Nuovi incontri, vecchie conoscenze

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Mentre camminava per raggiungere la sua classe, Fire sentì un tonfo seguito da altri più deboli proveniente dalla biblioteca sul piano.
Tornò indietro a vedere cosa fosse successo, tanto ritardo per ritardo tanto valeva dar retta alla curiosità, affacciandosi alla porta della stanza vide un ragazzo che reggeva con una mano una mensola da cui erano caduti i libri e con l'altra si premeva sulla tempia, dalle dita uscivano piccoli rivoletti di sangue.
L'acqua sporca di sangue.
Chiuse gli occhi per scacciare il ricordo e andò a togliere la mensola in bilico appoggiandola per terra.
- Tutto okay? Fammi vedere il taglio.- chiese spostando la mano del ragazzo per guardare, intanto lui la fissava sorpreso.
Era alto e asciutto, ma dal fisico atletico, i capelli biondi ricadevano disordinati sulla fronte, non troppo lunghi, le labbra sottili e gli occhi grigi sembravano avere pagliuzze lilla all'interno. La carnagione pallida era messa in risalto dai vestiti scuri, polo e jeans, ma non era bianco malaticcio, anzi, probabilmente nessun altra tonalità di carnagione si sarebbe sposata con quegli occhi così particolari.
- Ohi? Rispondimi! Tutto okay? Ti gira la testa? Hai un bel taglio.-
- Sì, tutto okay. Brucia un po'. No, non mi gira la testa.- rispose come un automa.
- Bene, allora vieni in corridoio, così posso andare a prendere il disinfettante e la garza senza dovermi preoccupare che tu ti possa uccidere.- gli disse sorridendo scarabocchiando su un foglietto qualcosa che legò al collare di un gatto dicendo di portarlo alla Cast, la professoressa di demonologia.
- Non mi guardare come se fossi pazza, uccidiamo esseri soprannaturali, direi che questa è la cosa più normale che vedrai, scusa ma sei nuovo?- esclamò quando vide gli occhi sgranati di lui andare da lei al gatto.
- Appena arrivato. Stavo cercando la mia classe.-
- Fantastico! E quale sarebbe di grazia?-
- 1L, perché?-
- Luna!- chiamò scarabocchiando su un altro foglietto.
La gatta nera tornò indietro.
- Porta questo in 1^L, grazie.- le disse accarezzandola.
- E ora pensiamo a te.- disse rivolgendosi al novellino.
- Sei in grado di stare qui fermo, immobile, respirando e basta in modo da non combinare guai il tempo che mi è necessario per correre dall'altra parte del corridoio?- chiese ironica e senza aspettare risposta si avviò.
Mentre cercava una garza della misura giusta sentì un lamento.
- Ma che cazzo?!- esclamò esasperata prendendo tutta la cassetta e tornando dal ragazzo.
- Cosa ti sei fatto stavolta?-
- Ho provato ad accarezzare Luna e mi ha graffiato tutto il braccio!- rispose indignato.
- Luna è la mia gatta, non si fida di quelli che sono qui da tanto figurati di un novellino! Ti avevo detto di stare immobile- lo sgridò guardando i graffi: erano quattro, lungo tutto il braccio e piuttosto profondi.
- Beh! Dovresti tagliarle le unghie!-
- Ahahah! Su questo hai ragione.- disse scoppiando a ridere vedendo la gatta che se ne andava impettita muovendo la coda dritta come un fuso.
- Come ti chiami?- chiese Fire per distrarlo mentre gli medicavi il taglio e i graffi.
- Raphael.-
- Bel nome! Io Fire. Posso fati un'altra domanda?-
- Certo, è il minimo con tutti il disturbo che ti sto dando.-
- Disturbo? Mi hai salvata da una terribile lezione di demonologia! Comunque.. Tu avrai più o meno vent'anni... Cosa ci fai in prima? Perché iniz...-
- Fire! Abbiamo bisogno di te! Subito!- venne interrotta da un ragazzo.
Le voci erano concitate, ma lei non si smosse finché non finì di sistemare il braccio a Raphael.
- La chiacchierata la continuiamo poi.- gli disse con un sorriso e saltò, giù, giù dalla finestra, atterrando aggraziata come un gatto.
Entrò in una finestra lì vicino e ne uscì poco dopo: vestita con giacca e pantaloni in pelle blu notte, una spada dello stesso colore al fianco e un sacchettino di stoffa appeso alla cintura.
Si dovette sentire osservata perché si girò verso il ragazzo e prima di andarsene gli fece l'occhiolino.
Raggiunse gli altri e poi scomparve, così, nel nulla.
Il ragazzo scosse la testa per togliersi dei ciuffi che gli cadevano ribelli sulla fronte e che gli facevano il solletico.
Prima di cercare la classe entrò in una piccola stanza segnalata come "Cucinino" e prese un succo.
Sentì un miagolio da sopra un mobile e si girò: un piccolo gatto rosso aveva paura di scendere; lo prese dolcemente in braccio e gli cercò del latte nel frigo, ma il micio se ne stava già andando e decise di seguirlo. Dieci minuti e due rampe di scale dopo si trovò davanti alla sua classe.
– Ma che cucciolo responsabile! Mi vuoi far proprio studiare eh?- disse aprendo la porta e chiudendosela alle spalle.

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