Capitolo 5 - Tradimento

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Il giorno dopo Serena arrivò a scuola in leggero ritardo, cosa che lei odiava, ma aveva fatto un brutto sogno quella notte che l'aveva scombussolata e le era venuto anche mal di testa. Dopo aver litigato con la bidella, che non voleva farla entrare a scuola perché la campanella era suonata da ben tre minuti, con la vicepreside, che voleva metterle una nota per il litigio con la bidella, con l'insegnate di storia, che non voleva farla entrare in classe perché aveva interrotto la sua noiosissima spiegazione e con un compagno che le aveva palpato il sedere mentre si sedeva, finalmente poté rilassarsi un attimo, massaggiandosi le tempie. Come giornata era iniziata decisamente male, ma si disse che niente sarebbe potuto andare peggio. Dopo aver sospirato, prese il suo quaderno e iniziò a prendere distrattamente qualche appunto.

***

Zayn quella mattina uscì di casa molto presto. La scuola era stranamente silenziosa, ma ne fu molto grato. Fu anche il primo ad entrare in classe e ne approfittò per rilassarsi. Aveva passato una nottataccia ed era stanco. Per di più ora era assalito dai sensi di colpa. Non era più così sicuro di aver fatto la cosa giusta. Certo, Serena aveva tradito la sua fiducia, ma forse la sua reazione era stata esagerata.

Il giorno prima, dopo essere uscito da scuola era andato al parco, aveva preso foglio e penna e aveva scritto una lettera per i genitori della ragazza. Poi era andato a farsi un giro per calmarsi. Mentre tornava a casa, aveva fatto una deviazione fino a casa della bionda e aveva messo la lettera nella buca, pregustandosi il momento in cui i signori McFinn l'avessero letta e avessero scoperto quanto la loro amata figlia fosse una bugiarda.

I dubbi lo assalivano, ma quando ripensò a cosa aveva detto Harry a pranzo il giorno prima, si tranquillizzò. Sapeva che Serena si sarebbe arrabbiata con lui, ma ci aveva fatto l'abitudine, visto che erano almeno due anni che litigavano quasi ogni giorno. Poco dopo entrò il professore e lui tornò sul mondo dei vivi. Neanche si era accorto che Niall, ancora mezzo addormentato, si era seduto al suo fianco. Quella lezione di matematica fu parecchio noiosa, ma per fortuna dopo avrebbe avuto inglese, la sua materia preferita.

La seconda ora era cominciata da poco più di una ventina di minuti quando il preside fece un annuncio con l'altoparlante, cosa che succedeva raramente.

«Serena McFinn è attesa in presidenza! Ripeto, Serena McFinn è attesa in presidenza!»

Ecco di nuovo il senso di colpa. E se era per via della sua lettera che la bionda era stata convocata? Ebbe subito un brutto presentimento, ma poi sentì due ragazze al banco davanti dire che Serena quella mattina era arrivata in ritardo e che aveva discusso con un'insegnante. Allora era quello il motivo della convocazione. Si tranquillizzò all'istante, tirando un sospiro di sollievo e continuando a seguire interessato la lezione.

***

«Serena McFinn è attesa in presidenza! Ripeto, Serena McFinn è attesa in presidenza!»

Tutti i suoi compagni si girarono a fissarla, come se avesse commesso chissà quale orrendo crimine. Dopo l'approvazione dell'insegnante lentamente si alzò, raccolse le sue cose e uscì dalla classe, cercando di capire il motivo di quella convocazione. Non le veniva in mente niente, a parte il ritardo di quella mattina.

Bussò alla porta della presidenza e quando la aprì vide le ultime persone che si sarebbe aspettata di trovare: i suoi genitori. Subito pensò al peggio, appena notò che sua madre era in lacrime, ma lo sguardo furente di suo padre le fece cambiare idea. Il preside e la vicepreside erano in un angolino con lo sguardo basso. Serena stava per chiedere spiegazioni, ma fu interrotta dalla segretaria che entrò in quel momento annunciando che i fogli per il trasferimento erano pronti. Il padre tirò fuori dal taschino della camicia la sua penna stilografica, mentre la bionda lo fissava confusa.

Cause you're all I ever wantedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora