Un silenzio caotico risuonava nella stanza. Sembrava quasi che stesse per succedere qualcosa, qualcosa di inquietante. Ad un tratto, persa nei miei pensieri, sentii schioccare l'ora nell'orologio, era l'01:00 di mattina, ed io ero seduta sulla sedia. Al buio. I miei occhi fissavano le lancette, le dita della mano destra facevano finta di ammaccare dei tasti di un pianoforte sul tavolo. Ma sentivo che c'era qualcosa che non andava. Così mi recai in terrazza, alzai lo sguardo e vidi un cielo smorto, tra il blu notte e il grigio. Le stelle non brillavano. Erano strane, non c'era nessuna nuvola. E così realizzai che il cielo non aveva espressione, forse voleva fare capire qualcosa alla gente sottostante. In quel momento non riuscivo a capacitarmi del fatto che a quell'ora, le luci delle case erano ancora accese. Ma una cosa la sapevo. Stava per accadere qualcosa. Me lo sentivo. Ma proprio nel momento in cui ero persa nei miei pensieri, sentii qualcosa, uno stridulo dal tono sinistro. Dalla parte opposta della terrazza. In quel momento non riuscivo a capire cosa fosse, se era un animale o... Tutti quei pensieri mi fecero raddrizzare i peli delle braccia, tanto che presa dallo spavento ma anche dalla curiosità, mi misi le mani nei capelli, senza una ragione precisa. Dopo quello stridulo acuto, non ci fu nient'altro che silenzio. Qualunque rumore cessò all'istante. Decisi di scendere ed andare per strada. E così scesi le scale con timore, ma allo stesso tempo sicurezza, perché sapevo che non era una cosa di cui bisognava spaventarsi. Aprii la porta, un fruscío di vento mi sfioró il viso. Andai verso il cancelletto del cortile e uscii fuori dalla mia dimora. Mentre camminavo, nel tentativo di udire un qualsiasi suono. Alle mie spalle si sentii il verso racchiante di una decina di corvi che si avvicinava sempre di più verso di me. Mi girai, e mi si catapultarono di sopra. Caddi, sbattendo la testa per terra. Imbambolata. Pietrificata.