Una nuova storia

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Sherlock non aveva molti amici. Di solito a scuola stava in un banco in fondo, ad osservare fuori.
Trovava la scuola piuttosto facile, ma poco interessante. Molte cose erano utili, e in quei casi prestava attenzione, ma per il resto gli serviva soltanto per avere del tempo i cui pensare. A cosa poi, non lo sapeva nessuno, a volte neppure lui. Iniziava con un piccolo pensiero, un dettaglio secondario, e all'improvviso si ritrovava con una nuova regola di vita, o una deduzione, o un ricordo che centrava poco o niente.
Fu li, in quei giorni di scuola, in quelle ore dove lasciava vagare la mente, che Sherlock imparò le basi per diventare quello che era diventato.
La campanella lo distolse dai suoi pensieri. Si alzò e prese la sua tracolla. Aveva sempre odiato gli zaini, lui era abituato a camminare dritto, mentre vedeva alcuni suoi compagni completamente curvi sotto il peso dei libri.
All'uscita si fermò ad aspettare suo fratello. Avanzava come al solito al centro di un gruppo di ragazzi, con cui parlava con un tono autoritario.
Non era piú incline di Sherlock a fare amicizia, anzi, se possibile, lo era ancora di meno, e non era neanche bello. Al contrario di Sherlock Microft era grasso, con due piccoli occhi che ti guardavano in un modo che ti avrebbe fatto scattare sull'attenti. Il motivo per cui era al centro dell'attenzione era che sapeva come dirigere un organizzazione, e già dal primo anno ne aveva messa su una per controllare i traffici della scuola.
Il nutrito gruppetto si avvicinò abbastanza perché lui li sentisse.
<<Oggi abbiamo guardato, ma non c'era niente. Ne nell'armadio ne nei cassetti>> disse una voce stridula dalla paura
<<Domani guarderete nelle altre aule, da qualche parte devono esserci.>> Questa era la voce di Microft
<<Ora devo andare>> Nessuno lo salutò mentre si avvicinava a Sherlock.
<<Il tuo gruppo di tirapiedi ha trovato qualcosa>> Chiesi per pura curiosità
<<Niente, ma sono sicuro che il vicepreside non ha preso solo il suo stipendio questo mese>> Effettivamente era possibile, il Vicepreside Parrot non era mai stato molto affidabile.
Tornarono a casa in completo silenzio, nessuno dei due era molto chiacchierone.
Entrati in casa Sherlock salutò velocemente i genitori, due persone normali ma un po' troppo affettuose per i suoi gusti.
Corse in camera sua e si mise a fare svogliatamente i compiti, anche se finiva sempre per pensare alla ragazza sul marciapiede. Chi era? E cosa ci faceva la? Per la prima volta Sherlock non aveva la piú pallida idea di cosa pensare.

Il primo amore di Sherlock HolmesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora