Brasov, Transilvania, Romania - ore 23:30.
Era da poco iniziato Dicembre e le strade di Brasov erano già ricoperte da uno spesso strato di neve, si sentiva solo il vento ululare tra le foglie degli enormi alberi della stradina, poco lontana dal famoso castello di Bran, meglio conosciuto come il "Castello di Dracula". Non c'era quasi nessuno in strada, a quell'ora le persone del posto tornavano alle loro dolci case per riposarsi dopo una lunga giornata di lavoro. Tutti tranne un ragazzo, Iohan.
Iohan, un ragazzo di quasi diciannove anni, era intento a vestirsi velocemente, era il suo ultimo cliente, per quella notte aveva finito, aveva guadagnato abbastanza. L'uomo sulla cinquantina gli sorrise, dicendogli subito dopo: "Sei stato davvero... bravo."
Iohan lo guardò disgustato, non rispose, semplicemente scese dalla macchina, rabbrividì per il freddo e, stringendo le braccia contro il petto, si incamminò verso casa sua.
Non era molto lontana, doveva solo tornare indietro e dopo due stradine sarebbe arrivato. Prese le chiavi dalla tasca del suo pantalone sdrucito, diede una lieve spinta alla porta che, troppo arrugginita, si bloccava. Entrò e venne subito investito dall'odore di chiuso e di muffa. Quella casa era vecchissima e necessitava di essere ridipinta e soprattutto di rifare il pavimento pieno di mattonelle rotte o peggio ancora saltate completamente.Iohan viveva solo da circa tre anni, aveva perso entrambi i genitori, sua madre era morta quando aveva solo dieci anni a causa di un incidente stradale mentre stava per iniziare il suo solito turno di lavoro in ospedale. A sedici anni, invece, perse il padre che aveva deciso di lasciare andare i suoi dispiaceri nell'alcool. La fabbrica in cui lavorava non poteva più pagare i dipendenti così su padre, insieme ad altre quindici persone, venne licenziato e quando a questo si aggiunse la perdita della moglie, la situazione andò sempre peggiorando. Si dimenticò del figlio, c'era solo la sua bottiglia di liquore a fargli compagnia, a farlo cadere pian piano in un eterno oblio. Nonostante questo, Iohan non odiò mai il padre per non essergli rimasto accanto, anzi, si incolpò per non essere stato un buon figlio, per non aver saputo salvargli la vita e ora che era solo, i suoi genitori gli mancavano terribilmente. Gli mancavano le cene anche se non abbondanti in famiglia, gli mancavano le rare uscite insieme a loro e gli mancava perfino litigarci per poi riappacificarsi subito dopo.
Così si era ritrovato da quasi tre anni in una casa vuota, sudicia e vecchia. Aveva abbandonato gli studi e per guadagnare qualcosa aveva venduto tutti i suoi libri di testo e altre cose che non gli sarebbero più servite, poi aveva cercato qualche lavoretto da fare, ne faceva parecchi e diversi tra loro.Uno di questi era prostituirsi, ovvero quello che aveva appena finito di fare nella macchina di quell'uomo. Era disgustato da se stesso per ciò che si costringeva a fare ma non c'era altro modo, gli altri lavori non gli davano abbastanza per vivere. Le cose da pagare erano tantissime: tasse, bollette, alimenti... raramente comprava qualcosa di nuovo da indossare, il più delle volte di seconda mano. Sembrava strano, visto che Brasov non era una città povera, anzi godeva di gran turismo e grandi industrie ma oltre a quelle famiglie benestanti, c'era una piccola percentuale di persone che viveva nelle stesse condizioni di Iohan.
Col tempo Iohan era diventato un ragazzo molto chiuso, o meglio, a lui piaceva molto parlare, confidarsi con qualcuno, scherzarci o uscirci insieme ma era proprio quello il punto... Iohan non aveva qualcuno, anche se in molti lo notavano.Alla fine era un bel ragazzo e non passava inosservato alle persone che incrociava per strada, uomini o donne che fossero. Era gentile, disponibile e se qualcuno aveva occasione di conoscerlo, magari durante uno dei suoi lavori diurni, si trovava a pensare che non sarebbe stato male averlo come amico. Di tutto questo, però, Iohan non se ne accorgeva, troppo preso dal disgusto che provava per se stesso e soprattutto dalla paura che le persone, una volta scoperto quello che faceva di notte, lo potessero giudicare come una persona superficiale, inutile, non sapendo però che non era assolutamente così. Iohan dava tanto, aveva tanto.
Si spogliò e indossò un qualcosa che si avvicinasse ad un pigiama, si inginocchiò vicino al proprio letto e rivolse un pensiero ai proprio genitori. Ci parlava, raccontava ogni sera la propria giornata, confidava le sue paure o quei suoi sogni impossibili, poi si asciugava quelle lacrime amare che scendevano solitamente dal suo viso e si metteva finalmente a letto, lasciandosi andare alle braccia di Morfeo.
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Remember a night of shooting stars ✷ Tematica gay.
RomansaQuante volte ci chiediamo come incontreremo la nostra anima gemella, quanto intenso e forte sarà quell'amore o ancora, quante volte invece ci convinciamo di non meritare nulla, di essere un totale fallimento. Iohan era esattamente quel tipo di pers...