Capitolo 4

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La solitudine e i suoi mille racconti

"Conosci Remedios la Bella?"

Matteo si voltò con la fronte aggrottata e guardò perplesso Greta che sorridendo ripeté:

"Conosci Remedios la Bella?"

Matteo rimase qualche secondo in silenzio pensando. Poi voltandosi verso la ragazza disse:

"Sì! Credo che sia una delle protagoniste di un libro... Ma non ricordo quale!" e riprese a tradurre il testo di latino che la professoressa Castelli aveva assegnato per il giorno dopo.

"Sì! È uno dei personaggi di 'Cent'anni di solitudine' di Gabriel Garcìa Màrquez..." ribatté Greta guardando il libro di latino senza vederlo realmente.

Fuori la neve cominciava a scendere con fiocchi fitti. L'albero di Natale illuminava il salotto nella penombra dove la nonna, coperta con un plaid su di una poltrona, dormiva tranquilla. Non si era resa conto che la nuora era entrata in camera e aveva spento la televisione.

Greta sospirò e Matteo rispose distratto:

"Interessante..."

Greta osservò Matteo in silenzio per qualche secondo, poi seria disse:

"Remedios non è mai morta, lo sai?"

"Son contento per lei!" rispose Matteo prendendo il vocabolario e sfogliandolo velocemente.

Greta sospirò e aggiunse:

"Remedios era una ragazza bellissima. Gli uomini si innamoravano di lei ma spesso e volentieri morivano. In un modo o in un altro tutti cominciarono a pensare che Remedios avesse un qualche strano filtro che accecasse gli uomini che l'amavano portandoli alla morte. Lei invece non sembrava interessata all'amore. Viveva in un mondo tutto suo, non conosceva Macondo e stava rinchiusa quasi sempre tra quattro mura. Era semplice. Poteva sembrare una ritardata. Non sapeva né leggere e né scrivere e si era cucita un sacco per vestirsi e aveva rasato i capelli a zero. Poi, un giorno, mentre stendeva le lenzuola di donna Fernanda, salì al cielo. Come la Madonna. Volò via e di lei non si seppe più nulla..."

Matteo si era bloccato e aveva ascoltato quello che Greta gli stava raccontando. La sigla de 'La Vita In Diretta' arrivò attutita dalla cucina. Michele uscì dal bagno canticchiando 'Close To Me' dei Cure ed entrò in camera sua sbattendo la porta e svegliando la nonna che dal salotto gridò:

"Com'è finito Beautiful?"

Matteo guardò gli occhi di Greta. Non stava parlando di qualche cosa di triste, nonostante tutto, nonostante il fatto che da un paio di giorni a quella parte sembrava come essersi svegliata dal letargo in cui era caduta mostrandosi più allegra del solito; il quel preciso momento, mentre parlava di Remedios la Bella, gli occhi della ragazza dell'ultimo banco era tornati tristi, velati di quel dolore radicato in lei, lo stesso dolore cieco che stava nutrendo il bambino che portava nel grembo.

"Voglia andare via come lei, sai, a volte... A volte vorrei che tutto finisse così. Io che stendo i panni e volo via, lontana, verso il cielo..." spiegò Greta guardando i fiocchi fitti di neve che coprivano i tetti della casa di fronte a quella di Matteo. Per un attimo il ragazzo si sentì come qualche giorno prima quando, prendendo il coraggio a quattro mani, decise di parlare con la sua compagna di banco ed aiutarla. In quel momento, Greta, era di nuovo la ragazza dell'ultimo banco e basta, quella che tutti lasciavano in un angolo per giorni, per mesi, per anni senza curarsi che un mostro con una bella macchina, ogni giorno, veniva a prenderla per divorarla nel silenzio di una casa dall'arredamento perfetto. E in un attimo capì. Ecco perché Greta guardava le nuvole. Ecco perché si perdeva a fissare il cielo in silenzio. Perché sperava che quel cielo la rapisse come aveva fatto con Remedios e la portasse via, lontana dalle risatine delle sue compagne di classe, dai compagni di classe che le lanciavano contro i gessetti e l'indifferenza dei professori che nemmeno si ponevano qualche domanda su quello strano comportamento.

La ragazza dell'ultimo bancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora