capitolo 4

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Quando mi svegliai, qualche settimana prima delle vacanze di Natale, di certo non mi sarei aspettata una valanga di messaggi da parte di Jules, in cui sclerava perché Bryan l'aveva invitata al ballo della scuola. Della mia scuola.
"Ah, fanno un ballo?" le risposi ancora assonnata. Ignorai la sua risposta, mentre scendevo per raggiungere Miles in cucina.
«Ma tu lo sapevi che adesso a scuola mia si fanno i balli? Sono sconcertata, davvero» lui sorrise, alzando le spalle e porgendomi una tazza di cerali.
«Certo che lo sapevo» ghignò divertito, guardandomi «Lo fanno ogni quattro anni, perché ci sono pochi finanziamenti» spiegò poi, alla mia espressione confusa.
«Tu ci sei stato?» lui annuì, riprendendo a bere il caffè che aveva lasciato in sospeso pochi minuti prima «E com'è stato?» aggiunsi, sperando mi raccontasse qualcosa di interessante.
«Beh, per iniziare il tema era fuoco e ghiaccio, puoi immaginare i colori predominanti» sorrisi, sedendomi per ascoltarlo parlare «Io ci sono andato con Molly, te la ricordi? Quella bionda, un po' mossa di capelli, molto carina» sospirò sorridendo «È stata davvero una bella esperienza. Ci siamo divertiti molto, peccato sia stato l'unico ballo a cui ho partecipato» scosse il capo, alzandosi ed uscendo dalla stanza. Lo guardai triste, mentre saliva le scale «Vuoi che ti accompagni a scuola, oggi?» mi chiese dopo qualche minuto di silenzio.
«Se ne hai voglia» alzai le spalle «Sono in anticipo, posso prendere senza problemi l'autobus» conclusi, raggiungendolo al piano superiore. Lo abbracciai da dietro, sorridendo sul suo collo e lasciandoci dei baci amichevoli. Lui rise, voltandosi per farmi il solletico «No, dai, devo andare a scuola, ricordi?» indietreggiai, deglutendo ripetutamente. Non accennava a fermarsi, così scappai in camera, ridendo.
A scuola ancora non avevano dato l'annuncio ufficiale, però non si parlava d'altro che dell'imminente ballo in maschera. Chiusi l'anta dell'armadietto con uno sbuffo, già stufa di sentirne parlare, e sobbalzai nel trovarmi Sebastian davanti.
«Ci vai con qualcuno?» chiese, serio. Io digrignai i denti, voltandomi ed allontanandomi a passo svelto «Nora!» mi richiamò, fermandomi prendendomi per il polso e stringendolo «Rispondimi: ci vai con qualcuno?» mi divincolai in fretta, con uno sbuffo.
«Non credo ci andrò e basta. Ciao, Sebastian» chiusi subito il discorso, voltandogli le spalle con gli occhi lucidi. Fin da bambina uno dei miei tanti sogni era un ballo, con Sebastian Collins come cavaliere. Ora che potevo averlo, ovviamente, ero io a non volerlo.
«Vienici con me» mi fermai. Nonostante me l'aspettassi, non riuscii a trattenere un mezzo sorriso, che mi salì alle labbra per soli pochi secondi. Quando mi ricordai cosa mi aveva fatto, e che era tranquillamente capace di ripeterlo, sparì subito.
«Te lo puoi, e devi, scordare» risposi secca, con le labbra serrate. Qualcuno si era fermato per origliare, ben poco discretamente, la conversazione.
«Nora, quante volte ancora dovrò giurarti che non ne sapevo niente, e che mai ti farei qualcosa del genere?» me lo sussurrò direttamente all'orecchio, accarezzandomi le braccia. Per pochi secondi riuscì a farmi rilassare e rabbrivvidire, ma poi mi scostai.
«Non saranno mai abbastanza» scossi il capo, allontanandomi in fretta da lì. Mi chiusi in bagno, mentre chiamavo Jules con le mani tremanti. Quando rispose la chiamai con voce rotta «Jules, lui..» singhiozzai, mentre lei provava a farmi parlare, usando il tono più dolce che aveva «Mi ha invitata al ballo. Ed ho detto no» tirai su con il naso, cercando di asciugarmi il volto con le maniche del maglioncino.
«Hai fatto solo bene. tesoro» mi rassicurò gentilmente «E smettila. Uno del genere non merita le tue lacrime, d'accordo?» annuii, anche se non poteva vedermi «Bravissima. Ti vengo a prendere fuori da scuola, ma tu sta tranquilla» mi salutò e chiuse. Restai in bagno per altri pochi minuti, prima di uscire e dirigermi in classe.
«Allora, ragazzi» iniziò la professoressa Martin appena suonato il campanello «Immagino voi sappiate già del ballo scolastico che si terrà il ventitré dicembre, l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze» molti risero ed annuirono, ma l'insegnante li ignorò come spesso faceva «Sarà un ballo in maschera, molto elegante e raffinato. Io personalmente vi consiglio lo stile delle maschere veneziane, sono così affascinanti» sospirò, camminando avanti ed indietro per l'aula «I biglietti saranno disponibili in segreteria la prossima settimana, per chi volesse comprarli già ora. Non che ci speri, ovviamete» guardò la classe con rimprovero «Detto questo, vorrei iniziare la lezione parlandovi di un grande scrittore ottocentesco, che..» e continuò a parlare, anche se ormai nessuno l'ascoltava più.
All'uscita da scuola raggiunsi Jules al cancello a sguardo basso, restando in silenzio e giocando con un sassolino a terra.
«Sto meglio, ora. Grazie comunque per essere qui» sussurrai subito, in risposta al suo sguardo preoccupato «Era il momento, davvero. Sto benissimo» la rassicurai, prendendola a braccetto ed iniziando a dirigermi verso casa.
«Un insensibile» la sentii dire dopo qualche minuto di silenzio «Quel ragazzo è davvero un insensibile» sospirai, annuendo in silenzio «Con che coraggio, poi? Dovrei davvero fare un serio discorsetto a quell'idiota!» sbottò, fermandosi e gesticolando arrabbiata.
«Jules, basta» mormorai stanca, mentre continuava ad insultarlo senza sosta «Basta!» la richiamai, alzando la voce «Davvero, non ne voglio parlare. Finiscila» ripresi a cammianare, in silenzio. Quando lei, timidamente, mi chiese di accompagnarla per prendere il vestito, non potei fare altro che accettare, nonostante la morsa allo stomaco che non mi lasciava.
«Domani?» aggiunse poi, speranzosa. Annuii distratta, fermandomi davanti a casa mia «Ti passo a prendere domattina, allora. Oh Dio, sono così contenta!» trillò, abbracciandomi e allontanandosi poi verso casa sua. Sospirai sonoramente, entrando nella mia. Miles, ovviamente, non c'era, e mi aveva lasciato il pranzo nel microonde. Lo misi a scaldare, sedendomi tristemente al tavolo.
"Ma perché esistono i balli? Sono una cosa così stupida" mi lamentai con Niall "E domani devo accompagnare la mia migliore amica a prendere un vestito per un ballo a cui io non parteciperò. Quanto è ingiusta la vita?" continuai "Tu starai dormendo, o che ne so. Spero ti ricorderai di rispondermi quando ti sveglierai in uno di quei lussuosi alberghi in cui state voi 'vip'" il telefono vibrò pochi secondi dopo.
"Perché non ci vai?" mi mordicchiai il labbro, reprimendo un piccolo sorriso.
"Nessuno mi inviterebbe, e con Sebastian non ci vado nemmeno se mi paga" scossi il capo, prendendo il piatto dal forno e mangiandolo lentamente.
"Sono tutti idioti nella tua scuola" risi, scuotendo il capo "Ora torno a dormire, evita di svegliarmi di nuovo ahah. A domani piccola x"
«Jules, Dio, è il quinto che provi!» piagnucolai «E ti stanno tutti perfettamente!» mi appoggiai allo specchio di fronte al camerino chiuso dove si trovava la mia amica.
«No! Questo mi ingrassa le gambe, non vedi?» aprì la tenda con uno strattone, guardandomi arrabbiata.
«Le gambe non ti si vedono nemmeno con questo» replicai piatta, lanciandole un'occhiata e riprendendo a giocare con il telefono. Scrivevo a Niall, ma non mi rispondeva «Ma immagino che neanche questo ti piaccia, quindi andrò a cercartene un altro» mi allontanai prima che potesse rispondermi. Conoscevo quel suo lato, era davvero insopportabile quando diventava la ragazzina perfetta e viziata. Giravo per i vari scaffali, cercando dei vestiti per lei, quando uno attirò la mia attenzione. Era stupendo, color blu notte e con dei ricami dorati. Me lo stavo già vedendo addosso, prima di ricordare che al ballo non ci sarei andata ed accantonare l'idea anche solo di provarlo. Mi morsi ripetutamente il labbro, allontanandomi in fretta da quella zona.
"Dio, se solo vedessi il vestito che ho appena visto io. Era bellissimo.." mi appoggiai ad una parete, sospiranndo mentre Jules mi correva incontro, sventolando il vestito che aveva scelto di comprare. Annuii a sguardo basso, seguendola alla cassa.
«Tu hai trovato niente?» mi interpellò a bassa voce, porgendo la carta di credito alla cassiera.
«Anche se fosse, al ballo non ci verrei comunque» scrollai le spalle con un sospiro, prendendo la borsa con il suo vestito ed uscendo dal negozio «Qualcosa si, l'ho vista, ma non spendo così tanti soldi per una cosa che non userò mai» aggiunsi, dirigendomi verso l'uscita. Mi accompagnò a casa e mi sorrise, baciandomi la guancia prima di dirigersi verso casa sua. Rientrai, scontrandomi contro Ray che stava uscendo «Oh, ciao!» sorrisi, guardandolo grattarsi in imbarazzo il collo «Cosa ci fai qui?» chiesi subito dopo, scostandomi dalla porta.
«Mah, niente. Ero passato a trovare Miles, così. Speravo ci fossi anche tu, ma..» alzò le spalle. Arrossii leggermente, abbassando lo sguardo. Più ci pensavo, più mi convincevo che avrebbe potuto essere lui il mio cavaliere per il ballo, ma con che coraggio glielo avrei chiesto? Mi schiarii la voce, senza sapere che parole usare. Lui sorrise «Va tutto bene?» annuii velocemente.
«Io.. volevo chiederti, no.. hai impegni il ventuno dicembre? Da noi.. facciamo un ballo, a scuola, e pensavo che..» mi interruppe, appoggiando una mano sul mio braccio.
«Mi dispiace molto, Nora, ma vedi, è periodo d'esami e sarò davvero impegnato a studiare. Scusa» annuii, mormorando un 'capisco' a bassa voce. Lui sorrise comprensivo e mi salutò, per poi uscire chiudendosi la porta alle spalle. Mi appoggiai delusa al muro, guardando il pavimento.
Nei giorni successivi non sentii quasi per niente Niall, nonostante continuassi a scrivergli lui non rispondeva. Probabilmente si era scordato di me ed aveva perso la chat tra le altre milioni, ma non mi preoccupavo più di tanto: ero stata davvero fortunata ad aver ottenuto una sua risposta, ed un rapporto costante per pochi mesi. Non sapevo nemmeno se considerarla un'amicizia, però mi sentivo come se avessi perso davvero un'amico.
"Ei" mi scrisse di punto in bianco, una mattina mentre ero in classe "Se ci sono ancora biglietti in vendita, comprane due" continuò, e senza lasciarmi tempo per rispondere mi mandò un altro messaggio "E mi servono il tuo nome, cognome ed indirizzo, grazie" sgranai gli occhi, boccheggiando a bassa voce. Perché avrei dovuto comprare due biglietti?
"Per cosa?" risposi, scrivendogli poi le informazioni che mi aveva chiesto, sempre più confusa "Spero tu non voglia darle ad un killer professionista, perché io mi fido di te" lui non rispose.
Dopo qualche giorno, quando tornai a casa trovai Miles intento a studiare un grande pacco con il mio nome, dal mittente "Niall Horan".
«E questo?» mi chiese, spostando lo sguardo su di me «Da dove spunta?» esitai, deglutendo ripetutamente.
«Io non..» mi avvicinai, aprendo delicatamente la carta con mani esitanti. Dentro c'era un biglietto:
"Mi raccomando, dovrai essere pronta per le otto e mezzo. N xx"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 27, 2015 ⏰

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