Micol, arrivata in mensa, mi racconta di aver pensato tutto il giorno a pensare a Luca e di quanto è carino. Poi mi fa la lista di tutte le qualità che devono avere i ragazzi, ma non la ascolto molto. Sto ancora ripensando al sogno di sta notte.
"Anche per te deve essere così?" mi guarda
"Si si" rispondo un po' incerta su cosa dire visto che non so a cosa si riferisce.
"Brooke... scendi dalle nuvole. Terra chiama Brooke." Mi dice sventolandomi la sua mano davanti alla faccia. "Non hai ascoltato niente vero?"
"No no, si ti ho ascoltata" e le do' un buffetto sulla guancia perché so che le da fastidio. E poi iniziamo a beccarci a vicenda ridendo.
"Hey!" ci dice una voce familiare dietro di noi. Ci giriamo e vediamo Steve e Luca.
"ciao come va?" diciamo in coro io e Micol.
" Be... diciamo che stiamo alla grande!" ci dicono dandoci due buffetti a testa e facendo rincominciare la lotta.
Non mi ero mai divertita così come in questi giorni con dei ragazzi.
Stanchi e con il fiatone ci rilassiamo mangiando la nostra schifosa purea tutta appiccicosa e un insalata decisamente troppo condita.
"Lo sapete che Victoria e le sue sciacquette danno una festa questo fine settimana?" ci informa Micol tutta eccitata.
Victoria è il capo delle "the Best". Alta, bionda, che si veste come una spogliarellista e sopratutto vanitosa.
"Una festa per cosa?"chiedo un po' stupefatta.
"A lei piacce fare feste per ogni occasione e questa sarebbe per l'inizio scuola, per adocchiare le nuove reclute" risponde Steve.
"Reclute? E per cosa? una missione suicida?" chiedo continuando a non capire.
Questa volta mi risponde la mia amica "In un certo senso si. Ogni anno aggiunge due nuove ragazze, oche come lei, al suo gruppo. Ho sentito spargere voce che fa fare dei vari test alle dieci ragazze scelte alla festa e che solo due ne escono vive..." queste due ultime parole le ha pronunciate in modo da mettermi i brividi.
Dopo una pausa di silenzio dove Micol mi fa ragionare chiede "Allora, ci venite?"
"No grazie" rispondo subito alzando le mani facendo capire che non ne voglio sapere niente.
"Invece devi venire, io non posso mica andarci da sola!"
Scuoto il capo. "E comunque non mi lasceranno venire i miei genitori"
"E invece si. Se vuoi gli parlo io. E poi ci saranno anche Stefano e Luca" mi supplicò con lo sguardo e le mani incrociate.
"Si dai vieni, ci divertiremo" arriva in soccorso della mia amica Steve.
"Okay, chiedo" cedo alla fine "Ma non vi prometto niente e non facciamo le oche per entrare nello stupido gruppo di Victoria" preciso sperando che sia ben chiaro.
"Si tranquilla" si alza dalla sedia di fronte alla mia per abbracciarmi "Grazie"

"Hai convito i tuoi genitori?" mi chiede una voce squillante dall'altro capo della cornetta.
"Si Miki,e ... indovina? Per la tua felicità vengo!" le dico ironicamente.
Sono felice di avere un'amica cosi.
"Wow!!! Allora ci vediamo dopo. ah mi raccomando vestiti sexy!"
Chiusi la telefonata e andai a vedere che vestito mettermi,di sicuro non sexy. mi sarei vestita volentieri con pantaloncini e maglietta ma tiro fuori dall'armadio un vestito verde acqua lungo fino al ginocchio e con le maniche alla metà, un po' aderente.
Mi metto la matita e il mascara per le occasioni speciali. Infilo le mie ballerine bianche e prendo la borsetta dal letto.
"Okay nonna sono pronta"
Mi sono fermata dalla nonna perché abita a Torino e cosi sarei stata più comoda.
"Ciao. Divertiti" mi salutò lei.

Prendo l'autobus che porta fino a Viale Dante e scendo ad una fermata buia e deserta. Tiro fuori dalla borsetta un foglietto tutto spiegazzato con su scritto la via e il numero civico della casa di Victoria e mi incammino verso la strada parallela per poi girare a destra. Non ho neanche bisogno di leggere i numeri delle case che si sente già da dove proviene la musica spacca timpani. Citofono ad una casa a due piani, di colore giallo opaco, con un portone imponente con le maniglie a forma di leone dorato.
Senza nessuna risposta al citofono la porta si apre. Devo metterci un bel po' di forza prima di riuscire a spingerla abbastanza per passarci dentro. Entrata nell'androne, ben curato con dei fiorellini in dei vasi colorati qua e la, salto in aria sentendo il tonfo sordo e potente della porta che si richiude alle mie spalle. Mi incammino velocemente verso la porta d'ingresso ed entro in casa. sembra un museo. Le scalinate che portano al piano di sopra sono ricoperte da un grosso tappeto rosso. Ci sono due vasi enormi color oro posti alle estremità della scala con delle orchidee bianche con l'interno color viola chiaro. Alla mia destra c'è una porta trasparente ornata di una cornice bianca che porta alla cucina,mentre alla mia sinistra, dietro una porta uguale all'altra, si intravede un bagno in lontananza, separato dalla camera ospiti solo da un corridoio ben illuminato. Cosa dire, siamo in un super hotel lussuoso da 5 stelle!
Salgo le scale e arrivo al piano di sopra dove almeno un centinaio di persone ballano scatenate.
Neanche fatto un altro passo avanti che una ragazza bruna con un grembiule nero mi porge un vassoio con sopra un bicchiere di cristallo contenente un liquido giallognolo che credo sia champagne.
Cerco di rifiutare con un cenno della mano, ma questa me lo posa in mano e scappa via.
Sconfitta mi inoltro tra la folla di gente che riempie l'enorme sala. Trovo un tavolo sulla mia destra e ci poso il bicchiere sopra.
Adocchio la mia amica e le vado incontro. Sta bevendo birra da un bicchiere rosso e, quando mi vede, mi viene ad abbracciare con un gran sorriso stampato in faccia. "Eccoti finalmente! Ahi visto che festa da sballo?"
"Sei ubriaca?" le chiedo sapendo già la risposta
"No, ho bevuto solo un bicchierino" risponde ridendo e mettendosi a ballare.
"Dove sono Steve e Luca?" chiedo irritata.
"Saranno in bagno"
Credo proprio che dovrò portarla a casa.
"Okay aspettami qua e non fare stupidaggini. Io arrivo subito"
Cerco di farmi spazio tra la folla e raggiungo un lato della stanza da cui vedo un enorme barile di birra.
Raggiungo il buffet accanto e vedo Luca che smangiucchia un panino.
"Ciao Luca! Sai dirmi dov'è Steve?" chiedo speranzosa
"Ehy! è fuori sulla terrazza credo. Sei appena arrivata?" mi chiede
"Si"
"è proprio una festa schifosa vero? A me non sono mai piaciute tanto le feste"
"Si è vero. Allora perché sei venuto?"
"Perché c'è Micol" risponde titubante. Poi aggiunge "Ma non dirglielo per favore"
"Stai tranquillo sono muta come un pesce" rido "Vado a vedere se lo trovo. Tu tieni d'occhio MIki che mi sembra un po' ubriaca okay? Io arrivo subito" lo saluto e corro ad un'altra rampa di scale che porta al terrazzo.
Quando sto per arrivare in cima la porta socchiusa che da al terrazzo si spalanca di colpo facendo passare Victoria tutta arrabbiata. Non mi guarda neanche quando mi passa di fianco e io faccio me ne sto zitta uscendo sul terrazzo.
Vedo Steve appoggiato sul muretto a guardare la strabigliante vista della Mole e di tutta Torino illuminata.
Steve non si era accorto che c'ero anche io e, quando sente la porta chiudersi alle mie spalle cigolando, si gira di scatto.
"Ciao" dico imbarazzata senza sapere cosa dirgli.
"Ciao Brooke. Cosa ci fai qui? Fa freddo dovresti metterti una giacca"
"Sono venuta a cercarti" Mi avvicino di qualche passo per ammirare meglio la vista da qua su. " Ho visto Victoria sulle scale. Era arrabbiata" Mi guardo attorno e noto solo adesso che siamo da soli. "Cos'è successo?"
"Niente" risponde cupo. Poi vedendo che sto gelando di freddo si toglie la giacca nera pelle e me la posa sulle spalle "Va meglio?"
"Si grazie" lo guardo negli occhi e con la luce debole della luna vedo che ha gli occhi rossi e lucidi. Distolgo lo sguardo dal suo preoccupata che sia successo qualcosa di grave, ma lui accorgendosi della mia espressione si avvicina e mi abbraccia "Sto bene, non è successo niente. Avrò bevuto un bicchiere di troppo, non sto piangendo" si stacca abbastanza da vedermi negli occhi "Tranquilla. Dai torniamo dentro così ci scaldiamo"
Annuisco e lo seguo verso la porta. "Cavolo!" dice cercando di aprirla inutilmente "è chiusa!"
"Scusa non pensavo che si aprisse solo dall'interno" rispondo mortificata
"Non fa niente, chiamo Luca" tira fuori il telefono dalla tasca e digita un numero. Il telefono squilla senza risposta, per una, due, tre chiamate,finché non ci arrendiamo.
" é inutile, ci sarà la musica troppo alta"
Preoccupata di restare bloccato qui sopra per tutta la notte dico più a me stessa che a lui "Ci verranno a cercare prima di andarsene"
Ci accomodiamo su una panchina posizionata da una parte della terrazza e stiamo li seduti senza dire più una parola per un momento interminabile. Non mi piace questo silenzio, è assordante. Devo assolutamente romperlo.
"Ti piace questa festa?" gli chiedo infine
"No, è un disastro totale. Forse è per questo che ho deciso di iniziare a bere" finisce di bere l'ultimo sorso che avena nel bicchiere rosso in mano che non mi ero neanche accorta ci fosse. "Si hai ragione, neanche a me piace" sbadiglio grossolanamente.
Si avvicina sempre di più a me facendomi diventare rossa come un peperone, spero che non lo noti con questa luce fioca. Mi passa un braccio attorno al collo e mi fa appoggiare la testa sulla sua spalla. "Riposati ti chiamo quando arrivano"
Annuisco e chiudo gli occhi dalla stanchezza.

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