capitolo 1: io ho un segreto

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Oggi arriva un nuovo ospite.
Tutti i miei fratelli e le mie sorelle sono già all'entrata che aspettano ansiosi il suo arrivo. A me non mi interessa, così sono venuta al trezo piano nella villa e siedo sul cornicione della ringhiera del balcone guardando le stelle.
A un certo punto, mentre penso a quanto dev'essere stare tutta da sola per la luna, sento aprire la porta della mia stanza ed entrare mia sorella gemella, Jane. Io non mi giro neppure per vedere chi è perchè la riconosco subito dal rumore delle catene che porta come braccialetti
-Hey, che fai qui? Sono tutti di sotto che aspettano l'ospite, tu non vieni?-
-No, non mi interessa.- mi volto e la guardo negli occhi. Sono rosa. La nostra unica differenza é appunto quella, gli occhi. Io li ho azzurri che tendono a diventare bianchi verso l'interno, quasi come il ghiaccio, altri, invece, come il cielo d'estate, così mi hanno detto. Jane li ha di un rosa pallido che, quando é arrabbiata, diventano quasi viola, i miei diventano blu scuro invece.
-Sara, se te ne stai qui e non vieni giù, non avrai l'onore di... conoscerlo- le rispondo subitissimo scocciata
-Okay! Ho capito! Vengo!- salto giù dalla ringhiera ritrovandomi vicino alla porta dell'entrata della mia stanza.
Mi giro per vedere cosa fa Jane. Quando mi volto, mi sorride e dice
-Che ne dici se facciamo una gara?-
Le sorrido anche io, ma con aria di sfida
-Fammi indovinare, la stessa gara di sempre?- fin da piccoline abbiamo fatto sempre la stessa gara, e modestamente ho sempre vinto io anche se non mi importava più di tanto. La gara consiste nel giro dell'intera villa, poi del giardino ed infine arrivare al traguardo che é il salone d'entrata.
Fa un cenno con la testa ed esce dalla porta posizionandosi dietro alla riga di una fila di piastelle nere e argento. Io guardo un'ultima volta la luna piena e la imito
-TRE- inizio a contare alla rovesca facendo a turno
-DUE- ridacchia un po, non so il perché, forse pensa di vincere. Beh, si sbaglia. Dico  l'ultimo numero
-UNO- poi urliamo insieme
-VIAA!- corriamo come matte, in un batter d'occhio siamo già nel giardino. Jane é caduta due volte per le scale e ora é ancora nel giardino delle rose rosse, mentre io ho superato anche quello delle rose bianche e sto per superare anche quello dalle rose nere.
Vedo il portone così accellero.
BUM
mi ritrovo perterra. Ho sbattuto contro qualcosa, o forse qualcuno...apro gli occhi da seduta per terra e vedo un ragazzo biondo con gli occhi verde-chiaro.
-Siete sempre tutti in mezzo alla stada!- gli urlo contro e torno a correre verso l'entrata. Jane sta recuperando terreno, ma io non ho nessunissima intenzione di perdere per la prima volta a questa gara! Torno a correre più di prima e, in un istante, sono dentro.
Aspetto che arrivi Jane standomene seduta sul divano di pelle nera.
-Herik?- il ragazzo dai capelli rossi, occhi azzurri-verdi, alto e muscoloso si gira verso di me sorridendomi e avvicinandosi
-Cosa vuole la mia sorellina preferita?-
Mi alza il mento con la mano chiusa
-Volevo sapere chi é quel ragazzo fuori dal giardino-
Si avvicina un po di più a me e sospira
-Dì un po, un sorriso dolce non lo vedrò mai sulle tue bellissime labbra?-
Lo guardo nei suoi occhi che sono profondi cone due pozzi.
Solitamente io non rido mai, anzi, non ho mai riso in vita mia. Forse é perché sono... diversa da tutte le ragazze. Ma anche la mia famiglia lo é, e quest'arrivo segnerà una svolta per tutti noi.
TOC-TOC
Herik si stacca da me e segue gli altri come delle pecore. Io odio le pecore.
Tutti vanno ad aprire, tutti tranne me che mi siedo con le gambe incrociate sul divano morbido e caldo di pelle nera, e Mattia, il più piccolo di tutti noi, il cucciolo di famiglia. Matti ha gli occhi gialli camarino, mentre i capelli viola-scuro, ha un corpo molto esile e si porta dietro sempre il suo orsacchiotto "Banny".
-Perché non vai anche tu con gli altri? Non ti interessa vedere uno di loro?-
Mattia mi guarda un po e poi solfeggia una frase
-In realtà no. E poi mi sta antipatico.-
Fa il muso.
Lo osserco un po. Dopo un po batto le mani sulle mie gambe dicendogli
-Dai brontolone. Vieni qui.-
Mi sorride con il suo solito visino allegro. A volte penso che tutta la felicità sia toccata a loro e tutta la tristezza a me...
Mattia si siede sulle mie gambe incrociate e, insieme, giochiamo a Tris sul mio telefono che ho tirato fuori dalla giacca di pelle scura.
Nel frattempo sento un boato che dice in coro
-Ben arrivato!-
Non vedo il ragazzo, ma sento un buon profumo che mi fa venire l'acquolina in bocca. Mi lecco d'istinto le labbra.
-Non mi dire che ti piace il suo odore!-
Mattia mi guarda in modo accusarorio
-Un po, perché? Non dovrei?-
Non mi scandalizzo per così poco e per giunta per delle parole dette da un bambino!
-Fai come ti pare. Comunque tocca a te giocare.-
Segno la casella che voglio con una X e poi guardo la massa che i miei fratelli e le mie sorelle che avevano creato.
A un certo punto sento il ragazzo ridere e ringraziare
- Grazie per ospitarmi!-
Sento dinuovo una folata del suo odore
"Buono e ingenuo, tipico di loro. Loro credono nell'amore, nel perdono, dell'amicizia e in Dio, le cazzate più grandi che abbia mai sentito. Noi, a differenza loro, crediamo nell'odio, nella disperazione, nei peccati e in tutto quello che contrasta l'amore.
Mi fa star male solo a pronunciarla quella parola...
Lo sento, é un ragazzo molto disponibile, ma molto ingenuo. Credo proprio che me ne terrò alla larga... anche se ha un profumino davvero allettante..."
Sento Herik che ordina di stare zitti a tutti e poi annuncia qualcosa guardando dritto verso di me e Mattia
-Allora, d'ora in poi ci sarà un nuovo ospite nella nostra dimora. Si chiama Mikael. Dormirà nel terzo piano, al fondo del corridoio a sinistra.-
Mi alzo in piedi di scatto facendo volare Mattia perterra
-IO NON VOGLIO QUELLO DAVANTI ALLA MIA STANZA!!! NON PUOI DECIDERE DI METTERLO IN UN'ALTRA STANZA!?-
Herik mi guarda di storto, così mi siedo con le braccia conserte e lui continua
-Come stavo dicendo, Mikael dormirà al terzo piano nell'ultima stanza a sinistra. La colazione verrà servita tra poco. Perciò vai pure a posare le valigie nella tua stanza e poi torna.-
Come sempre c'é Chiara che si intromette
-Ma Herik, lui non sa dove sono le scale, e poi non sa nemmeno dov'è il terzo piano! Bisogberebbe che qualcuno lo aiuti.-
Parla con la sua vocina acuta e fastidiosa. Guarda con gli occhioni Herik che non si smuove. Herik, che é giustamente il più grande e perciò le decisuobi importanti toccano a lui, la fissa un po e poi guarda noi
-Hai ragione. Sara, Mattia, non vi dispiace, vero, andare ad accompagnarlo?-
Lo guardo di storto e poi urlo insieme a nanerottolo
-SÌ, MI DISPIACE!-
Herik ci guarda sorridendo e poi dice andando in direzione della cucina e facendo un segno con la mano
-Mi fa piacere, allora ci vediamo dopo eh? Ah! Grazie ancora!-
Io e Mattia ci guardiamo per poi dire
-Che palle...-
-Che seccatura...-
Mikael é davanti a noi e aspetta per andare in camera sua per disfare i bagagli.
Mi alzo dal divano comodo, troppo comodo, per poi iniziarmi verso la camera seguita dai due.
Siamo appena arrivati al terzo piano quando mi blocco e mi ricordo di una cosa
-IL TELEFONO!!- mi tocco tutte le tasche rigirandole. Non c'è. Mi giro verso Mattia e dico sbrigativa
-Torno subito- corro velocissima tra le scale e i corrudoi. Nell'arco di cinque secondi sono dinuovo da loro.
-Tornata. Possiamo andare.- parlo con la testa china per guardare il telefonino, ma intravedo un espressione stordita nel viso di Mattia.
-MA COME HAI FATTO SARA?!- lo guardo alzando un po la testa e poi dico
-Ho semplicemente corso.-
Torno a camminare.
Michael non ha spiaccicato parola durante tutto il tragitto, meglio così.
Apro una porta e, a metà soglia, mi giro e indico quella opposta
-Quella sarà la tua stanza.- mi chiudo la porta alle spalle e vado a sedermi sul balcone come prima...

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