Capitolo 11

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  Quella notte era stata abbastanza turbolenta per gli standard di Hermione.
Una lunga pioggia di grandine era caduta incessantemente per ore e ore disturbando la quiete dell'oscurità e il sonno dei due ragazzi.
Nonostante avesse chiuso le imposte per evitare che l'acqua e il ghiaccio si abbattessero sulla finestra, così da danneggiarla, nella stanza regnava non solo il silenzio ma anche una forte luce bluastra. Draco teneva tra le mani la sua bacchetta, che emanava questa luce davanti a lui. Hermione gli voltava le spalle, girata su un fianco, e malediceva se stessa dandosi la colpa di averlo ospitato a casa sua, accettando tutti i rischi e pericoli che ne derivavano, e scusandosi con chi di dovere nel caso in cui l'avesse ucciso se non si azzardava a spegnere quell'affare.
I minuti passavano e lui non si decideva a dormire. Lei aveva bisogno di quelle ore di sonno, era stata una giornata al quanto pesante e non vedeva l'ora di abbandonarsi al suo caldo letto, coperta dal suo piumino color crema. Dopo un interminabile sospiro annoiato, si voltò di scatto verso il ragazzo e si puntellò sui gomiti, fissandolo con sguardo truce.
Solo pochi secondi dopo lui si accorse di avere lo sguardo della ragazza fisso su di lui; si voltò molto lentamente e la incontrò. Draco sembrava ancora più pallido alla sola luce bluastra della sua bacchetta, aveva la bocca serrata in una linea retta priva di alcuna espressione, gli occhi cinerei coperti da uno strato di ghiaccio impenetrabile e i capelli scarmigliati fissi in un disodine casuale. La guardava come a volerle dire qualcosa e non dirle niente allo stesso tempo. L'espressione di Hermione si addolcì e lo guardò dimenticandosi del tutto della bella strigliata che avrebbe voluto dargli.
-Ti da fastidio?- disse indicando la luce della bacchetta con un cenno del calpo. Aveva la voce gelida, priva di qualunque emozione e quasi irreale.
Hermione ci pensò su un attimo; infuriata annuì ma subito scosse la testa, ripensandoci. Non si sentiva in dovere di dargli fastidio, sembrava così fragile. -No, non mi da fastidio...- rispose accennando ad un sorriso. Gliele aveva proprio cantate!
Lui la guardò un'ultima volta e poi tornò a fissare la luce della bacchetta.

-C'è qualcosa che non va?- chiese lei senza smettere di guardarlo.
-A parte tutto, vuoi dire?!- era ironico. Solita vecchia serpe ironica. -Torna a dormire.-
-Non posso. Non con questa luce fastidiosa! Si può sapere cosa stai facendo? Capirei se stessi leggendo un libro, ma non stai facendo niente! Te ne stai lì come una mummia a guardare quella forte luce senza alcuna ragione!- si girò verso di lui e si sedette a gambe incrociate.
-Solo perché tu non trovi una spiegazione logica alle cose non vuol dire che non ci sia una qualche ragione dietro...- rispose guardandola solo per un secondo.
-Allora vuoi spiegarmi perché lo fai?- Hermione moderò il suo tono, da arrabbiata cercò di essere soltanto curiosa.
Lui sorrise e poi si girò a guardarla. -Adoro poter vedere le cose al buio. Mi rilassa.-
-Ma non sono al buio! Tu usi la luce per vederle...-
-Perché devi sempre essere così razionale?! Mi piace vedere la sfumatura che assumono gli oggetti al buio quasi totale. Da bambino lo facevo per delle ore.-
-E ti conciliava il sonno?-
-La maggior parte delle volte. Soprattutto quando sono ansioso...-
-Cosa ti turba?-
-Se il tuo amico non si sveglia, io sarò confinato qui per ancora un sacco di tempo.-
-Mi dispiace di non poter fare niente per te!- il suo tono assunse una sfumatura acida che non sfuggì al ragazzo, che per tutta risposta la guardò iroso.
-Non do la colpa a te! Ma vorrei che questa storia finisse il prima possibile.-
-Cosa farai quando sarai libero?- domandò Hermione tralasciando la rabbia che la investiva.
-Dai per scontato che non mi incrimineranno... coraggiosa!- il ragazzo sorrise più a se stesso che a lei e iniziò ad agitare la bacchetta creando giochi di luce in tutta la stanza.
-Ti ho promesso che ti avrei aiutato. Sei innocente e verrai giudicato come tale...-
-Perché ne sei così sicura? Che io sia innocente, intendo.-
Hermione parve pensarci un po' su. Il suo sguardo vagò dalle sua mani che si torcevano per l'ansia, alle sue caviglie nascoste dalle calze bianche. -Hai combattuto dalla parte sbagliata-
-Questo lo so già... non mi aiuti.- la interrupe lui.
Lei lo guardò torvamente e poi riprese il discorso -Anche se hai combattuto dalla parte sbagliata, non era tua intenzione. Sapevi che stavi sbagliando ma non avevi la possibilià di ribellarti. Ci hai aiutati persino quando ci hanno portato a casa tua, prima che... tua zia...- la sua voce si spense.
Draco annuì -Mi dispiace per Bellatrix.-
-Non è stata colpa tua.-
-Ma non ho fatto niente, non ho neanche provato a fermarla.- Hermione scese dal suo letto e si accomodò davanti a lui e gli prese una mano tra le sue -Non avevi scelta!- gli disse -Ho visto il timore dei tuoi occhi quando ci hanno portato lì, avevi paura come tutti noi e per noi.-
-Io non avevo paura!- sibilò tra i denti.
-Invece sì... ma non è una cosa brutta. La paura è un'arma. Me l'hai detto tu stesso che hai seguito Voldemort solo perché la tua famiglia era minacciata.- Draco rimase zitto e abbassò lo sguardo. Hermione lasciò la sua mano come se bruciasse e non lo guadò più.
-Ancora non capisco perché mi vuoi aiutare...-
-Ancora con questa storia?! Dannazione... Draco...- balbettò -Io... oh per Merlino!- si buttò letteralmente sulle labbra del ragazzo e lo baciò con forza. Le mani gli presero il volto e lo avvicinarono al suo. Sentì le mani di lui risalirle sulla schiena e stringerla forte, sospingendola verso di se.
Le faceva un effetto strano starsene lì incollata alle labbra di quel ragazzo alla sola luce della bacchetta. Un bell'effetto, doveva ammettere. Le mani della ragazza scesero una verso l'incavo tra il collo e la spalla, e l'altra, invece, risalì sulla sua nuca, assaporandone la morbidezza dei capelli chiari e setosi al tatto.
Lui sorrise sulla sua bocca e poi, afferrandola per le natiche, se la portò praticamente seduta su di lui, sulle sue gambe. Hermione, un po' imbarazzata, si aggrappò alle sue spalle con forza per paura di cadere e anche per cercare di staccarsi da lui. Anche se non ne capiva il motivo dato che era stata lei a baciarlo per prima.
In contrasto con i pensieri ragionevoli del suo cervello, divaricò le gambe e le portò dietro la schiena del giovane, portando ad un nuovo livello di vicinanza i loro corpi caldi.
Perché era caldo, Draco, caldo come un sole protettivo, un luogo sicuro in cui rifugiarsi, un appiglio contro il nulla. Le stava accarezzando la schiena con mani gentili e allo stesso tempo fameliche, la stava assaggiando tutta, parte per parte.
Le sollevò la casacca del pigiama per accarezzare la parte nuda della sua schiena e le fece venire la pelle d'oca con l'andirivieni delle sue mani grandi. Hermione si staccò dalla sua bocca e boccheggiò in cerca di aria. Anche le mani del ragazzo si fermarono e rimasero immobili.
Si guardarono negli occhi, le pupille dilatate dalla poca luce e dal languore che li aveva colti improvvisamente. Hermione aveva ancora le braccia allacciate dietro il suo collo, la bocca aperta dallo stupore e confusione sul volto.
Anche Draco sembrava confuso, stupito, più che altro. La guardò con un misto di tenerezza e occhi vogliosi; occhi che la percorrevano in tutta la sua media altezza. Occhi che si soffermavano sui suoi capelli arruffati, che lui stesso aveva provocato con le mani tra un bacio e l'altro. Occhi che le fissavano la parte di pelle scoperta sulla caviglia, sulla quale le calze erano scivolate un poco e i pantaloni si erano misteriosamente ritirati quando lui le aveva accarezzato il polpaccio tornito. Occhi negli occhi, in un'estenutante ed infinita lotta per il potere e il controllo.
E in quello, fallivano miseramente entrambi.
Dopo aver ripreso fiato, Hermione sorrise e incontrò di nuovo le sue labbra, arcuate nello stesso sorriso birichino e già pronte ad accoglierle.
Le incontrò morbide e umide, persino un po' gonfie a causa di un morso che lei stessa gli aveva dato, immersa com'era nei meandri della passione. Improvvisamente, con un gran colpo di bacino, Draco su puntellò sulle gambe e la distese cautamente sotto di sè, lasciandola supina sulla brandina mentre lui le si adagiava sopra cercando di non pesarle troppo addosso.
-Forse hai fatto bene ad accendere quella luce...- gli disse la ragazza nascondendo il lieve rossore sulle guance e un piccolo sorriso sibillino.
-Beh sai, io prevedo il futuro.- rispose gesticolando con la mano in segno di falsa -falsissima- modestia.
-Ah! E cosa vedi nel futuro adesso?- domandò la ragazza divertita da quella strana situazione e immensamente felice. Aveva ancora le braccia allacciatedietro il suo collo, che premevano forti per spingerlo verso di sè. Draco la baciò a fior di labbra e poi si puntellò sulle braccia. -Prevedo che questa notte ci sarà parecchia attività...- la baciò di nuovo -Concordi?-
-Ma che doti di preveggenza! Ora sì che so cosa farò fa grande, mi hai illuminato la giornata!- rispose ironica lei prima di ricevere un altro bacio. E un morso, per l'insolenza.
-La giornata forse no, ma la notte... quella sarà in fiamme tra poco!-
Hermione sorrise e distolse lo sguardo solo per pochi secondi, prima di posarlo nuovamente nei suoi cinerei.
-Sappi che non ti ho baciato perché oggi sono rimasta sconvolta nel vedere Ron in quelle condizioni... e per aver quasi litigato con te.- si era fatta improvvisamente seria, ma capiva che lui aveva tutto il diritto di saperlo. -È stato un gesto dettato dall'istinto.-
-E tu sappi che io non ho ricambiato il bacio perché volevo approfittarmi di te perché sei rimasta sconvolta nel vedere Weasley in quelle condizioni.- sorrise e poi subito si rabbuiò. -Non mi importa niente di lui, perché a discapito di quello che potrebbe dire, ci sono io qui con te adesso.-
Hermione rimase di sasso, sembrava provare un odio più profondo di quello che era sempre abituata a sentire da lui. Come se ci fosse qualcosa sotto, qualcosa che lei non sapeva e che, probabilmente, Ron le aveva nascosto.
-E io sto pensando solo a te, adesso.- Hermione ricordava perfettamente che cosa era successo dopo la loro prima volta, e sapeva anche che era stata troppo avenntata e stupida.
Aveva perso la verginità e l'aveva fatto senza coscenza, si era bruciata la sua virtù a causa di una bugia e ne aveva pagato le conseguenze, l'aveva fatto con leggerezza e si era avvicinata molto al pentimento.
Come se le avesse letto nella mente, il ragazzo diede voce ai suoi dubbi. -Non voglio che tu arrivi a pentirtene, Mezzosangue.- sembrava dolce e intimorito quasi quanto lei.
-Pensavo non ti importasse granché di me.- rispose sprezzante
-È qui che ti sbagli, Mezzosangue. Stai certa che se l'avessi saputo, che eri vergine, non l'avrei mai fatto.-
-E io che invece pensavo che tu fossi un collezionista di vergini!- rimase colpita dal proprio tono repentorio, accusatore. Era forse gelosa?
-Mai presa una in vita mia, fino a qualche settimana fa.- aggiunse con una scrollata del viso -Le ragazze vergini comportano troppi problemi! Stai con loro una volta e ti vogliono per tutta la vita, programmano il futuro; il giorno del matrimonio, la casa, i figli, i loro nomi! Niente di più assurdo.-
-Non tutte lo fanno...- Hermione parlava di sè. E se n'era accorto anche lui.
-Tu non lo sapevi. E ancora non riesco a capire come tu abbia fatto a non accorgertene. Devo pur averti fatto un minimo male!- imprecò il ragazzo senza alzare troppo la voce per non svegliare i signori Granger.
-In effetti ho sentito un dolore, ma pensavo fosse normale. L'aveva fatto una volta sola, con Ron. O almeno così credevo.-
-Mi dispiace. Sicuramente qualcun altro ti meritava più del sottoscritto.- disse il ragazzo amareggiato.
-Cosa è successo al ragazzo sprezzante e arrogante che non si curava di niente e di nessuno se non di se stesso?! Questo è un pensiero profondo, Malfoy, persino per te.-
-Ho capito che con il mio carattere - che nessuno capisce perché troppo stupidi - non andrò molto lontano, e ho dovuto rivedere le mie priorità...- Hermione lo baciò.
-Parliamo dopo? Che ne dici?- Draco non se lo fece ripetere due volte; subito si avventò sulla bocca umida della ragazza e con le mani le alzò i bordi della casacca del pigiama, arrivando a siflargliela dalla testa senza alcuna difficoltà. Hermione adesso si presentava ai suoi occhi, con il petto scoperto, dato che di notte non portava il reggiseno. Lui osservò quei piccoli boccioli contornati da un aureola più scura e poi li saggiò con le labbra, con la lingua ne disegnò il contorno mentre la ragazza si contorceva sotto di lui.
Per farsi giustizia, Hermione afferrò la maglietta di lui alla base della schiena e la tirò in avanti, in una lenta tortura che fece impazzire il ragazzo tanto che, preso da un moto di impazienza, staccò la bocca dai suoi capezzoli, si sfilò la maglietta con forza e la buttò per terra. Quando guardò nuovamente la ragazza, vide il languore nei suoi occhi e le catturò le labbra in un bacio vorace e passionale.
La ragazza gli accarezzò la schiena tonica in tutti i suoi punti morbidi, lo sentiva gemere rocamente ogni volta che passava le dita sottili su quelle fossette piccole appena sopra il bordo dei pantaloni di flanella del suo pigiama azzurro. Lo sentì tremare nella sua bocca e la ragazza ne approfittò per esploragli l'intera cavità orale sospingendolo sempre più verso di sè...
Lui le artigliò i suoi pantaloni scostandone l'elastico con l'indice e sentendola immediatamente sobbalzare approfondì il contatto. Li tirò giù piano piano verso le cosce e giù fino alle caviglie e lei lo aiutò sfilandoselo con i piedi, rimanendo con solo delle sobrie mutandine nere che sembrarono far impazzire il ragazzo al primissimo sguardo.
La accarezzò dolcemente sulle gambe, per tutta la loro lunghezza, risalendo sull'addome e di nuovo sul seno. Sembrava immensamente felice e aveva quello sguardo concentrato che Hermione gli aveva visto addosso solo poche volte. E tutte le volte lo usava con lei.
Draco si staccò pur senza smettere di guardarla negli occhi e si sfilò i pantaloni con mosse decise. Sembrava percorso da tremiti incontrollabili e Hermione non capiva perché, da cosa fossero scaturiti.
-Ero convinto che non ci sarebbe stata una seconda volta per noi.- disse con sguardo serio -Pensavo mi odiassi per quello che ti avevo fatto.-
-Come puoi dire questo Draco? Io non do la colpa a te per quello che è successo, non solo a te almeno. Anche io la mia metà di colpa.- gli accarezzò una guancia -E... pensavo che tu non volessi stare di nuovo con me.-
-Ti sbagli Hermione...- rispose il ragazzo. Lei aveva le lacrime agli occhi.
-Mi piace quando dici il mio nome...- suona meglio... avrebbe voluto dirgli. -Invece che usare quell'orribile appellativo!- aggiunse evitando di sbilanciarsi troppo.
-Mezzosangue? È quello che sei.-
-Gradirei che non mi fosse ricordato ogni minuto. Anche Voldemort lo era.-
-Ma lui era cattivo...-
-Potrei essere cattiva anche io.- Draco scoppiò in una risata cercando di fare meno rumore possibile. Hermione si accigliò e incrociò le braccia al petto, sia per coprirsi il seno che per assumere un cipiglio infastidito.
-Non dovresti farmi ridere in una situazione del genere...- riprese il ragazzo e ora anche lei sorrise.
Draco si abbassò e le catturò le labbra in un nuovo bacio, lento e timido, carezzevole e dolce, uno sfiorarsi di labbra febbricitanti e in continua attesa di un nuovo contatto. Allungò la mano e prese la sua bacchetta -Evanesco- sussurrò e gli ultimi abiti dei due giovani sparirono in un lampo.
Hermione gli accarezzò le braccia possenti, i bicipiti gonfi e le spalle larghe fino al collo che tirò verso di sè baciandolo a sua volta. Impaziente, Draco, si abbassò fino ad incontrare l'entrata dell'intimità della ragazza, umida e calda. -Sicura?- le chiese. Hermione annuì contro la sua spalla e allora il ragazzo penetrò in lei con una spinta decisa.
Hermione emise un gemito di dolore misto a sorpresa. A poco a poco si rilassò fino a sentire veramente il ragazzo dentro di lei. Era una strana sensazione, lo sentiva davvero, sentiva che c'era di più di quanto credesse, che lui volesse nasconderle qualcosa di importante, ma sapeva anche, che il suo ingegno l'avrebbe aiutata a capire cosa si celava dietro i suoi occhi di ghiaccio. Draco respirava a fatica, le lasciava baci caldi ovunque per mantenere il controllo e solo quando la sentì rilassarsi iniziò a muoversi lentamente in lei. Questo durò solo pochi secondi, perché entrambi volevano di più. Hermione iniziò ad andare incontro ai suoi movimenti con più foga e sempre più velocemente riaschiando persino di farsi male. Ma non le importava, aveva lui e aveva loro, il resto poteva anche aspettare.
Sussurri e gemiti si propagarono nell'aria, riempiendo il silenzio della loro essenza il più impercettibilmente possibile, il tutto per non svegliare i coniugi Granger e trovarsi davanti ad una situazione abbastanza imbarazzante. Hermione non avrebbe potuto sopportarlo.
Arrivarono all'apice in momenti poco distanti tra loro e, accaldati e reduci del piacere, si sorrisero. Draco uscì piano da lei e le si sdraiò accanto, prese la sua coperta e la distese su entrambi prima di prendere la ragazza e di stringersela al petto.
Lei si raccolse contro il suo petto e gli strinse la mano grande e morbida prima di addormentarsi finalmente in pace.

***-Un favore?- aveva detto il ragazzo -Non credi di non essere nella posizione di chiedermi un favore, Malfoy?- lo attaccò.
Draco fece spallucce e poi tornò a fronteggiare l'altro con aria di superiorità. -Forse. Prima però senti quello che ho da dirti.- non si sarebbe mai abbassato al livello di quel Weasley di sua spontanea volontà, ma i suoi sentimenti lo stavano lacerando dall'interno e minacciavano di sopraffarlo completamente. Perciò, parlandone con un curioso Zabini, aveva optato per chiedere "aiuto" a quel poveraccio rosso.
-Allora sentiamo. Non ho tempo da perdere.- ribadì quest'ultimo incrociando le braccia al petto.
-Ho bisogno che tu chieda alla tua amica Mezzosangue di incontrarsi con me in biblioteca dopo Pozioni. È questione di vita o di morte.-
-Non capisco cosa possa fare Hermione per te, ma se proprio insisti!- la faccia di Ron tornò normale dopo un attimo di stupefazione -D'altro canto, non posso permettermi di non accettare un debito con il Principe di Serpeverde in persona! Sicuramente i miei vantaggi ne risentirebbero.- Malfoy lo guardò accigliaro e poi gli porse la mano per sigillare il patto.
-Sei in debito con me Malfoy e potrai estinguerlo solo quando io vorrò...- pronunciarono il voto infrangibile, dato che Ron non si fidava proprio della serpe maledetta, era come una piccola assicurazione sulla sua vita. O su quella di Hermione.  


Il cavaliere nero e la dama d'argentoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora