Cap 40 : Walk on the wild side Lou Reed

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Mi sveglio e sono diversa.
Non sono più la stessa.
"Fatti un giro nella zona selvaggia" cantava Lou Reed.
Mi ci sono persa io in quelle terra.
Come si può descrivere una tale emozione.
Non ho le parole adatte.
Devono essere quelle giuste, devono avere il giusto peso, l'angolazione migliore, un colore vivo, un sapore indimenticabile.
Non so bene cosa significhi il bacio di ieri sera. Non so se abbia portato grandi sconvolgimenti nella sua vita, so cosa ha fatto alla mia.
Le affinità alchemiche non hanno mai fatto per me ma questo sentirmi completa con lui mi fa camminare sospesa.
Le sensazioni si sovrappongono e il mio essere donna si fa insistente.
Chi mai avrebbe immaginato che sentirsi attratti da qualcuno potesse portare all'avviamento di un meccanismo così grande.
Le nuvole senza il vento sembrano immobili e quando un soffio d'aria le colpisce mutano improvvisamente, si spostano velocemente, cambiano forma. Io sono una nuvola, il soffio di Nicolas mi trasforma, sono in continuo mutamento.
Mi scopro ad immaginare cose inimmaginabili, mi sorprendo a desiderarlo vicino a me come lo é stato ieri sera.
Mi chiedo se un uomo attratto da una donna provi le stesse cose, mi chiedo se sia in grado di enfatizzare così tanto un gesto così istintivo.
La mia vicina di banco aveva già baciato metà scuola il primo anno di Liceo, si faceva grande di questo e quando raccontava le sue esperienze con i ragazzi un brivido riluttante mi percorreva la schiena.
C'era stato quello con l'apparecchio, quello con la gomma in bocca, quello che non la faceva neppure respirare e quello la bocca neanche l'apriva.
Giovani uomini inesperti che si lanciavano nell'inesplorato mondo dell'esperienza, a cui probabilmente poco importava chi fosse la ragazza di fronte a loro, la stessa con cui avrebbero scambiato intimamente qualcosa di prevedibilmente poco importante.
Ho giurato a me stessa che ci avrei pensato un'infinità di volte prima di fare una cosa del genere. Chiunque avesse anche solo sperato di arrivare a conoscere una parte di me così personale, avrebbe dovuto meritarselo.
Nicolas non ha combattuto granché, io neppure per impedirglielo.
Si é preso quello che voleva e forse non abbastanza.
Si é mosso lento e deciso sulle mie labbra, ha sfiorato la mia lingua e poi si é ritratto, come suo stile. Ha fermato le mie mani con le sue, mi ha fatto indietreggiare senza darmi possibilità di fuga.
Il cacciatore ha braccato la sua preda.
Non era un bacio inesperto, era un ragazzo che si prende quel che vuole ed era Nicolas che voleva me.
Credo che queste riflessioni non mi daranno tregua in questo giorno.
Mi alzo svogliata, il tepore del letto con Nicolas nella mia mente é qualcosa di tremendamente invitante.
Prendo un paio di Jeans nella cassettiera, mi guardo allo specchio e ho gli occhi di una che non ha dormito abbastanza. Accendo il computer mentre assorta mi lego i capelli in una coda maldestra e quando voltandomi vedo Carol in camera di Nic il cuore mi travolge.
Mi accosto alla finestra e scosto la tenda, sento grida furiose corrermi incontro. La apro delicatamente e mi accosto nella speranza di riuscire a sentire qualcosa ma le loro voci sono confuse, attutite.
Nic non indossa la maglietta, cammina avanti e indietro gesticolando rabbioso, compare e riappare alla mia vista impedendomi di capire.
Caroline se ne sta seduta sul letto impassibile, ai capelli ordinati di ieri sera ha preso il posto una chioma folta e disordinata che le scende sulle spalle, l'inesauribile paura che sia svestita mi divora l'anima e in punta di piedi mi sorprendo a cercare particolari inquietanti.
Ha lo stesso sguardo indifferente della sera prima, quando Nic aveva fatto a botte, quel fiume straripante di rabbia non sembra scalfirla, non parla, ascolta assente.
Nicolas e Carol hanno un rapporto avvolgente, c'è qualcosa di inevitabilmente intrigante tra loro, ha il sapore di cose non dette ma che stanno lì, sulla punta della lingua.
Caroline pare avere lo sguardo adatto ad attraversare quelle "Zone Selvagge", le stesse in cui io faccio fatica ad orientarmi.
Come quella sera non molto lontana Nicolas colpisce il muro, i muscoli della schiena si tirano e poi si rilassano di nuovo come quando vedi un lampo nel cielo e ti prendi paura, attendi che un rumore assordante lo segua e poi ti rilassi guardando il cielo.
Sento la porta sbattere violentemente e d'improvviso tutto tace.
Carol si porta le mani al volto, si stropiccia gli occhi, sbadiglia assonnata poi si alza.
Un completino di pizzo nero la copre appena, tutto quello che non avrei mai voluto vedere mi schiaffeggia riempiendo anche me di rabbia.
Hanno dormito assieme, nel solito letto ed ora so cosa é stato quel bacio per lui e non potrà mai, neanche lontanamente avvicinarsi a ciò che ha significato per me.

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