Il primo giorno del diciassettesimo compleanno di Sherlock lui lo festeggiò chiuso in camera, completamente immerso nei suoi pensieri.
Guardava in un punto nel vuoto, sul muro tappezzato di mappe e immagini, collegate con degli strani fili. Quanto tempo ci aveva messo a puntarle, e quanto tempo sprecato, si diceva con amarezza.
Pensava ai giorni precedenti, a tutto quello che in quei mesi aveva cambiato la sua vita.Tutto iniziò un giorno d'estate, mentre Sherlock era in un parco, come suo solito, a guardare i passanti con i suoi occhi azzurri ancora pieni di vita.
Stava li, si sedeva sulla panchina che dava sulla via principale. A volte ci andava con Microft, suo fratello, ma quella volta era da solo, con le gambe elegantemente accavallate, e, sebbene a tutti sembrasse un semplice ragazzo che aspettava qualcuno, o si riposava dopo una giornata di scuola, in realtà la sua mente lavorava a pieno ritmo. Controllava ogni persona che passava sulla strada, di ognuna cercava di capire la storia. E ci riusciva. Vedeva una ragazzina, con una camicetta semplice e dei jeans, e sebbene potesse passare per una semplice bambina di ritorno a casa, lui sapeva che in realtà viveva in una comunità, dormiva con altre dieci ragazze, andava a scuola in bici e era incredibilmente brava ma non molto attenta.
Un altro era un vecchietto con un elegante completo grigio. Aveva un figlio che amava molto, ma che viveva ancora con lui e su moglie, una donna magra con i capelli bianchi. Non aveva nipoti ma ne avrebbe voluti.
Sherlock distolse lo sguardo e controllò l'ora. Erano le 14.07, e lui doveva tornare a casa alle 14.
Si alzò e iniziò a camminare. In lui tutto parlava di sicurezza, il modo in cui camminava, con le mani infilate delle tasche e la schiena dritta. Era un altro motivo per cui metteva in soggezione le persone. Sembrava che sapesse tutto, anche i loro segreti. E, come con il tempo aveva capito, tutti hanno dei segreti che non vogliono essere rivelati.
A un certo punto il suo sguardo cadde su una ragazza raggomitolata a terra, sul marciapiede. Lei alzò la testa e per un attimo i loro sguardi si incontrarono. Stranamente, fu lui ad abbassare lo sguardo, cosa che non succedeva quasi mai. Scosse la testa e si si affrettò per le fredde strade di Londra.