L'arrivo a Bradford

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Quella mattina, i miei mi vennero a svegliare molto presto, non ricordo l'orario preciso, ma era ancora buio. Nessuno era a conoscenza della mia partenza, tranne la mia famiglia e la zia Fèlicitè, che mi accolse all'aeroporto, con un enorme abbraccio.
Arrivati a casa sua posizionai la mia valigia sul letto, in quella che sarebbe diventata la mia camera, poi decidemmo di uscire a fare due passi, in modo tale da conoscere Bradford. Dopo un po' dissi alla zia:"cavolo! È da un bel po' che non venivo a Bradford. Mi ero dimenticata della sua bellezza. Sono cambiate così tante cose!" la zia con aria fiera e sorridente rispose:"si, è vero, Bradford è la città più bella del mondo!" io sghignazzando le dissi:"zia tu invece non sei cambiata mai! patriottica come sempre!", la zia rise e affermò.
Quella mattina mi mostrò una piccola parte della città, ovvero il percorso da casa a scuola. Le sarebbe piaciuto trascorrere un po' di tempo con me, ma non poteva perché nel primo pomeriggio avrebbe dovuto lavorare.
Arrivammo a casa, il pranzo doveva essere pronto da un pezzo, ma appena entrammo sentimmo uno strano odore di bruciato, che ci insospettì. La zia preoccupata corse subito in cucina, è poco dopo disse, quasi gridando con aria seccata e dispiaciuta:"il nostro pranzo...è andato perduto...si è bruciato tutto l'arrosto!" io le dissi:"oh che peccato, mi dispiace...ed ora come facciamo?"
Zia:"che ne dici se andiamo a mangiare fuori? Dai oggi faccio un eccezione solo per te, anche essendo una salutista! Andiamo a mangiare da Nando's!"
io gridando dalla felicità risposi:"evviva! era da tanto che non ci andavo!"
Zia:"dai, allora non c'è tempo da perdere! andiamo!"
Appena arrivammo da Nando's la zia andò a prendere il nostro pranzo, che portò su dei vassoi.
Erano tutte cose che desideravo mangiare da tempo: pizza; patatine fritte; coca cola. Strano ma anche la zia apprezzò, infatti magiò tutto con gusto.
Poi parlammo un po', ci divertimmo talmente tanto da non accorgerci che erano già le 16:30. Quindi dovemmo ritornare a casa con molta fretta.
Appena arrivati, la zia si precipitò in bagno dove si cambiò indossando la sua solita divisa: camicia maniche corte bianca; pantaloni bianchi; scarpe bianche. Si legò i capelli, prese la borsa e via!
Mi salutò con un bacio sulla fronte sudaticcia e si scusò per non avermi dedicato molto tempo, come avrebbe dovuto. Io la perdonai, ovviamente, perché lei non aveva colpa. La salutai anche io e le dissi che durante il pomeriggio sarei uscita, ma al suo ritorno sarei già ritornata a casa da tempo.

TU CHE MI HAI SALVATO LA VITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora