37.

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Ultimamente va tutto male: Ignazio ed io continuiamo a litigare perché a lui da fastidio che io continuo a parlare con -J , che tra l'altro non mi scrive da qualche giorno. Quel ragazzo lo sento così vicino a me, capisce quando sto mentendo e riesce subito a farmi sorridere, quasi come se mi conoscesse da sempre e non so come fa, nemmeno Ignazio ci è mai riuscito.
Ad interrompere i miei pensieri fu la suoneria del telefono: sette nuovi messaggi.

Da: Ignazio.

Mi manchi. 16.37

Io ti manco? 16.37

Rispondi. 16.45

No, non ti manco. 16.52

Quello è diventato più importante di me? 16.53

Alla fine ci è riuscito, adesso può averti. 16.53

Mi sono comportato da coglione con te, non meritavi di essere trattata in quel modo e hai fatto bene a lasciarmi. Hai bisogno di qualcuno che ti tratti come meriti davvero, perché io ora come ora sarei solo capace di farti soffrire e non voglio che tu stia male ancora. 17.25

A: Ignazio.

Se tra di noi è andata a finire così non è per colpa di quel ragazzo, quindi prenditela con te stesso, non con lui.
Hai ragione, merito di meglio, ma sai una cosa? Quel "meglio" saresti potuto essere tu, eppure hai preferito giocare con me e ora che ti ho lasciato ti rendi conto di aver sbagliato? Troppo facile così.
Dimenticami e vai avanti. Io ci riuscirò e dovrai farlo anche tu, perché nemmeno io voglio star male ancora. 18.01

E in quel momento mi sarebbe tanto piaciuto parlare con quell'anonimo, spiegargli la situazione per poi ridere alle battute stupide che mi avrebbe fatto, ma lui non c'era, cosi presi le cuffie, il telefono e le chiavi di casa ed uscii, diretta alla mia collinetta, magari potrei trovarci Piero.
Già, Piero.
Io e lui siamo diventati davvero ottimi amici: è una persona fantastica, con lui mi diverto sempre tantissimo e quando magari mi sento un po giù riesce subito a capirlo e a tirarmi su il morale, un po come J.

Sono appena arrivata alla collinetta ma Piero non c'è, così decido di chiamarlo.
"Pronto?" la sua voce risulta più roca, come se si fosse appena svegliato.
"Piero sono Jess, disturbo?" chedo titubante.
"Macchè, dimmi pure."
"No niente, è solo che sono appena arrivata alla collinetta e mi chiedevo se ti andava di fare un giro in città."
"Dammi dieci minuti e sono da te." Risponde Piero per poi attaccare.
Sorrido, perché è sempre così dolce con me, e io lo adoro ogni giorno di più.

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