Nietsneknarf - parte seconda

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Nel suo nascondiglio di ardesia il professor Jacques J. trascorse le seguenti due settimane riempiendo sette taccuini Moleskine con le considerazioni e i dati paleontologici relativi allo stato di conservazione, alla presenza o assenza degli organi interni, al contenuto residuo dell'intestino e all'infestazione micotica alle unghie dei piedi che scopri contenere un curioso analogo della feniletilammina dalle apprezzate proprietà stimolanti.
Nonostante la necessità di un'attività razionale pressoché continua, Jacques si appagò di aver raschiato solo l'alluce destro di Phurbu, così nominato dal giorno della settimana in cui venne alla luce secondo la tradizione Sherpa. Phurbo è il lemma per giovedì, ricorrenza dello scardinamento del sarcofago.

Due giorni prima del terzo settimanaversario dell'impresa (come era solito segnalare i giovedì il professore sul suo diario, festeggiando con una bibita non più gasata - dopo la planata in aliante) Jacques si sedette su un grosso macigno modellato dal vento sul solco negativo di un gluteo francese e si mise in attesa dell'aereo di Ori, pronto a sventolare la bandierina rossa di segnalazione al primo soffio di vento che avesse portato con sé il rombo di quei diabolici motori timoenergetici.
Dopo sei ore cominciò a nutrire dei dubbi sul fuso orario, al secondo risveglio nella stessa posizione si trovò a malincuore a perdere fiducia nella categoria professionale dei sassofonisti, quando fu costretto a indossare gli occhiali da sole di fronte alla terza alba che gli violentava gli occhi dalla stessa angolazione fu illuminato, oltre che dai raggi UVA, dalla drammatica rivelazione che forse Ori, nonostante i baffoni amichevoli, aveva ritenuto di troppo disturbo volare fino all'Himalaya avendo già ricevuto una solida caparra e un paio di café noir durante le sedute organizzative parigine.
Le successive tre settimane del professor Jackson si distinsero per una fedeltà matematica al ciclo dei sette stadi psicologici che, a detta di un forum su due nell'internet, seguono all'interiorizzazione di una cattiva notizia. Shock: il professore, recuperate una dozzina di lattine vuote, ne legò una a tutte le altre tramite spaghi nel tentativo di creare un altoparlante col quale chiedere aiuto; rifiuto: Phurbu e il suo padrino s'imbarcarono in un lungo dialogo platonico durante il quale venne portata la necessaria e razionale dimostrazione che Ori Kaplan non avrebbe potuto in alcun modo evitare di recare i rifornimenti alla grotta, dal momento che non si era a conoscenza di alcuno che apprezzasse il gulash per celiaci in lattina al di fuori del professore; senso di colpa: Jacques rievocò con dolore le risposte sconsideratamente brusche che aveva dato al pilota durante la loro ultima conversazione, maledicendosi per essere stato così villano da scordare che gli ebrei sono a buona ragione un popolo sensibile; paura: superata quella per un'imminente vendetta israeliana, improvvisamente gli sovvennero tutte le principali conseguenze della morte per denutrizione, oscuri pensieri alimentati, per un'ironica trovata del destino, dalle crescenti contrazioni dello stomaco che, nel dubbio, tentava di riempirsi di se stesso; rabbia: numerosi strumenti scientifici compresi nel kit di paleontologia andarono ad infrangersi con clamore e schegge contro le pareti della grotta istantaneamente scambiate per sassofonisti yiddish, scoprendo sotto uno strato di calcare suggestive pitture rupestri che avrebbero fatto meglio a stare lontane dall'orgoglio creativo di Max Ernst; depressione: privato dei carboidrati, ormai simile per corporatura al silenzioso amico, il professore esausto per lo sfogo distruttivo, si rifugiò per due giorni sotto una calda coperta di polvere fossile a smaltire l'alcool destinato a conservare al meglio i campioni di contenuto intestinale; accettazione: Jacques Jackson, ricercatore di antropologia dell'università di Sorbona, Parigi, in incognito in Himalaya per propria iniziativa, smise di piangere e mangiò la mummia.


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