Sherlock si stava incamminando verso casa, mentre all'improvviso tutto divenne nero.
Sherlock si risvegliò qualche ora dopo, con la testa che gli girava e la sensazione di non dover essere li. Era legato su una sedia, in quella che sembrava una vecchia cantina. Le ragnatele pendevano dalle travi e la polvere lo stava facendo tossire.
<<Guarda un po' chi abbiamo qui>> disse una voce.
<<Chi sei, e perché mi hai portato qui>> rispose con calma Sherlock. In realtà era terrorizzato, ma era bravo a nasconderlo. O almeno credeva.
<<Non fare questi giochetti con me, Sherlock. Non penserai sul serio di potermi prendere in giro>> disse la vice divertita
<< Fatti vedere!>>urlò. Dal buio venne fuori un ragazzo pallido, con i capelli corti e degli spiritati occhi neri.
<<Non servirà a niente arrabbiarsi Sherlock. Non costringermi a diventare cattivo>> Disse alzando un dito con disapprovazione.
<<Slegami>>
<<No>> Sherlock stava iniziando ad arrabbiarsi sul serio.
<<Non ti stai comportando da genio. Mi aveva detto che era un genio>> disse rivolto all'oscurità.
<<Con chi stai parlando?>> Sherlock lo sapeva, nel profondo lo sapeva perfettamente chi c'era nascosto nell'ombra. Ma rimase esterrefatto lo stesso quando vide Lisa mettersi alla luce.
<<No...>> mormorò fiebolmente
<<Perché l'hai fatto?>> chiese, senza preoccuparsi di nascondere i propri sentimenti.
<<Dovresti imparare a non fidarti della prima bella ragazza che vedi Sherlock>> Il ragazzo aveva detto qualcosa, ma Sherlock non lo sentí. Lisa sembrava sul punto di piangere, ma cercava di non darlo a vedere.
Lei non era coinvolta. Era solo una vittima. Esattamente come lui. Ne ebbe conferma nel peggiore dei modi.
Lisa si lanciò in avanti, un pezzo di ferro tagliente come coltello, e lo andò a piantare nella pancia del ragazzo.
Poi corse a slegarlo.
<<Lo sapevo che non eri coinvolta, la sapevo>> mormorò Sherlock mentre lei lo tirava su dalla sedia senza rispondere. Sherlock si sentiva stranamente debole.
<<Ha usato un sonnifero. Ci vorrà un po' prima che tu stia meglio>> disse lei mentre se lo caricava in spalle. Corsero via nella notte fino a che non furono abbastanza lontani. E allora Sherlock la baciò. Era sconvolgente, caldo e freddo insieme, con il mondo che si capovolgeva e il cielo che giocava ad acchiapparello con la terra. Ma nulla contava a parte loro due. Rimasero cosí per un po', un'unica persona, abbracciati nel cuore freddo e nebbioso di Londra.
Tornarono a casa e si buttarono sul letto, senza smettere mai di baciarsi.
Il mattino dopo Sherlock non la trovò piú. Andò nel Posto, si mise dove lui e Lisa avevano passato tanto tempo insieme, a condividere idee geniali e stupide, dove era nato il loro amore. Sherlock non si sentí pronto, ma non lo sarebbe stato mai per quello che c'era scritto sul biglietto attaccato al muro.
L'ho uccisa
Moriarty