Arrivati nella grande stanza si appoggiarono al muro di fondo con lo sguardo rivolto alla pedana dalla parte opposta dove salì Damon poco dopo, per la prima volta dopo tanto tempo in tenuta da battaglia blu notte, in tinta con gli occhi arrabbiati.
- Si è appena svegliato, non si è nemmeno fatto la barba.- disse sorridendo Fire vedendo i capelli neri spettinati e la barba che ombreggiava il mento e la mascella squadrata.
- Silenzio.- disse l'uomo con voce ferma e il vociare che riempiva la stanza si spense bruscamente.
- Ieri mattina c'è stata un'intrusione nell'armeria e sono sparite delle armi. So che non è stato nessuno di voi, ovviamente, non avrebbe avuo senso visto che venite riforniti senza problemi. Ciò vuol dire che qualcuno, non Cacciatore, ha superato le nostre barriere. Non andate in giro disarmati e se vedete qualcosa di strano venite a riferirmelo subito, a qualsiasi ora.-
Una mano si alzò in mezzo alla sala.
- Sì?-
- Qualcuno lo ha visto?-
- La professoressa Victoria ha visto un ragazzo con i vestiti laceri e i capelli neri, ma era di spalle e solo di sfuggita. Ora potete andare.-
- Rein.- mormorò fra sé e sé Fire.
- Cosa?-
- Niente Raph. Devo parlare con Damon.-
Mentre gli altri uscivano si fece largo fra la folla fino a raggiungere il fratello.
- Che armi mancano?- gli chiese.
- Fir...-
- Anzi aspetta, fammi indovinare: quattro pugnali, una spada ed un fodero per agganciarla sulla schiena. Giusto?-
- Come lo sai?-
- Non ha importanza, devo andare!- corse in camera seguita da Damon e Raphael.Si bloccò di colpo in mezzo alla stanza quando si rese conto che al posto della collana era appesa una busta.
- Uscite di qui.- disse fredda senza voltarsi.
- Non finché non mi dirai come facevi a saperlo.-
- Fuori!- gridò voltandosi a guardarli, gli occhi neri dalla rabbia.
- Raphael esci, è pericolosa.- gli disse Damon, poi si girò verso la sorella.
- Fire, calmati.- sussurrò gentilmente.
- Vai via.-
- Non ti lascio sola in queste condizioni.- la voce era dolce e si avvicinò con cautela a lei.
- Ti prego...- la convinzione della ragazza stava crollando e gli occhi tornarono normali, così Damon colmò la distanza che li separava e l'abbracciò.
- Erano le armi che prendeva Rein prima di una battuta, manca il suo ciondolo e al suo posto c'è una lettera.- disse piano lei indicando la busta.
- Rein è morto.-
- Lo so! L'ho trovato io.- gridò frustrata. – Ma io l'ho visto! E Regina... le fate non possono mentire e ha detto che crede sia vivo.-
- Quando hai parlato con Regina?- chiese lui con tono accusatorio.
- Oh, cosa te ne frega?!-
- Le fate, Fire, non mentono hai ragione. Le fate giocano con le parole e sono incredibilmente pericolose.-
- Non avrebbe potuto dirlo se non ci avesse creduto davvero Damon e se ci crede lei perché non posso crederci anche io? O almeno sperarlo?- le s'incrinò la voce.
- Leggi la lettera.- le consigliò calmandosi e porgendogliela.
- Non credo...- rispose lei senza guardarla.
- Fire se davvero l'avesse scritta lui e avesse bisogno di te?-
Questa frase sembrò smuoverla e prese la lettera rigirandosela fra le mani: c'era un sigillo di ceralacca e vedendo la forma del timbro, un drago, le vennero le lacrime agli occhi.
- Lo riconosci?-
- Sì, dopo la morte dei nostri genitori mi portarono qui e le uniche cose che riuscii a salvare furono un libro di favole, della carta da lettere e della ceralacca blu. Rein mi aveva vista fonderla con la magia, aveva dodici anni, ero terrorizzata che potesse raccontarlo a qualcuno, invece mi chiese da quanto tempo non uscissi da questo posto, due mesi se vuoi saperlo, così mi portò a comprare quel timbro e lo usammo per sigillare una busta che conteneva un foglio in cui giurava che non lo avrebbe mai detto a nessuno.- spiegò sfiorando la cera con la punta delle dita, poi lo ruppe e tirando fuori la lettera si sedette sul letto."Ciao bimba,
ho scritto mille volte nella mia mente questa lettera senza mai sapere come iniziare.
Non sono morto, ovviamente visto che ti scrivo, e ora ti spiego cos'è successo davvero.
Quel giorno ti avevo chiesto di venire al parco perché avevo scoperto che il nuovo professore, Damon, è tuo fratello (non ho tempo di spiegarti anche questo, vai da lui).
Ho capito troppo tardi che me lo avevano fatto scoprire per attirarti fuori dalla struttura e ucciderti.
Dei demoni mi hanno rapito, hanno trasformato in me e ucciso un umano per fartelo trovare.
Pensavano saresti impazzita dal dolore, che la cosa ti avrebbe fatta crollare, nel migliore dei casi anche suicidare, nel peggiore una facile preda: si sbagliavano.
Mi hanno tenuto in vita per ricattarti una volta iniziata la guerra se il loro piano fosse andato in fumo: hanno paura di te, una strega cacciatrice è pericolosa per dei demoni che vogliono annientare gli stregoni.
Sono riuscito a racimolare abbastanza energia per creare una proiezione grazie all'anello che mi avevi dato, ho preso delle armi, ti ho lasciato questa lettera e per caso sono passato davanti all'ufficio di tuo fratello.
Eri sdraiata sul divano, pallida, immobile e con i vestiti inzuppati di sangue, ho pensato fossi morta, ma poi hai spalancato quegli occhioni verdi e mi hai fissato. In quel momento ho ripreso a respirare: sei la mia bimba, non puoi morire. Devi smetterla di lanciarti a capofitto nelle situazioni più pericolose, la tua vita ha un valore, capiscilo. E se non vuoi farlo per te, fallo per me: ho bisogno che tu viva, Fire, ho bisogno che tu venga a salvarmi nipote di Lilith.
Che io sappia lei è all'oscuro di tutto o perlomeno non è d'accordo, i demoni la temono soprattutto Abbadon. Sono nel suo palazzo e mi usa come servitore per cui sono riuscito ad ascoltare ciò che so, so anche che i vampiri non c'entrano con l'imboscata, ha organizzato tutto lui e obbligato dei vampiri che aveva prigionieri.
Devo andare ora, ti voglio bene bimba.Rein"
Appallottolò la lettera e questa prese fuoco nella sua mano.
- Cosa c'era scritto?- le chiese Damon.
- Non ti riguarda, sappi solo che era lui l'intruso: è vivo e farò tutto ciò che è in mio potere per riportarlo a casa.-
- Sono responsabile di ciò che fanno i miei cacciatori.-
- Sì, ma non di ciò che fanno le streghe. Puoi cacciarmi, ma non puoi togliermi i miei poteri o la mia abilità con le armi.-
- Spero di non doverlo fare sorellina, ma se servirà non esiterò. E se dovessi diventare un pericolo per i Cacciatori dovrò ucciderti. Lo sai vero?-
- Lo so, ma tu sai benissimo che non ci riuscirai.- gli rispose uscendo.
- Dove stai andando?-
- A fare ciò che devo.- disse senza fermarsi.
- Professore?- chiamò Raphael rientrando.
- Sì, Raphael?-
- Pratico la magia da quando sono nato, non è vero che non so cosa sono.-
- Lo so.-
- Come?-
- Riconosco le bugie e la tua mi era utile per tenerla fuori dai guai.-
- Non ha funzionato.-
- No, infatti. Seguila.-
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Hunter
FantasyFire è una cacciatrice, una ragazza di diciotto anni che ha avuto una vita normale, se così si può definire. Tutto però sta per cambiare: alla Scuola è arrivato un nuovo ragazzo che scoprirà il suo segreto e fatti che accadono dopo il suo arrivo la...