Capitolo 11

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I giorni seguenti a quello li passai a mandare messaggi chilometrici a Matias, dove gli scrivevo come mi sentivo. Sempre da quel giorno, iniziai a vestirmi quasi sempre esclusivamente di nero, come se fossi in lutto. Infondo lo ero. Ero in lutto per il mio cuore e per la mia voglia di vivere. Pensai varie volte a ferirmi, come se volessi punirmi per ciò che avevo fatto, ma non ne avevo il coraggio. I miei parenti non sapevano niente di tutto questo, solo Daniela era al corrente di ciò che realmente mi stava accadendo. Continuava a ripetermi cose come "guardati intorno, c'è gente migliore di lui al mondo" "ne uscirai, dai tempo al tempo" ma io non volevo ascoltarla. Intanto, Matias mi diceva che non valeva la pena di fare cose simili per uno come lui, che infondo era solo un ragazzo normale, che c'erano persone migliori di lui e non dovevo fare stronzate. Per me lui non era un ragazzo qualsiasi. Lui per me era come un dio sceso in terra, era perfetto e senza alcun difetto, anche se affermava il contrario. Mi disse inoltre che quello che volevo fare era la cosa più sbagliata della storia e da quel momento iniziai a pensare di essere solo un'inutile sbaglio, ed anche adesso è così che mi sento.

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