Oltre il muro sta, tua indole insicura e perversa, attraversa il credo dell'io spezzato da punta di diamante, vaga mendicante la tua forza di carta pesta, non resta che il sentimento che cogliesti. Orfano come te. Orfano come tutti.
(Anonimo)
Dusseldorf - Orfanotrio Regenbogen
Sono passati alcuni anni, da quando le sorelle sinistre sono entrate per la prima volta in questo orfanotrofio. Gretel arrivò per prima e dopo due anni venne malvolentieri seguita da Alice. Oggi ne hanno otto e sei di anni.
Sin dal primo giorno in orfanotrofio, i bambini vengono educati al lavoro e a alla disciplina. A occuparsi delle pulizie, infatti, sono proprio gli ospiti. C'è chi si occupa della cucina e chi dei bagni, chi lucida le finestre e chi passa lo straccio a terra.
L'orfanotrofio si trova a decine di metri dal cimitero cittadino da un lato e dall'ospedale psichiatrico dall'altro (non esattamente la migliore delle compagnie). Anni a dietro lì vicino c'erano dei campi dove i bambini potevano falciare erba e giocare con la palla, ma negli ultimi anni la superficie del cimitero è stata molto allargata e la terra libera è diminuita di molto. I bambini lavorano anche in zona facendo pulizia o piccole riparazioni, aiutando nell'assistenza ai disabili, e fabbricando scatole o attaccando perline.
Vanno a scuola direttamente in orfanotrofio, ovvero non hanno la possibilità di interagire con altri bambini e sviluppare capacità di comunicazione anche con bambini esterni all'orfanotrofio, quindi di giocarci. Inoltre, il livello di istruzione in questo istituto è fortemente arretrato rispetto alla media.
A causa di questo isolamento, i bambini sono felicissimi quando vanno in vacanza al mare o in montagna, ricevono regali o partecipano a gite al teatro o al cinema. Una delle feste principali è quella del nuovo anno, che tutti aspettano con impazienza preparandosi con grande anticipo, imparando poesie, canzoni e balli. Particolarmente amate sono le visite di personaggi dello spettacolo o semplicemente di persone di buon cuore che portano vestiti, scarpe e sopratutto giocattoli.
Durante le festività si invita anche chi ha lasciato l'orfanotrofio da tempo: nonostante la durezza della vita in orfanotrofio, per molti di loro quella rimane una casa e ricordano quegli educatori che hanno donato loro un po' d'amore.
L'orfanotrofio Regenbogen, ha un accordo con gli istituti professionali, così dopo la scuola c'è la possibilità di imparare il mestiere di sarta, cuoco, elettricista, muratore e così via. In un modo o nell'altro, al compimento dei diciotto anni i ragazzi escono dall'orfanotrofio pronti ad una vita adulta e indipendente.
Una commissione medica stabilisce il grado di invalidità e di attitudine alla vita nella società. I disabili che non possono lavorare e badare a sé stessi vengono trasferiti in un ospedale psichiatrico per malati cronici, dove rimarranno per sempre... Gli altri vivranno in appartamenti forniti dallo stato, dove divideranno alcune stanze dello stesso appartamento con i loro vecchi compagni.
La direttrice della struttura, Margarete Keyserling, è una donna sui cinquant'anni dai sani principi morali. Severa quanto amorevole nei confronti dei bambini ospiti, è ben vista quanto temuta da tutti. Alice è la cocca di Margarete. Spesso questa signora se la mette sulle ginocchia e inizia a leggerle racconti o poesie di alcuni tra i più celebri scrittori di un tempo andato.
Inutile dire che le sue preferenze volgano agli scritti di Charles Baudelaire, così come a tutti gli scritti dei Decadentisti e Parnassiani, fino ad arrivare agli Scapigliati italiani.
Alice, apprese in futuro la sua passione per la lettura proprio in quegli anni passati all'orfanotrofio. Ogni sera prima di andare a dormire, Margarete la chiamava a se e leggeva lei, sempre qualcosa di diverso.
Alice, è molto affezionata a Margarete anche se non oserà mai chiamarla madre. Questa signora soffre d'insonnia ed è anche per questo che la compagnia della piccola, l'aiuta a non passare parte della nottata in solitudine.
Margarete Keyserling non è sposata. Non lo è stata mai. Lei ha sempre e solo voluto avere dei bambini, ma mai un compagno o un marito. Adesso che li ha, tutto il resto non ha nessuna importanza.
"Gli uomini fanno solo soffrire." Ripete ogni giorno ad Alice.
"Il sesso maschile è come una brutta malattia. Ti scava da dentro svuotandoti per poi guardarti morire." Continua a ripetere a chiunque, con un odio tale da far paura a chi l'ascolta.
La direttrice del Regenbogen, ha senza dubbio sofferto per amore in passato e questo l'ha resa più forte, più attenta ai pericoli della vita, più fragile...
Quando Alice non è con lei, se ne sta in piedi sul suo letto a scarabocchiare la parete che vi confina. Disegna, scrive, colora.
Non è molto socievole con gli altri bambini dell'orfanotrofio, parla solo con sua sorella Gretel.
"Lei è cattiva e muta." Le dicono gli altri bambini, ma a lei non sembra importare. Sembra non aver udito, alle parole di quelle offese ingiustificate o, quantomeno, dettate da un comportamento sociale abbastanza comune.
A lei non va semplicemente di parlare, ma la sua mente... Se solo fosse la sua mente a parlare. Un mondo si aprirebbe agli occhi di quei bambini così soli quanto superficiali. Un mondo oscuro quanto limpido. Ricco di speranza e allo stesso tempo nero come il petrolio, ma non come il suo valore. Un mondo troppo grande per una bambina della sua età. Un mondo che ancora non le appartiene, ma che freme di modellare con quelle sue mani così frenetiche. Mani sempre occupate a fare qualcosa.
Disegna spesso scene di morte, il suo colore preferito è il rosso e scrive spesso versi o citazioni dei poeti imparati a memoria durante le sue letture con la direttrice.
Alice è la bambina più amata dagli adulti presenti, in quanto anche la più problematica. Gretel, sua sorella invece, vorrebbe spesso giocare con gli altri bambini, ma ad ogni sguardo della sorella minore abbassa il suo allontanandosi da loro. Ci gioca di nascosto dalla sorella. Ha paura di lei. Ha paura di quei suoi occhi così profondi. Così vivi da voler chiamare la morte a se.
Gretel ama sua sorella e non farebbe mai nulla che possa farla soffrire, una sofferenza, che in qualunque istituto del genere che porta il nome di "orfanotrofio", passa a fianco di quei bambini incrociando il suo sguardo con depressione, infelicità e paura dell'ignoto.
L'orfanotrofio della ragione ha un segreto. Come tutti gli altri orfanotrofi del mondo ha un segreto enorme. Enorme quanto la più grande delle ingiustizie.
Il suo segreto è semplice quanto illogico. Quello di non aver nessuna ragione di esistere.
Nessun bambino dovrebbe esistervi all'interno di esso.
Nessun bambino merita nessun orfanotrofio.
Come sempre accade, è l'uomo che abbandona i bambini, dimenticandosi, che una volta è stato bambino anche lui...
Si abbandona per paura, per necessità, per egoismo, per minaccia, per amore del bambino stesso.
Si abbandona...
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Sisters of Mercy - Genesi
General FictionSecondo e ultimo Volume della serie Sisters of Mercy Come nacque il "mito" delle sorelle sinistre e le loro origini. Verrà raccontato tutto quello che porterà Alice e Gretel a diventare quello che furono. "Io vi mando come pecore in mezz...