Cap 74: Walking On A Dream Empire Of The Sun

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Sono caduta in un sonno pesante quella notte e nonostante sia trascorsa una lunga settimana, sento ancora le ultime parole di Richard bruciare dentro.
Ogni mattina prima di andare a lezione ho aspettato che Nicolas uscisse ma di lui nessuna traccia, la Ducati parcheggiata sul vialetto e la porta di casa bene chiusa.
Tutte le sere, prima di andare a dormire, sono stata immobile dietro le tende della mia finestra, ho sperato di poterlo vedere ma niente, sembra essersi volatilizzato.
É sparito da quel giorno. Persino al Magdalene non si è più fatto vivo, ho percorso corridoi sconosciuti tra studenti del secondo anno ma lui non c'era.
Ho controllato la Casella di Posta Elettronica in modo assiduo, nessun messaggio è arrivato a consolarmi e quando questa mattina ho visto lo schermo del computer lampeggiare il cuore ha cominciato a correre veloce dentro il mio petto.

Mitt. Numb09
- Ti aspetto questa sera al Ta Bouche. Ric ti accompagnerà.

L'invito ad un nuovo incontro mi rende nervosa. Perplessa leggo di nuovo il messaggio.
"Ric ti accompagnerà" eppure mi era sembrato desideroso di vedermi lontano da Richard l'ultimo giorno in cui ci siamo incontrati.
Ric è passato ogni sera davanti a casa di Eve, in tenuta sportiva si è fermato nel piccolo giardino di fronte all'ingresso a riprendere fiato e l'ho osservato dare occhiate furtive dalla finestra della cucina.
Ho tentato di rientrare nelle mia routine di tutti i giorni, quella che ho sempre accettato di buon grado prima di partire per Cambridge ma qualcosa dentro di me è cambiato.
Le ore sui libri non mi bastano più, mi sono sorpresa spesso ad annoiarmi davanti a stupidi programmi televisivi, mi sono rifugiata nel cibo, ingurgitando schifezze ad ogni ora del giorno, ho passato in biblioteca interi pomeriggi, schivando volontariamente Claire e James nell'ora di pranzo. E ho sentito ogni momento l'assenza di Nicolas dentro, come se al mio corpo mancasse qualche strano ingranaggio.
Mi mancano le sue risposte evasive, i suoi baci rubati, ho bisogno della sua imprevedibilità, voglio respirare la sua incostanza.
L'ho immaginato dietro ogni angolo, svoltando nervosa ho trovato davanti ai miei occhi solo perfetti sconosciuti.
La sensazione di essere legata a lui così profondamente mi fa quasi tremare.
Le poche parole che mi ha inviato sono lontane dalle nostra conversazioni. È stato diretto, coinciso e stringato. Ho sempre sentito le mie sensazioni muoversi leggere alle sue frasi, ho sempre intravisto tra le righe qualcosa di ben nascosto. Ora, osservando lo schermo, desolata, non sento niente.
Anche questo pomeriggio é trascorso lento, mi sono immersa in me stessa e una strana inquietudine mi ha portato a considerare le varie opzioni di questo appuntamento.
Mi stringo forte alla speranza che gli sia mancata tanto quanto lui è mancato a me.
Eve mi guarda parlare al telefono con mamma completamente assente, la forchetta tortura il cibo caldo nel piatto e l'appetito non accenna a comparire.
Non presto attenzione alla scelta dei vestiti, prendo la gonna di Jeans mal ripiegata nel cassetto, la camicia leggera che papà mi ha regalato qualche compleanno fa ed esco nervosa.
Percorro il vialetto e mi rendo conto che tutte le altre volte che mi sono avviata verso casa di Nicolas, il mio spirito era diverso. Questa sera una certa angoscia mi attanaglia e il pensiero di dover incontrare di nuovo Richard mi appesantisce ancor di più.
La moto di Nicolas non c'è e pensierosa busso alla porta.
Richard tarda ad arrivare, busso di nuovo.
"Arrivo" sento gridare da dentro, passi pesanti cavalcano le scale e la porta si apre d'improvviso.
"Eccomi" Ric mi accoglie con un gran sorriso.
I suoi capelli sono scompigliati, delle ciocche disordinate sono riposte dietro l'orecchio e un ciuffo ribelle si fa strada sulla fronte.
Un profumo caldo lo accompagna leggero, una maglietta aderente mette in risalto le sue spalle muscolose e noto per la prima volta quanto sia diverso da Nic anche nell'impatto fisico.
Si sposta di lato e mi invita ad entrare, mi osserva attento, guarda le mie gambe lunghe, si sofferma sul mio petto costretto dentro la camicetta.
"Carina" dice poi ridendo.
Lo guardo seria.
"Niente giochetti Richard. Devi solo accompagnarmi al Ta Bouche" rispondo a denti stretti.
Alza le mani in segno di difesa.
"D'accordo. Non aprirò più bocca " ascolto le sue ultime parole sollevata.
Vedere Nicolas dopo questa settimana d'inferno è l'unica cosa di cui ho bisogno, voglio solo che mi porti da lui.
"Che stiamo aspettando allora?" chiedo titubante.
"Il mezzo che ci porterà in centro?" risponde lui allacciandosi le scarpe.
Guardo fuori e un'incertezza improvvisa mi colpisce in volto.
Non abbiamo nessun mezzo.
"Che significa? Con cosa andremo?" lo squadro confusa.
"Con Smoke" alza lo sguardo divertito.
Smoke. Andremo con Smoke.
L'ultima volta che l'ho incontrato Nicolas si è infuriato, mi chiedo se anche questa sera, vedendomi scendere dalla sua auto, farà altrettanto.

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