Come curare la morte

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"Esisterà qualche altra strada oltre a quella della mente?"

                               (Silvya Plath)

Basta crederci. Sta a noi decidere come leggere la frase.

Alice e Gretel smisero di credere in un futuro. Si chiusero in quel presente che le trascinava in un vortice senza ritorno.

Ormai coscienti del loro erotismo e della loro fame, iniziarono a orientarsi verso qualcosa che le iniziò ad eccitare ancora di più: la morte.

Quale potere più grande di dare la morte esiste?

Spesso si usa dire "togliere la vita". Ma per loro la morte, era solo un inizio e una fine. Non avendola mai realmente vissuta un vita, come fare ad amarla?.

Questa figura oscura e affascinante quale la morte invece, le accarezzava e cullava fin da bambine. Così fiera e padrona, entrò nelle loro piccole teste di bambine, ricche di un enorme immaginazione e conquistava loro i pensieri e quel cuore freddo che solo raramente qualcuno scaldava e coccolava.

Le sorelle sinistre, iniziarono con il fare strani scherzi ai loro compagni di sventure del Regenbogen.

Una volta misero dell'olio sotto le scarpe di un ragazzo, e questo cadendo, sbatté la testa contro il comodino aprendosi il cranio. Se la cavò con tre punti e tanta paura. Non era uno scherzo, volevano ucciderlo. Volevano vedere cosa si provasse ad uccidere qualcuno. A vederlo morto davanti gli occhi. Sarebbe forse stato come in un videogioco, con l'unica differenza che sarebbe stato più macabro, reale e appiccicaticcio. Appiccicoso come quel sangue giovane che si incastrò sotto le loro suole delle scarpe e di cui Alice, ci si bagnò le mani giocandoci curiosa.

Alla vista di quel sangue non provarono impressione ne orrore. A loro piaceva quel colore così invitante.

Fu quell'esatto giorno, che Margareta dopo averle sgridate brutalmente per via dello sciocco gesto, le diede in "affido" ad un amico in comune suo e di Mr. Grape, un certo Signor Nessuno, e ne consigliò loro l'addestramento. Erano finalmente pronte.

Tre volte la settimana, lasciavano l'orfanotrofio di nascosto per dirigersi in una località sconosciuta e allenarsi addestrandosi. Insegnarono loro tecniche assassine e a loro questo piacque molto. Impararono come uccidere le persone, furono capaci di decidere se farle soffrire oppure se eliminarle nel silenzio più assoluto. Conobbero tecniche di combattimento e sopravvivenza. Divennero quello che in un futuro non troppo lontano furono: due assassine professioniste.

Per loro far morire era una cura. Donare la morte, era l'unica soluzione che vedevano per curare ferite o turbe profonde di determinati soggetti, quali: odio, razzismo, violenze, stupri, e via dicendo.

Uccidevano chi uccideva, torturavano chi torturava, e come nel controsenso più assoluto, si caricavano sulla coscienza questo pesante fagotto, adempiendo così, a quello che secondo loro, la giustizia divina tralasciava.

Alice e Gretel appena adolescenti, scoprirono molto più di quanto due bambine della loro età avrebbero dovuto conoscere. Furono pronte a entrare in campo e così, di iniziare la loro carriera criminale. All'età di sedici e diciotto anni, iniziarono a fare esperienza su personaggi spregevoli di piccolo grado. A loro piacque molto questo nuovo "gioco".

Finalmente potevano dare la morte.

Finalmente potevano riversare su queste persone malvagie, la loro malvagità.


Durante questi primi mesi di pratica, uccisero da subito molte persone per conto di Mr.Grape, questa figura, che però mai videro direttamente. 

Lui, si limitava a passare loro il denaro per i compiti svolti. All'inizio solo poche migliaia di euro ciascuna, ma nel tempo, divennero molti più soldi. 

Aveva in contatto personaggi molto importanti e potenti, persone stufe dello schifo nel mondo. Gente che gli passava questo Signor Nessuno e che lui non riferiva mai le loro generalità alle due sorelle. Del resto, nemmeno importava loro sapere chi fossero. A loro importava solo uccidere, sporcarsi con il sangue di quei balordi e spendere i loro soldi in libri e arredamento per la casa. 

Non amavano molto i vestiti, fosse stato per loro, sarebbero rimaste prettamente e perennemente nude e a piedi scalzi tutta la vita. Le faceva sentire libere la loro nudità. Le faceva sentire finalmente lontane da quegli standard comuni che da sempre odiavano.


"La gente porta solo confusione. Confonde le menti e le distorce. Contrabbanda quelle idee mosce e ne uccide la libertà di pensiero che ognuno di noi sente nascere spontanee. Importa i loro punti di vista e le loro idee massacrando il pensiero libero fino a trasformarlo in qualcosa di già visto, detto e fatto. La gente si veste per vergogna di stare nudi, mentre una volta ci si vestiva solo per proteggersi dal freddo. La gente pensa di avere sempre la ragione dalla loro parte, ma è una ragione scostumata, fittizia e più finta del loro mediocre buonismo. Più malsano del loro essere bigotti davanti alla fantasia altrui. Criticandola e disprezzandola per il solo movente di essere diversa dalla loro. Ma allora cos'è giusto o sbagliato? Dove sta la verità se mai ve ne fosse? Solo la morte è reale. Solo lei si tocca con mano. Solo lei resta sempre fedele e non tarda mai ad un appuntamento. La morte si cura da sola. La morte non ha bisogno della vita, la morte è antagonista alla vita. Come davanti ad una scacchiera già apparecchiata e pronta a darci le nostre ultime possibilità di salvezza.

Siamo noi a scegliere cosa vogliamo essere, se Re o pedine, alfieri o torri. Solo noi possiamo deciderlo. E quando saremo pronti ad incontrare la morte, sarà lei a dirci se le nostre scelte sono state ponderate o meno, ma fino ad allora, disprezzerò con tutta me stessa tutte quelle persone che vogliono darmi lezioni di vita. Non accetto consigli da chi non sa dove sia la vera ragione. Non accetto lezioni imparate a memoria. Non accetto chi sulla vita crede di saperne tutto. Non accetto semplicemente la vita.

Io amo la morte e disprezzo la vita." 

                                                                       -Pensieri di una Puttana.- ( Alice e basta)




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