La fuga

222 12 0
                                    

Si trovarono dall'altra parte, su una spiaggia di sabbia bianca e finissima, completamente deserta, bagnata da acqua cristallina.

- Perché mi hai seguita?- chiese lei voltandosi di scatto con voce scocciata.

- Posso aiutarti. - disse semplicemente lui.

- Tu? Novellino? Non sono una balia. - rise lei amara.

- Sono un mezzo mago Fire. Cresciuto con loro. -

- Lo sai quindi. Mi risparmi del lavoro. Sparisci ora. Se davvero sei un mago puoi crearti un portale da solo. -

- No. -

La ragazza perse la pazienza e lo attaccò all'improvviso atterrandolo all'istante.

- Come potresti aiutarmi tu? Mi servono combattenti e decisamente tu non lo sei maghetto. - lo schernì.

- Sei un impiccio e te lo ripeto un'ultima volta: sparisci. -

- Dove sei finita Fire? - sussurrò lui mentre l'altra iniziava ad incamminarsi a passo svelto lasciandolo indietro.

Dopo mezz'ora raggiunse una piccola casa di legno, si voltò e vide Raphael arrancare per seguirla, alzò gli occhi al cielo e bussò.

- Chi è? - una voce femminile risuonò dall'interno.

- Sono Fire. Sto cercando Amalia e Nadir. - la porta si aprì di colpo e due paia di braccia la tirarono dentro stringendola affettuosamente.

La donna, alta e formosa, aveva lunghi capelli biondi e gli occhi indaco, la pelle abbronzata; lui invece, alto e muscoloso, aveva la pelle candida che risaltava contro i capelli scuri che contrastavano anche gli occhi cristallini. Vestivano entrambi abiti di lino grezzo.

Abitavano nella piccola abitazione tutta in legno, tenuta calda da un caminetto improvvisato, il pavimento era ricoperto di morbide coperte, in un angolo c'era un piccolo tavolo mentre a quell'opposto un letto di modeste dimensioni. L'insieme era semplice e accogliente.

Si sedettero per terra e rimasero a fissare Fire per qualche istante in silenzio.

- Cosa ti è successo piccola? - chiese Amalia.

- Un'imboscata ma non è per questo che sono qui. -

- Lo sappiamo, immagino che una semplice lotta andata male non ti avrebbe portato da noi, cosa devi dirci? - intervenne Nadir.

- I contatti sono ancora proibiti vero? - chiese a sua volta la donna.

- Sì, dobbiamo isolare la casa. Mi hanno seguita. -

Si alzarono mettendosi in cerchio rivolti verso i muri e disegnarono dei simboli in aria.

- Ora è silente. Cosa devi dirci? -

- Rein è vivo. - rispose lei.

- Non può essere, lo hai visto tu stessa. - ribatté Nadir con tono convinto.

- Non sarei qui se non ne avessi le prove. -

- E dove sarebbe stato tutto questo tempo? -

- Dei demoni lo hanno rapito, ucciso un umano e usato uno stregone che gli facesse prendere le sue sembianze. Devono avere un mago tra loro, cosa innaturale visto la guerra che si sta preparando. -

- I Cacciatori cosa faranno? Cosa dice Damon? -

- Assolutamente nulla. Non muoveranno un dito, mentre io ho già deciso da che parte starò. Da quella di Rein. E ho bisogno di voi. Combatterete? -

I due si guardarono in silenzio per poi rivolgersi nuovamente alla giovane.

- Certo che combatteremo, è di Rein che stiamo parlando. - rispose infine Nadir.

- Devo contattare un mio amico stregone e recuperare delle armi. Tornerò fra una settimana, sperando che Damon non mi crei problemi.-

Detto questo, uscì.

- Perché sei venuta qui? DI chi è questa casa? - Raphael la accolse con un sacco di domande.

- Non sono affari tuoi. - disse lei, creò un portale e ce lo spinse dentro seguendolo a sua volta, stavano tornando a scuola.

- Fire! -
- Sì professor Damon?-
- Vi voglio nel mio ufficio. Subito. -
Una volta entrati nella stanza di sedette dicendo ai due di fare lo stesso.
- Sto bene in piedi. - ribatté Fire mentre Raphael si sedeva.
- Dove sei stata? -
- Chiedilo a lui. È per questo che mi hai fatta seguire no? -
- Fire... -
- Avrei da fare quindi ci sbrighiamo? -
- Raphael? -
- Siamo arrivati in una spiaggia, è entrata in una casa di legno. -
- Fire. Sai che che i contatti con i Cacciatori esiliati è vietato. Soprattutto con quelli in esilio spontaneo. -
- Credevo fosse giusto che sapessero della possibilità che il loro unico figlio sia vivo. Non chiederò scusa per questo. -
- Sei sollevata da ogni incarico fino a nuovo ordine. Dammi le chiavi dell'armeria. -
- Non puoi! -
- Dov'è finito il rispetto che mi devi come professore? -
- Dov'è finita la comprensione che mi devi in quanto mentore e fratello? -
Raphael li guardava litigare stupito.
- Dammi la chiave. E poi vai in camera tua. Finché non ti dirò che potrai uscire starai lì. Raphael ti porterà da mangiare. Il prossimo passo è la cella. In questo ufficio sei una Cacciatrice come gli altri. -
- Bene. Vi auguro una fantastica serata professore. - Fire sbatté la chiave sulla scrivania e se ne andò.
- Fire aspetta! - la richiamò Raphael.
- Puoi andare al diavolo! - rispose lei senza voltarsi una volta arrivata alla porta della camera, entrò e si chiuse dentro a chiave.
Prese un libro dalla mensola e iniziò a sfogliarlo rapidamente.
- Eccolo! - sulla pagina era scritto in lettere maiuscole "Agored" con una chiave orizzontale subito sotto, la pagina era fitta di scritte in una lingua sconosciuta e in fondo un simbolo: una "F" maiuscola rovesciata.
Fire chiuse a chiave un cassetto e la appoggiò sulla scrivania, disegnò il simbolo sulla serratura.
- Agorwch y drws - recitò, il buco della serratura si illuminò debolmente e questa scattò.
- Bene. - disse soddisfatta.
Aprì la finestra lasciandola accostata, ridisegnò lo stesso simbolo recitando: -
Caewch y ffenestr - e questa si chiuse.
- Fantastico! -
Si fece una lunga doccia e una volta uscita indossò la tenuta da Caccia, prese un borsone nero vuoto e se lo caricò in spalla.
Fuori era buio, aprì la finestra e si accovacciò sul davanzale richiudendola.
Saltò giù e attraversò la piazza dirigendosi verso l'ufficio del fratello.
- Agorwch y drws - disse e la porta si aprì, fece la stessa cosa con il cassetto dove Damon aveva posto la sua chiave, la prese e uscì richiudendo tutto.
Si appostò fuori dall'armeria e quando la guardia le diede le spalle la colpi in testa per poi aprire la porta ed entrare.
Buttò nel borsone diverse armi: pugnali, archi, frecce, balestre, spade e un paio di armi da fuoco.
Chiuse tutto e uscì in silenzio, si arrampicò sul muro di cinta e saltò dall'altra parte: era fuori.
Aveva mezz'ora prima del cambio della guardia, momento in cui si sarebbero accorti dell'altra svenuta e che era scappata, doveva allontanarsi il più velocemente possibile.
Si mise a correre.

HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora