la sua espressione,così inizia a guardare fisso il soffitto. Lui apprezzò dicendo:«Ecco,così vi voglio! In questa posizione esatta! Pronte ad offrirvi a qualsiasi uccello vi si presenti!». Proprio perché era quella che mugolava,quella che tremava di paura,lui affondò per primo nelle carni di Angel,facendola urlare. La poverina cercava di divincolarsi,ma il peso dell'uomo era troppo ingombrante per la sua gracile forza. Io cercai di persuaderlo a smettere perché con la coda dell'occhio vidi la sofferenza sul volto di Angel:«Ti prego,lasciala stare! Le fai male!». Cercai di scansarlo via,ma era come spostare un macigno. Lui mi allontanò bruscamente,e mi spinse via con così tanta forza da buttarmi a terra. Lui non si curò di me e continuò i suoi affondi nelle carni di Angel sempre più velocemente,dicendo tra gli spasmi:«Non preoccuparti,piccola...tra poco vengo anche da te!». Io mi sarei tanto voluta alzare per fermare quell'abominio,ma avevo sbattuto il sedere così forte che se provavo a fare anche il più piccolo movimento,mi faceva un male cane,così rimasi letteralmente con il culo per terra. Lui,dopo aver fatto sgolare Angel di tutte le grida di cui poteva essere capace nella sua vita,la fece accasciare al suolo e si avventò su di me. Sapeva che con me,impassibile e succube,poteva concedersi libertà di cui con lei non poté godere,così mi succhiò,mi leccò e mi mordicchiò quella che lui chiamava fica,dopodiché alzò lo sguardo stupefatto verso di me. Io ricambiai non capendo cosa si aspettasse,così gli chiesi:«Dovrebbe accadere qualcosa ora?»
«Dopo quello che ti ho fatto adesso dovresti essere bagnata fradicia per me,invece...niente...neanche un briciolo di eccitazione...beh,poco male,il peggio è tuo!». Dopodiché affondò il suo cazzo dentro di me,ripetutamente e con violenza. Io non capii tutto il suo discorso,ma capii cosa intendeva con la frase "Il peggio è tuo!". Proprio per il fatto che non ero bagnata,come diceva lui,mi fece male. Mi fece tanto male. Ma io ero da sempre abituata a soffrire in silenzio. Non osai proferire nemmeno una sillaba di lamento e lasciai che delle lacrime scivolassero silenziose sul mio viso.
Dopo quel giorno capii che quell'esperienza,per me e per Angel,è stata un rito d'iniziazione a quello che sarebbe stato il nostro mondo da allora in avanti.


Note d'autore:"Eccomi qui con un nuovo capitolo. Spero che un capitolo a settimana sia un ritmo costante e accettabile per voi!Vorrei ringraziare tutti coloro che si sono disturbati a leggere il primo capitolo e spero che vi sia piaciuto. Come potete vedere qui ho cercato di affrontare la prima esperienza sessuale di Ella,spero vivamente di non aver deluso le aspettative di nessuno. Mi raccomando,fatemi sapere cosa ne pensate! Un abbraccio! 

-Greta"

Grazie mille



Cinquanta sfumature di EllaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora