14° capitolo

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È mattino,tutto si risveglia,il sole si alza creando le sue mille sfumature,il cielo prende il colore del giallo,del rosso,del rosa e dell'arancione.
Le nuvole diventano piú flebili.
Tutto sembra risvegliarsi.
Ma poi quel che ti fa fermare è il fatto che il cielo riassuma il colore di sempre. Il grigio,un miscuglio tra il nero e il bianco,tra la luce e il buio.
Una terra di mezzo.
Ma stranamente il sole è alto,non oscurato da nessuna nuvola. Batteva sulla terra bagnata,lasciando piccoli luccichii.
Mi è sempre piaciuta questa sensazione di freschezza. Di luce.
Come se ti sentissi libera,ma d'atro canto,non lo sei. C'è una recinzione che ti priva della tua libertâ.
C'è tutto un mondo che gira intorno a un'unico padrone. È come se noi fossimo gli animali e loro il circo. Ma è un pó cosí,siamo sempre animali per loro. Non capendo che gli animali sono sempre esseri viventi.
«Piccola..» Sussurra una voce rauca alle mie spalle.
«John» sussurro altrettanto,non mi ricordavo neanche di essere finita qui dentro,dentro la stanza in cui lui mi salvò per la prima volta.
«Sono arrivati.» lo guardo torva.
«Scusami,ma chi?.»
«Come,non lo sai?.» mi rende ancora piú confusa di quanto non sia giá,tralasciando il sonno.
«Veramente,comd potrei essere informata,se sono rinchiusa qui dentro da quasi piú di un'anno!?.» chiedo con un pizzico di fastidio in voce.
«Sono arrivati gli ufficiali chiamati direttamente da Hadolf Hitler in persona,per vedere cosa succede dentro questo campo.» Dice,con occhi impauriti. Il nero si è dissolto del tutto è ha lasciato spazio alla paura.
«Aspetta,Controllano le baracche?..» chiedo quasi in sussurro. Abbiamo seriamente grossi problemi. La voce spezzata da un pianto isterico.
«Non lo so,non lo so.» ecco,siamo arrivati al punto in cui c'è da avere paura. Come quando non si ha programmati una cosa e si entra nel panico. Programmare,si deve programmare nella vita. Nonostante le aspettative che poi riserverá.
«Forse è meglio se esca,cosí mi tengo aggiornato,arriveranno intorno alle 12:00 qui al canpo e ci sará una grossa accolta. Se senti trombe,spari,non affacciarti per nessun motivo. Copri le fineste con tende pesanti,e non starci vicino. Non prepararmi il pranzo e rimani nello stanzino sotto le scale. Oscura la piccola finestrella dello stanzino e tutto andrá per il meglio. Non devono sapere che sei qui. È come se tu non ci fossi,eviteremo le perquisizioni. Intesi?.»
«Intesi.» un pó di terrore nel filo di voce.
«Ti amo.» sussurra sulle mie labbra. Per poi lasciare un bacio casto.
Come ha detto,mi misi al lavoro.
Le tede rosso scuro,in felpa ricoprivano le facciate principali e di tutte le altre stanze,da non far tralasciare un filo di luce.
Quella dell stanzino erano Nere in felpa e coprivano tutto,lasciando altrettanto,tutto nero.
La casa sembrava avvolta dall'oscuritâ.
Nessun rumore presente. Il silenzio mi fa paura,la solitudine mi fa paura.
Ma se c'è qualcosa di piú bello da fare quando si è da soli a guardare il soffitto è Pensare,fare un tuffo nel passato e nei momenti felici.

*inizio flashbach.*

«la stanza Era buia,di solito il bianco candido lascia il luccichio nella stanza,rispecchiandolo nelle mattonelle lilla del pavimento.
«Giuliaa» richiamai la mia migliore amica d'infanzia.
«Ari oggi ti racconto una storia da Brivido. Okaayy?» mi disse elettrizzata la piccola bambina dai capelli biondi.
«Mmh okay.» convissi piú me stessa che lei. Mi facevano paura le storie Horror. Lasciavano quella souspans e quel terrore che solo il narratore poteva darti.
«Beh okay.» sospirò. Prima di inziare la storia da paura.
« Connor e Delia erano migliori amici. Trascorrevano molto tempo insieme e si divertivano molto. Un giorno decisero di fare un'escursione nel bosco della città. Decisero di andarci il 31 ottobre di quell'anno.non chè HALLOWEEN UUUU... Passarono la mattinata a giocare e divertirsi ma non si accorsero che si stavano allontanando troppo. Arrivata l'ora di tornare a casa,non sapevano dove andare,visto che avevano perso la strada di ritorno.Allora decisero di rifugiarsi nell'edificio in fondo al bosco.Il numero civico era 17 ed era scritto in romano. "XVII" Delia ossrva bene e vede che non c'era più scritto XVII ma VIXI,l'anagramma del numero romano....loro avevano studiato che questo numero allora si metteva sulle tombe.Delia avvisa Connor ma lui vede scritto semplicemente XVII. Allora decidono di entrare.All'interno vedono un peluche senz'occhio e un materasso pieno di schizzi di sangue.» Strarbuzzai gli occhi al pensiero,lei scrollò semplicemente le spalle.
«Continua..» dissi solamente tremando
«Subito decisero di andarsene ma la porta si chiuse e i ragazzi rimasero dentro. All'improvviso sul muro compare una scritta color sangue che dice "Non salite di sopra".Ma Connor non ci crede e sale,lasciando Delia sola. Dopo circa 10 minuti Delia sente un'urlo di paura...era Connor. Sale le scale preoccupata per l'amico,ma arrivata li» ero troppo spaventata. Ma non cedetti.
«Coontinua» balbettai.
«lo vede morto per terra con vicino scritto col suo sangue "Avevo avvisato di non salire"...e sul muro una nuova scritta "Sei salita anche tu". Delia spaventata corre via giù per le scale,ma scivola e cade facendosi molto male. Dietro la porta dove prima si trovava la cucina dell'edificio, Delia trova una lettera che dice "Sono stata presa in giro sulla morte di un mio parente a me caro e anche se andró via da questo mondo saró qui con la mia anima e perseguiteró tutti quelli che oseranno entrare nella mia casa". Delia allora scoppia in un pianto straziante e spaventato.Allora decide di rileggere la lettera...ma le parole erano scomparse...allora decide di fare una preghiera in onore di quest'anima dell'edificio. Dopo aver finito vede l'anima dietro di lei andarsene da quella cosa...dicendole con una voce cupa "Addio...e grazie...adesso va di sopra". Delia va su e trova Connor vivo e vegeto e tornano a casa...ma l'anima é in cerca di un nuovo edificio da infestare... FINE.» scrollò le spalle, io ero terrorizzata.
«Piaciuta?» continuó lei.
«Si-i.» dissi incerta.
«Va bene ho capito,andiamo a dormire.» dicendo cosí. Si mise nel letto accanto lasciandomi sola,con tutte le paure che una semplice bambina di 5 anni possa avere.
Non mi piace la solitudine,quindi decidetti di andar a dormire nel suo letto. Non sapendo che fosse statl uno dell'ultimo episodio assieme. »

*Fine flashback.*
Una lacrima mi scese sul volto,seguita da tante altre,mordendomi il labbro per non singhiozzare. Erano le 12:00,le 12:00 in punto.
Lo notai dal sole. Ma un grande tonfo alla porta ni distrasse da tutto. Sperando solo di trovare John davanti a me.





Spazio autrice.: siamo a 890 visualizzazzioni e questo capitolo ha 1178 parole. è super bello. E sono emozionatissima ad arrivare alle 1000 visualizzioni generali.
Quindi che ne dite di arrivare Hai 1.000 generali e 200 like generali?.
Ve ne sarei grata. Piccoli traguardi!!
Vi lascio leggere,buonanotte ragazze❤
Grazie infinitamente di avermi fatto vivere questo sogno.

Un angelo all'infernoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora