N.A. Avevo detto che avrei postato la seconda parte il giorno dopo, lo so, ma ho avuto problemi. Scusatemi.
Ludovico Einaudi-DivenireLuce. La schiena china sul piano.
Il vento le accarezzava piano i capelli color grano. Così concentrata.
Quella musica faceva parte di lei. Se avessero mai potuta descriverla con una melodia, quella era perfetta. Dita veloci , agili sulla tastiera di quel bianco piano.
Occhi chiusi. Ne era completamente inebriata.
Aveva imparato quella melodia alla tenera di età di 7 anni. Era stata educata alle buone maniere, alla grazia, alla femminilità , al buon gusto e alla musica. Figlia di un ricco imprenditore e di una madre un po' troppo assente, presa com'era dall'apparire. Il piano era stata l'unica cosa che l'avesse davvero fatta sentire libera. Si fermò un attimo avendo sentito uno strano fruscio provenire da fuori la finestra. Si alzo e si diresse verso la finestra guardando fuori. Non c'era nessuno. Si sposto per tornare al piano e risentì lo strano fruscio. Si riaffaccio e stavolta la vide. I ricordi inebriati dall'alcool della notte passata ritornarono alla mente. Era la ragazza con cui aveva passato la notte scorsa.
Si fissarono senza dir una sola parola fino a ché la mora non apri bocca.
-"Io.. mi dispiace di averti fatta spaventare.. Ho sentito la musica e non ho potuto fare a meno di avvicinarmi.."
La bionda rimase in silenzio continuando a fissarla.
I ricordi della notte non facevano altro che scorrergli davanti agli occhi. Ricordo tutto, le sue labbra, le sue tenere mani, le sue parole.
La mora riaprì bocca:
-"Che pezzo era?"
La bionda ritornò in sé.
-"Come scusa?"
-"La canzone.. Qual'è il suo nome?"
Dopo un attimo di esitazione la ragazza dagli occhi color ghiaccio rispose.
-"Divenire.. Ludovico Einaudi"
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Come se fosse vero.
RomanceDue ragazze diverse tra loro. Due storie, due mondi. Tutto si intreccia, tutto si unisce nella complementarità del diverso.